Jessica Townsend, Nevermoor, Il Castoro. Da 11 anni
«I giornalisti arrivarono prima della bara». L’incipit e le pagine iniziali del romanzo (il Prologo e il Capitolo Uno) sono davvero incisivi, e costituiscono forse il punto più efficace del romanzo di questa giovane autrice australiana. La bara è (dovrebbe essere...) quella di Morrigan Crow, l’eroina di questa serie fantasy già molto acclamata nel mondo e di cui ora esce in italiano il primo tomo. Morrigan è una «Bambina Maledetta», sembra portare sfortuna a chiunque le stia vicino; Morrigan non ha un futuro, perché, come tutti i Bambini Maledetti, è destinata a morire allo scoccare del suo undicesimo anno, per il sollievo del suo crudele padre e della sua arida matrigna.
Ma, ricalcando un topos delle saghe fantasy – quello del bambino predestinato a una più alta sorte –proprio alla vigilia del suo terribile compleanno, mentre sta per cadere vittima della funesta cavalleria della «Caccia di Fumo e d’Ombra» (bel nome, ben tradotto), ecco arrivare un emissario di un «altro» mondo, a portarla via, facendole varcare il confine del reale e accogliendola nella città segreta di Nevermoor, in un magico altrove. Per restare a Nevermoor però, Morrigan dovrà superare una serie di difficili prove, dimostrando di essere sincera, tenace e coraggiosa e dovrà competere con altri ragazzi cercando di far emergere il suo personale talento.
Non sarà facile, prima di tutto perché Morrigan teme di non avere alcun particolare talento. Questa, insieme al desiderio di trovare il suo posto nel mondo, è una tematica che permette il rispecchiamento dei lettori preadolescenti, a cui il romanzo è destinato. Inoltre Morrigan dovrà affrontare il disprezzo dei residenti, che la considerano un’immigrata irregolare, con evidente allusione alle problematiche sociali contemporanee (anche quando si parla della cosiddetta «Wunder», una fonte energetica in grado di far funzionare il paese e monopolizzata dal cattivo di turno).
Nonostante qualche nodo un po’ farraginoso nella trama, il lettore è indotto continuamente a cercare di sapere cosa succederà a Morrigan, ragazzina coraggiosa ma apparentemente senza nulla di speciale, eroina suo malgrado, nella quale ci si può identificare, appassionandosi al suo destino.
Marie Dorléans, Gran Premio!, Sinnos. Da 4 anni
Già un’occhiata alla copertina ci trascina (letteralmente trascina) dentro il contesto della vicenda. È un albo illustrato dal formato insolito, rettangolare ma per il lungo, che dà l’idea di una corsa che galoppa in avanti, in orizzontale, proprio come il cavallo disegnato al centro, con le zampe che sembrano volare e l’espressione ispirata e sognante, ben diversa da quella non propriamente rilassata del suo fantino, aggrappato alle redini e sollevato per aria, trascinato in avanti.
L’effetto umoristico, che ci lascia presagire una corsa di cavalli surreale e tutta da ridere, è sottolineato anche dal punto esclamativo del titolo: Gran Premio! Chi lo merita davvero il premio? Il fantino o il cavallo? E cosa succede nella gara? La storia è semplice e ha pochissimo testo, perché in effetti la narrazione di ciò che succede nella gara è affidata alle divertenti illustrazioni, e succede davvero di tutto... persino fantini che gareggiano su cavalli a dondolo o che stanno in sella sotto la pancia del cavallo!
Marie Dorléans è un’autrice francese che ama le storie con una vena di sorridente assurdo; la collana è «I tradotti» di Sinnos, che ci fa sempre scoprire piccole perle del panorama letterario internazionale.