Viale dei ciliegi

/ 09.04.2018
di Letizia Bolzani

Giovanna Zoboli – Simona Mulazzani, Gatto Felice, Topipittori. Da 4 anni

Non smetteresti di guardarle, quelle illustrazioni illuminate dalla tenerezza e dall’espressività dell’arte di Simona Mulazzani; e si presta ad essere fatto vivere dalla lettura a voce alta il bel testo, molto accurato nella sua semplicità a misura di bambino, di Giovanna Zoboli. Così dovrebbero essere gli albi illustrati di qualità: una storia in cui accade qualcosa, un testo che sia «letterario», dove le parole risplendano, senza sciatterie; illustrazioni calde, per nulla piatte ma capaci di entrare in relazione anche con i lettori più piccoli, con intelligente leggerezza; humour, poesia, e profondità sondabili a più livelli, a seconda dell’età del lettore.

Piacerà molto ai bambini (e ai loro adulti) la storia di Gatto Felice, simpatico gattone grigio di città che vediamo dormire sul suo cuscino mentre al contempo «parte come partono i gatti quando vogliono fare il giro del mondo. In silenzio, da una porticina che c’è nel buio».

E qui comincia il viaggio di Gatto Felice, che visita tutti i continenti andando a trovare i suoi parenti felini. Cominciando dall’India, dove la Signora Tigre sta cucinando, il Signor Tigre stende il bucato, e i tigrotti lo subissano di domande (dove abiti? Sei sposato? Perché sei così piccolo?) zittiti perentoriamente dalla mamma: «Smettetela di fare domande, maleducati. E finite di mangiare». Poi andrà in Cina, a trovare i cugini leopardi delle nevi, poi nella steppa russa dal Signor Lince; sulle Montagne Rocciose dal Signor Puma; in Brasile dalla Pantera Nera e per finire nella savana africana, dove dormirà con una famiglia di Leoni.

Arriverà il momento di tornare a casa, di guardare la sua città che si sta svegliando, di ricordare quei meravigliosi incontri. Meravigliosi anche per il piccolo lettore, che vedrà sfilare sotto i suoi occhi tanti paesi del mondo (caratterizzati anche dal sapiente uso cromatico delle immagini di Simona Mulazzani) e che seguirà il ritmo di ogni saluto, accompagnato dal dono di un fiore di quel paese.

Fino alla splendida ultima pagina, che rappresenta quella «porticina che c’è nel buio».

Nandana Sen, La scimmietta che voleva volare, Feltrinelli Kids. Da 5 anni

«Non dobbiamo mai desiderare di essere qualcun altro. Perché ognuno di noi ha un dono che lo rende molto, molto speciale». Su questo tema, già tanto frequentato nella letteratura per l’infanzia (sin dal classico di Leo Lionni Un pesce è un pesce) si snoda vivacemente il racconto della scrittrice (e attrice e attivista per i diritti dei bambini) Nandana Sen, figlia dell’economista e filosofo indiano Amartya Sen.

La scimmietta Mambi, mite, un po’ timida e dal grande sorriso, viveva su un albero di mango nel cuore della foresta. Suoi amici erano Coco la cornacchia («Non ti piacerebbe poter volare come me, Mambi?») e Tonga la tartaruga («Perché non ti fai un tuffetto con me, Mambella?»): come le sarebbe piaciuto poterlo fare!

I suoi tentativi di essere come loro sono inevitabilmente goffi, ma non sarà goffo per nulla, anzi sarà provvidenziale, ciò che Mambi riuscirà a fare, con il suo coraggio e le sue proprie abilità, per salvare gli animali in pericolo.

La storia corre agile, proprio come la scimmietta, gli animali interagiscono e dialogano, ognuno con le proprie caratteristiche (anche di linguaggio) ben delineate, non manca l’avventura, e ricordare ai bambini che ognuno di noi, a suo modo, è speciale, è un messaggio che non cessa di essere giovevole.