Viale dei ciliegi

/ 03.06.2019
di Letizia Bolzani

Benji Davies, Un’estate dalla nonna, EDT GIRALANGOLO, 
da 4 anni

Se i risguardi del suo albo più celebre, La balena della tempesta, ci immergevano nel mare, con ombre di balene scorrenti sott’acqua, nei risguardi di questo nuovo albo, Benji Davies ci porta sin da subito su una spiaggia, tutta segnata da passettini di uccelli. Sono le loro piccole orme, insieme a qualche conchiglia e stella marina, a guidarci dentro la storia, che, come tutte quelle dell’autore-illustratore (e regista) inglese, racconta l’intensità delle emozioni dei bambini, i fili che legano i loro affetti più cari. Ritroviamo il piccolo Nico, che vive con il papà in riva al mare, e ritroviamo le atmosfere en plein air, percorse da venti energici e da aria salmastra, che caratterizzano i libri di Davies. Stavolta Nico va dalla nonna, per trascorrere con lei l’estate. La nonna «viveva da sola su un isolotto battuto dal vento»: è una nonna piena di risorse (fa yoga, sa andare in barca, è coraggiosa) e arriverà al momento opportuno per trarre in salvo Nico da una tempesta.

Non solo Nico sarà salvato ma anche un uccellino, con tutti gli altri dello stormo sbattuti dal vento. Come nella Balena, c’è una tempesta e c’è un accudimento parallelo: del bambino, e dell’animale, declinato qui però anche sul versante della nonna, quella nonna forte, sì, ma per cui Nico «si chiedeva se non si sentisse triste a vivere lì da sola». E così l’uccellino attutirà la malinconia del commiato di fine estate, quando il papà verrà a riprendere Nico, perché resterà – con la sua allegria di creatura aerea – a fare compagnia alla nonna. Il tema del commiato è in tutte le storie di Davies (dall’addio de L’isola del nonno, al «lasciar andare» la balena), espresso sempre con confortante grazia. Nessun addio, neanche il più drammatico, è davvero per sempre, sembra dirci l’autore, citando, nella penultima immagine, le due balene (un guizzo di code) della sua prima storia.

Arnold Lobel, Rana e Rospo sempre insieme, Babalibri - collana Superbaba, da 5 anni

Per una coincidenza che mi sembra bello condividere, dopo aver scelto questi due libri da recensire nella rubrica di oggi, leggo un’intervista a Benji Davies in cui egli afferma che il «particularly special book» della sua infanzia era «Arnold Lobel’s Frog and Toad»: proprio il libro che vi sto segnalando qui! Molto opportuno il recupero – da parte di Babalibri per la nuova collana Superbaba, in stampatello, dedicata ai lettori che cominciano a leggere da soli – delle avventure di Rana e Rospo, create dal grande artista americano Arnold Lobel (1933-1987). Rana e Rospo costituiscono una classica coppia di personaggi complementari: da una parte Rospo, che ha il ruolo del tenero imbranato, goffo e pasticcione; dall’altra Rana, che ha il ruolo del clown bianco, ragionevole e abile. Tuttavia Rana non giudica Rospo, non lo disapprova, né dispensa consigli non richiesti. Semplicemente, lo accetta così com’è e, se serve, cerca di aiutarlo. Proprio come fanno i veri amici.

Mentre, insieme, si godono il fluire – ora tranquillo, ora più mosso – della vita. L’atmosfera del bosco, del fiume, del trasognato trascorrere delle stagioni, ricorda molto quella del Vento nei salici, di Kenneth Grahame, così come l’amicizia di Rana e Rospo ricorda quella tra Talpa e Topo. Alcune bellissime storie di Rana e Rospo erano uscite anni fa da Fabbri (Rana e Rospo grandi amici, ora purtroppo fuori catalogo). Queste sono altre storie e ci raccontano ad esempio della quotidianità dei due amici; di semi, che Rospo è impaziente di veder germogliare; di squisiti biscotti; di sogni; di coraggio. Da leggere, e custodire nel cuore.