Viale dei ciliegi

/ 21.05.2018
di Letizia Bolzani

Abby Hanlon, Dory Fantasmagorica, Terre di Mezzo. Da 7 anni. 

«La fantasmagoria è quando, come in un sogno, realtà e fantasia sono fuse insieme». E Dory, la bambina protagonista di questa fortunata serie dell’autrice americana Abby Hanlon, è proprio fantasmagorica. Con questo termine così giocoso anche solo da pronunciare si può intendere un tratto specifico, e forse il più intenso e illuminante, del pensiero infantile: quel suo situarsi nel limbo tra il Qui razionale e l’Altrove fantastico, quel suo essere fluido, di soglia, quel suo avere un’intima dimestichezza con le magiche possibilità dell’immaginario e con le prospettive inconsuete da cui guardare il mondo.

Dory ha sei anni e i fratelli la escludono dai loro giochi perché è «una bambina piccola». Lei comunque può contare su un’amica che c’è sempre, e che è Mary, la sua amica immaginaria «mostra» (con due piccole corna e degli adorabili canini sporgenti). Con Mary, ma anche con molti altri personaggi «fantasmagorici», Dory trascorre le sue vivaci giornate: in sei agili capitoli scritti e illustrati, viene suddivisa la storia, narrata in prima persona dalla stessa Dory, con effetti umoristici efficaci. Nel primo capitolo, ad esempio, i fratelli di Dory, per prenderla in giro, le dicono che potrebbe arrivare la Signora Arraffagracchi, che ruba le bambine piccole e sta cercando proprio lei. Ma sarà proprio la Signora Arraffagracchi, creata per l’occasione dalla mirabolante immaginazione di Dory, a diventare l’antagonista del secondo capitolo, la cattiva da sconfiggere nei suoi fantasmagorici giochi.

Ogni capitolo è un’avventura e si concatena al successivo, ogni volta la quotidianità più normale viene mescolata con divertenti scenette surreali, come quando Dory decide facciamo-che-ero-un-cane e continua a farlo anche dalla pediatra, o come quando incontra uno gnomo che le dice di essere la sua fata madrina, o quando – rimboccandosi le maniche del pigiamino – «salva» la pallina rimbalzina che era finita nel gabinetto. La storia è raccontata con tre linguaggi, ben orchestrati dall’autrice/illustratrice: i disegni, il testo narrato e i fumetti che, qua e là, potenziano l’effetto umoristico. Ad esempio, se i fratelli dicono a Dory di smetterla di fare domande, il contrappunto del fumetto ce la presenta mentre chiede a Mary: «perché abbiamo le ascelle?» o «qual è il contrario di panino?» e la condiscendente Mary, sorseggiando il tè del servizietto delle bambole, o coricata sotto il letto, risponde «che domanda interessante», o «me lo sono sempre chiesta anch’io». 
La serie, che ha ottenuto molti riconoscimenti ed è pubblicata in 17 paesi, è giunta al suo terzo volume.

Guido Sgardoli, Supergatta, Lapis. Da 5 anni. 

Guido Sgardoli, che ha appena vinto il premio Andersen con il romanzo L’isola del muto, per lettori adolescenti, è un autore capace di rivolgersi a tutte le fasce d’età, compreso il pubblico dei primi lettori. Come quello a cui sono destinate le avventure di Cipollina, miciona sovrappeso e apparentemente pigra e fifona, che invece, quando un pericolo incombe sul quartiere, è in grado di trasformarsi in coraggiosissima Supergatta e risolvere tutti i guai. Nella prima avventura, Supergatta salva il gattino di Luca, un vicino di casa, e ha la meglio su Peppo, il bulletto della zona.

La vicenda è raccontata con toni rocamboleschi, tra fughe, arrampicate e lotte, e il bello è che alla fine ritroviamo Cipollina acciambellata sul suo cuscino, salvatrice in incognito come ogni supereroe che si rispetti. La sua padroncina Zoe le dice: «Cipollina, sapessi cos’è successo! C’è un supergatto nel nostro quartiere! Ma tu che ne puoi sapere di misteriosi salvatori e di gatti eroi! Continua pure a dormire, patatina mia». Ma la «patatina» in questione, appena uscita Zoe, solleva una palpebra ammiccando al lettore... Eh sì, la vita dei supereroi è questa: «non c’è tempo per gloria e medaglie. Fatto il proprio dovere ci si mette da parte».
Le avventure di Supergatta sono illustrate con tratto fumettistico da Enrico Lorenzi e sono scritte in stampatello maiuscolo, con font ad alta leggibilità.