Viale dei ciliegi

/ 30.12.2019
di Letizia Bolzani

David Almond, Il ragazzo che nuotava con i piranha, Salani. Da 10 anni. 

Un romanzo che lo scrittore inglese David Almond aveva scritto nel 2012 e che ora vede la luce in italiano, dall’editore Salani, il quale ha pubblicato gran parte della sua produzione, a cominciare dal celebre Skellig (1998), vincitore della Carnegie Medal, fino al recente La canzone di Orfeo. Una produzione, quella di Almond, varia per età di destinazione e per i registri usati (più drammatico ad esempio nei libri appena citati, più umoristico in questo che stiamo ora presentando), ma sempre con una componente visionaria, leggermente surreale, un po’ oltre il confine con la realtà, e tuttavia in grado di far immedesimare il lettore, anche per la dimensione simbolica che pervade ogni sua storia.

Qui il protagonista è Stan, un ragazzino che vive con gli zii, brava gente, almeno fino al momento in cui zio Ernie perde il lavoro e prova a inventarsene un altro producendo pesce in scatola. Il povero Stan è costretto ad aiutarlo a ritmi serrati, fino al punto in cui, esasperato dal delirio dello zio, fugge, finendo per unirsi alla gente nomade del luna park, dove vivrà in mezzo a eccentrici personaggi. Folli e saggi come il tizio del banchetto «pesca-la-papera» e sua figlia Nitasha, e come il leggendario Pancho Pirelli, l’uomo che nuota nella vasca dei piranha e che diverrà un mentore per Stan. Perché Stan proprio questo farà: riuscirà a nuotare, con una naturalezza inaspettata e sconfiggendo ogni paura, nella vasca dei temibili piranha. Un po’ come fosse questo il suo destino, la «sua leggenda personale», la sua strada dei sogni insomma, quella che ognuno di noi avrebbe il compito di seguire. E così il ragazzino mingherlino che viveva in una modesta villetta a Fish Quay Lane diventerà un eroe. Ma, avverte Almond, al contempo resterà anche quel ragazzino, e diventerà molte altre cose ancora: «Sarai lo Stan del pesca-la-papera, lo Stan dei giorni di Fish Quay Lane, e sarai anche lo Stan tutto nuovo che nuota con i piranha. Sii tutte queste cose contemporaneamente, e starà in questo tutta la tua grandezza».

Un romanzo in cui la voce del narratore si rivolge esplicitamente al lettore e che ci parla dell’importanza di avere il coraggio di affrontare i propri «piranha» e che lo fa raccontandoci una storia surreale, ma non per questo meno «vera»: «Forse la verità e le storie [...] sono un’unica cosa».

Sonia Maria Luce Possentini, Fiori di neve, Interlinea. Da 7 anni. 

«Il giorno prima di Natale iniziò a nevicare. La neve scendeva nel giardino di Nina come tanti petali bianchi. E lei s’immaginava che, in cielo, ci fossero dei giardinieri che coltivavano fiori speciali. Fiori di neve».

Quest’anno il Premio «Storia di Natale», fondato dall’editore Interlinea, è stato vinto da Fiori di neve, dell’artista Sonia Maria Luce Possentini, le cui illustrazioni, così particolari nel loro stile realistico e onirico al contempo, si fanno notare in ogni suo libro per l’intensità con cui si stagliano sulla pagina. Qui lei firma anche il testo della storia: una storia sognante e poetica, perfetta da leggere durante l’inverno. Tra l’altro il bianco della neve, elemento centrale in questa storia, è un colore prediletto da Sonia Maria Luce Possentini, che solitamente dosa pochi colori (il bianco e il rosso in particolare), per un effetto di grande maestria nella pulizia della pagina e nel gioco di luce. Nella luce e nei controluce, vola lo sguardo di Nina, perché Nina è una bambina che sa guardare, anzi «vedere». Nina vede la magia delle cose, la loro fugace delicatezza: i fiocchi di neve, la presenza nascosta degli animali tra gli alberi. Nina vede, e desidera: vorrebbe tenere in mano uno di quei fiori di neve che vengono giù dal cielo. E vorrebbe anche vedere gli animali del bosco, la notte di Natale, magari proprio vicino all’albero che risplende nel suo giardino. E forse, in questi giorni di festa, freddi fuori e caldi dentro il cuore, qualche piccolo miracolo potrà accadere.