Viale dei ciliegi

/ 30.07.2018
di Letizia Bolzani

Rotraut Susanne Berner, Buon compleanno Carletto!, Gribaudo. Da 2 anni
Ci voleva questo recupero del coniglio Carletto (Karlchen in originale) della nota illustratrice tedesca Rotraut Susanne Berner: la serie di Carletto, dopo essere uscita anni fa da Emme, era fuori catalogo, ma ora viene fortunatamente riproposta dall’editore Gribaudo. Premio H.C. Andersen 2016, la Berner (nata a Stoccarda nel 1948) ha una lunga carriera dedicata al pubblico della prima infanzia, con piccole storie illustrate o con quei libri che si definiscono tecnicamente Wimmelbücher, ossia albi senza parole, con grandi illustrazioni ricche di dettagli e di vita «brulicante», appunto, dedicati nel suo caso ad esempio alla natura e alle stagioni. Nella serie dedicata al coniglio Carletto, invece, le parole ci sono e il genere, seppur di una semplicità cristallina, è quello narrativo. Ogni libro (in cartonato robusto e con gli angoli stondati) racconta una storia di quotidianità. Nulla è dato per scontato o implicito: la nanna, la spesa, o il compleanno, vengono raccontati con trasparenza a bambini che scoprono il mondo; ma attenzione, non si tratta di semplici storielle descrittive, poiché in ognuna succede qualcosa, c’è azione, ci sono sorprese. Coniugare semplicità estrema e azione narrativa, questa è la maestria dell’autrice. In Buon compleanno Carletto, ad esempio, l’incipit è ad altezza di piccolino, con una sorta di «istruzioni per l’uso» della vita sociale: «Ogni anno Carletto compie gli anni. Sempre lo stesso giorno. Ogni anno si accende una candelina sulla torta di compleanno». Ma poi la storia si sviluppa, gli invitati alla festa arrivano, e uno dopo l’altro gli portano misteriosi regali. Cosa saranno mai quei dischi blu, quell’asse colorata di rosso, quei bastoni, quel caschetto? La curiosità di Carletto, e quella del piccolo lettore, crescono pagina dopo pagina, fino alla sorpresa finale!

Davide Morosinotto, La sfolgorante luce di due stelle rosse, Mondadori. Da 12 anni
Se guardi la copertina resti abbagliato dall’immagine di due ragazzi che corrono nella neve, e soprattutto dalla grafica del (bel) titolo, in stile avanguardia russa anni Quaranta. Il nome dell’autore, il sempre più consolidato e premiato Davide Morosinotto, è in fondo, e quasi passa inosservato. E forse proprio così deve essere invitato il lettore: a immergersi, cioè, in una storia di cui sia subito ben chiaro il genere – romanzo storico ambientato nell’Unione Sovietica negli anni nevralgici dell’assedio di Leningrado – e la tecnica narrativa, che è quella del «manoscritto ritrovato», in cui l’autore riserva a sé solo la breve nota in fondo al libro, e in cui tutta l’avventura è demandata a due quaderni, scritti in forma di diario dai due gemelli protagonisti, Viktor e Nadya. Due dodicenni che, come tanti altri bambini, vengono mandati via da Leningrado, su treni speciali, per salvarsi dall’avanzata nemica. Un imprevisto li affida a due treni differenti, i due si perdono di vista e vivranno ognuno la propria avventura, diversa ma altrettanto intensa, concitata, drammatica. Ecco quindi le due storie, nei due quaderni, scritti in blu da Nadya e in rosso da Viktor. I «quaderni» comprendono anche volantini, cartine, mappe, disegni, fotografie, cartoline e documenti d’epoca, foglietti di recupero sparsi, tutti riprodotti nel libro, con un effetto grafico multiforme e interessante, che riprende l’idea già apprezzata in un altro romanzo di successo di Morosinotto, Il rinomato catalogo Walker & Dawn. Questo è dunque un romanzo a più forme, ma soprattutto a più voci: non solo per le due voci alternate dei protagonisti, ma anche per quella di un «lettore interno», il colonnello Smirnov del «Commissariato del Popolo per gli affari interni», a cui giungono in mano i due quaderni e che lui legge riempiendoli di appunti e sottolineature, al fine di vagliare se i due ragazzi, «imputati» di reati contro il Regime, debbano essere considerati colpevoli o innocenti. Un espediente narrativo, questo del lettore interno, che rende bene il clima inquietante dell’epoca e che arricchisce questo romanzo, la cui generale complessità, va detto, può rendere in qualche punto difficoltosa la lettura.