Victor Hugo Fumagalli, un talento che è certezza

Il giovane compositore di Tremona ha già preso parte a importanti progetti cinematografici
/ 11.11.2019
di Fabrizio Coli

Cosa ha in comune il cortometraggio d’animazione A Love Story premiato nel 2017 ai BAFTA, i maggiori riconoscimenti cinematografici e televisivi britannici, con l’applaudito documentario del ticinese Olmo Cerri Non ho l’età e con il film indipendente inglese Jellyfish che nel 2018 ha fatto incetta di premi a Dinard in Francia e ad altri festival europei? A firmare la colonna sonora di tutti e tre è un giovane compositore di Tremona.

33 anni, Victor Hugo Fumagalli porta un nome impegnativo, che stride con la modestia del suo atteggiamento quando deve parlare del suo lavoro, quasi fosse cosa da niente aver creato in pochi anni le musiche per una sessantina di produzioni, tra corti, corti animati, lungometraggi e spot. Sarà che tutta questa avventura non era scritta nelle stelle. «Non era progettato, ci sono finito un po’ per caso a fare musica da film, non era un mio sogno nel cassetto» racconta Victor, che oggi si divide tra Londra e il Ticino.

Nella capitale inglese si è trasferito nel 2014 e due anni dopo ha preso un master in musica da film alla National Film & Television School di Beaconsfield, ma a casa torna spesso, anche per lavoro. «Non mi era veramente chiaro quello che volevo fare, ma ho sempre avuto una gran passione per la musica. Ho suonato per anni diversi strumenti, ma è sempre stato un hobby. Ho imboccato anche altre strade perché mi piacevano tante cose. Poi sono andato a Milano dove ho studiato sound design allo IED e l’Inghilterra è stato un lanciarsi alla ricerca di nuove possibilità, con l’idea di imparare anche la lingua. Ma chissà – ride – forse i tasselli del fare musica da film c’erano già dall’infanzia: da piccolo ero molto affascinato dalla colonna sonora del Re Leone, la ascoltavo in continuazione!».

Victor ha studiato per anni pianoforte e batteria in scuole private ma non ha frequentato il Conservatorio. È uno dei compositori delle nuove generazioni che lavorano su un portatile, come dice lui, una generazione diversa da quelle dei giganti del campo conosciuti dal grande pubblico. «Morricone, Zimmer, Desplat… questi sono mostri sacri. Mi piacerebbe molto conoscere Ennio Morricone, solo per dargli la mano e dirgli grazie per quello che ha fatto e poi scomparirei dalla sua vista! Ci sono però altri compositori, forse meno conosciuti, con i quali ho una maggiore affinità. Compositori come Atticus Ross che con Trent Reznor ha firmato la colonna sonora di The Social Network. O l’islandese Johann Johannsson, purtroppo scomparso a soli quarant’anni, quello delle colonne sonore di La teoria del tutto, Sicario e Arrival. O ancora Cristobal Tapia de Veer che ha composto la musica per Utopia, una serie inglese. Mi piace molto perché lavora con le voci ed elabora i suoni che registra, li trasforma in altro creando una tessitura sonora con strumenti acustici come pianoforti o archi». Una ricerca sonora che sembra intrigare molto Victor. «Di solito cerco dei suoni che possano essere interessanti – ci spiega, illustrando il suo modo di lavorare – e poi mi ricollego agli strumenti. A volte mi capita di cominciare anche senza immagini. Può succedere che io legga la sceneggiatura e butti giù delle idee. È successo con I segreti del mestiere, un film svizzero diretto dal giovane regista ticinese Andreas Maciocci, che verrà presentato a Bellinzona nell’ambito del festival Castellinaria».

Non mancano, nei lavori di Victor, divagazioni pop come nel caso di The Deepest Ocean, la canzone composta per i titoli di coda di Jellyfish di James Gardner insieme alla cantautrice italiana Mariachiara Terragin. Un brano che gli sta riservando grandi soddisfazioni, visto che ha appena vinto il premio della categoria “Best Song” ai Jerry Goldsmith Awards, tenutisi il 9 novembre a Ubeda in Spagna. «In effetti ho un background pop e rock perché suonavo anche in alcune band, come i Koan e i My Stupid Dream. Al momento comunque mi ritrovo abbastanza in un ibrido elettronico/acustico».

Impegnato in progetti sia in Svizzera che in Inghilterra – «Il numero aumenta, piano piano: il problema è quello, che è piano piano!» – Victor sta attualmente lavorando sul cortometraggio animato Only a Child, progetto di una ventina di registi e animatori coordinati dal ticinese Simone Giampaolo. «Si tratta di una sorta di poema che mette in immagini e musica il discorso tenuto alle Nazioni Unite nel 1992 dall’allora dodicenne Severn Suzuki, un’antesignana di Greta Thunberg».

«Io cerco di fare il mio e poi spero che piaccia, conclude, mi basterebbe che la mia musica trasmettesse qualcosa, un’emozione piccola o grande. Vorrei emozionare gli altri come la musica emoziona me». Parola di Victor Hugo Fumagalli, compositore di musica da film forse per caso, ma dal talento che è già una certezza.