Viale dei ciliegi

/ 05.11.2018
di Letizia Bolzani

Chiara Lorenzoni, I misteri del Circo Trepidini, Pelledoca. Da 11 anni

Prosegue l’attività da «brivido» della giovane casa editrice milanese Pelledoca, che offre ai ragazzi romanzi thriller e di mistero affidati alla scrittura di qualità di vari autori italiani.

I misteri del Circo Trepidini, ad esempio, ci porta in un’ambientazione, come quella circense, tipicamente adatta ad essere declinata anche su un tono noir, proprio perché la sua connotazione di allegria e divertimento può avere un lato oscuro perturbante. Del resto l’ambiguità del clown è un tema narrativo ben noto. Questo romanzo riesce tuttavia a scansare con eleganza le piste già sfruttate, e ci offre una storia avvincente che, certo, fa paura, ma soprattutto parla di coraggio e della possibilità di superarla.

Non ci sono clown, ma c’è una ragazzina rimasta sola al mondo che è affidata ai suoi lontani parenti Goffredo e Ulderica Trepidini, inquietanti proprietari dell’omonimo Circo. Goffredo, violento e alcolista, è il lanciatore di coltelli e Giulietta è la sua «partner» nei pericolosissimi numeri: immobile, appoggiata al tavolaccio su cui i coltelli vanno a disegnare il suo profilo o rannicchiata nel cubo trapassato dalle lame, è così che la ragazzina deve guadagnarsi il pane.

Già questo basterebbe a scatenare il plot narrativo, perché Giulietta deve trovare il modo di sottrarsi alla sua angosciante prigionia, ma c’è altro: c’è il suo giovane amico Victorius, «minore non accompagnato» fuggito da un centro d’accoglienza sovraffollato e quindi ormai clandestino, che più ancora di Giulietta è ricattabile e come lei subisce il destino di vittima dei paurosi numeri circensi; c’è il vuoto lasciato dalla sorella maggiore di Giulietta, misteriosamente scomparsa; e c’è un giallo legato a strani furti. Lo scioglimento di questi nodi è affidato alla solidarietà tra i personaggi positivi di questa avvincente storia.

Julien Baer – Simon Bailly, Il libro nel libro nel libro, Il Castoro. Da 4 anni

Le livre du livre du livre, s’intitola, nell’originale, questo incantevole albo a cui le immagini raffinate, pulite, moderne e antiche al contempo, del giovane illustratore francese Simon Bailly, devono gran parte della fascinazione visiva. Tradotto con la preposizione nel, il titolo italiano sottolinea maggiormente il fatto che – letteralmente – questo libro ne contenga un altro che a sua volta ne contiene un altro, come già accadeva in un albo, altrettanto incantevole, di qualche anno fa: Apri questo piccolo libro, di Jesse Klausmeier e Suzy Lee (Corraini).

Tuttavia questa è anche la storia di un libro, che a sua volta parla di un libro, che parla di un libro... Quesiti metaletterari a parte (che restano, per il lettore adulto, pur sempre affascinanti), resta il fatto che il piccolo lettore si farà coinvolgere dall’avventura di Tommy e soprattutto dalla sua paura. Sì perché anche questa, a suo modo, è una storia di paura, la più grande per i piccoli, quella di non trovare più i genitori: Tommy va in spiaggia con loro, si allontana un po’ e non li vede più.

Ha paura e sente freddo, ma trova un libro, lo apre e vi trova la storia di Tommy che va in montagna con i suoi genitori, si allontana un po’ e non li trova più, ma... trova un libro, che racconta la storia di Tommy che va su un altro pianeta, eccetera eccetera. Alla fine, come nel rassicurante gioco del cucù, ecco tre pacificanti finali: che sia al mare, in montagna o su Marte, mamma e papà sono lì, sorridenti, vicino a lui. Una storia che usa l’espediente onirico della mise en abîme per raccontare una piccola avventura di ansia e di sollievo, ma anche per raccontare come, a volte, aprire un libro possa far passare sia la paura sia il freddo.