Viale dei ciliegi

/ 28.01.2019
di Letizia Bolzani

Oliver Jeffers, Noi siamo qui. Dritte per vivere sul pianeta Terra, Zoolibri. Da 3 anni. 

È una sorta di lettera al figlio appena nato, questo nuovo albo di Oliver Jeffers, noto e apprezzato artista irlandese che vive negli Stati Uniti. Una bellissima lettera molto illustrata e parcamente scritta, ma in quelle poche parole c’è davvero una profonda ricerca di senso: «questo libro è stato scritto nei primi due mesi della tua vita, mentre cercavo il senso di tutto questo per te. Ecco le cose che penso tu debba sapere» scrive Jeffers al piccolo Harland nella dedica. Sono istruzioni, in forma di poetico, scientifico e filosofico benvenuto, per iniziare il proprio viaggio appena sbarcati sul pianeta Terra, e come tali adatte non soltanto al figlioletto di Jeffers, ma a tutti i bambini. Sin dalle pagine iniziali, in cui si afferma, con sorridente umiltà, il nostro non essere al centro dell’universo: il nostro globo «galleggiante nello spazio, sul quale viviamo» viene dapprima disegnato dall’esterno, nel sistema solare, e allora «è davvero bello che tu ci abbia trovati, visto quanto è grande lo spazio». Poi si entra nel pianeta Terra e comincia l’esplorazione: con semplicità, rigore e profondità, ponendosi in prospettiva bambina, Jeffers ci conduce, grazie alla tenera ironia delle sue immagini, attraverso la terraferma, il mare e il cielo, e poi, con uno zoom ulteriore, a scoprire le persone, in tutte le loro diversità.

Naturalmente «ci sono anche gli animali», che anche se non parlano «non è una buona ragione per trattarli male», e poi si procede verso una dimensione più filosofica, che ci porta verso le grandi domande che verranno, le parole per porle, l’uso del tempo: «qualche volta le cose vanno lentamente qui sulla Terra. Più spesso, però, le cose vanno velocemente, quindi devi usare bene il tuo tempo». Le due doppie pagine del tempo lento e del tempo veloce sono tra le più belle del libro, che comunque non perde mai la sua alta qualità, fino ad arrivare all’invito alla gentilezza («siamo in tantissimi qui sopra quindi sii gentile») e alla cura («bene, ecco il pianeta Terra. Devi prendertene cura, perché è l’unico che abbiamo») delle pagine finali.

Guido Quarzo, Il fantastico minestrone, collana «Attacca Parole», Raffaello Ragazzi.
Anna Vivarelli, La samba dello struzzo, collana «Attacca Parole», Raffaello Ragazzi. Da 5 anni. 

Piccole storie allegre per primi lettori, utili anche per facilitare l’apprendimento della lettura. Sono scritte in stampatello, a caratteri grandi e colorati di blu, con interlinea ampio, che li rende bene evidenti. In più, ed è l’idea che dà il nome alla collana (Attacca Parole), ogni libretto è corredato da una serie di stickers che riportano alcune parole del testo con l’aggiunta dell’immagine a cui si riferiscono. Quella stessa parola, nel testo della storia, non è blu ma grigia, perché è proprio lì che ogni volta andrà collocato il rispettivo adesivo. Così anche l’apprendista lettore potrà esercitarsi a «fotografare» con gli occhi la forma della parola grigia, per poi ritrovare, tra gli stickers, la sua gemella colorata da attaccarci sopra.

Al di là di questo gioco «della lettura», le storie sono godibili in sé, perché hanno il ritmo e la vivacità di professionisti della scrittura per l’infanzia. Anna Vivarelli, ad esempio, firma La samba dello struzzo, in cui uno struzzo troppo ansioso si priva di divertimenti come i giochi di movimento, finché supererà le paure e si cimenterà nelle danze, dimostrandosi un buon ballerino. Se qui le parole appartengono al campo semantico del gioco e della festa, è al linguaggio delle verdure e della cucina che ci invita invece Guido Quarzo con Il fantastico minestrone: il famoso cuoco Cecco Tortillo ha una ricetta segreta per preparare il minestrone, che comprende un ingrediente che nessuno sa cos’è, la «rapicchiola»: ma oltre a questo ingrediente fantastico dal nome buffo, ci sono tante altre buone verdure che ben conosciamo: patate, carote, sedano, zucchina, cipolle, cavolo, pomodoro…, ognuna da attaccare con il suo sticker al libro. Una storia da gustare.