Tim Bruno, Alla ricerca di Bi, illustrazioni di Claudio Prati, Nord-Sud. Da 8 anni.
Un’avventura dal punto di vista degli insetti. Non è la prima, nella letteratura per ragazzi. Erano molto belli ad esempio Cento piedi avvelenati, di Lynne Reid Banks (Salani), o La città delle api di Thomas Keneally (Feltrinelli Kids). Così come non è nuovo il tema della coppia di animali – uno ribelle, l’altro più ligio – in fuga dalle leggi del loro gruppo di appartenenza, sentite come oppressive, o dalla prigionia dello sfruttamento da parte degli umani (ad esempio Cervelli di gallina, di John Yeoman, Mondadori, che come La città delle api è purtroppo fuori catalogo).
Questo recente romanzo di Tim Bruno, tuttavia, ha una sua originalità e piacerà ai lettori. Piacerà perché è scritto bene, ha ritmo ed è ricco di colpi di scena. Siamo in un alveare, le api Eli e Bi nascono da celle contigue, sono sorelle inseparabili, anche se a Eli basta il suo mondo, di ape operaia bottinatrice, dentro e fuori dall’alveare, rispettosa delle regole comunitarie, mentre a Bi tutto questo va stretto e ben presto vuole andare oltre, volare più lontano, scoprire il mondo. La fuggitiva non fa rientro e non potrà più essere accettata dall’alveare: allora Eli, con coraggio e generosità, decide di non lasciarla sola ad affrontare i pericoli e si mette alla sua ricerca. Sarà un’avventura piena di rischi e di incontri non sempre favorevoli.
Tra gli incontri favorevoli ci sarà quello, determinante, con la «compagnia della discarica», uno sgangherato gruppetto di insetti meno nobili delle api (una blatta, una cimice, un millepiedi, un moscone, un moscerino) che la aiuteranno nella ricerca. Molto ben riuscita è la caratterizzazione di ognuno di loro (dolce e materna la blatta, sarcastica la cimice, non troppo acuto il moscone, spaventato il moscerino, e delizioso il millepiedi muto, menomato anche per il fatto di non saper volare), la quale, oltre ad essere apprezzabile in sé, dà un senso al fatto di creare animali dai tratti umanizzati, com’è tipico di questo genere di storie per l’infanzia. Del resto questi insetti sono sì umanizzati, quanto a sentimenti e ironia, ma il loro sguardo rimane uno sguardo «altro» e straniato sul mondo degli umani, uno sguardo che ne mette in evidenza le assurdità e le brutture delle loro città di cemento. E va notato che l’autore, biologo di formazione, ha creato per i suoi insetti un mondo attendibile anche dal punto di vista scientifico.
Un altro valore del libro è la delicata solidarietà che intercorre tra i personaggi, nelle loro diversità. L’autore che si nasconde sotto lo pseudonimo di Tim Bruno ci aveva abituato a romanzi di successo, come la saga Ossidea, Codarotta, o Il ritorno del gatto Codabianca, ma questo è forse il suo romanzo più riuscito.
Olivia Crosio, Un amore incosciente, Feltrinelli UP. Da 13 anni.
Ambra è in auto con mamma, papà e fratellino, ha dovuto lasciare la vacanza al mare dove era ospite dall’amica del cuore per trascorrere la «vacanza di famiglia» in montagna a cui i genitori tengono tanto; eccola lì dunque, sul sedile posteriore accanto al fratellino, immusonita e sarcastica come solo un’adolescente sa essere.
Il romanzo inizia così, ma subito, alle prime pagine, un incidente fa andare fuori strada la macchina e occorre chiamare un carro attrezzi. Il conducente del mezzo si offre di accompagnare la famiglia in un albergo lì vicino, dove potranno pernottare in attesa di riorganizzare il viaggio. Ma l’albergo è strano, ha qualcosa di inquietante, e gli ospiti sono quasi tutti soli. È solo anche un ragazzo, bello e introverso, per il quale Ambra si prende una cotta che le rende il soggiorno forzato molto più gradevole.
Un amore incosciente è il titolo di questo romanzo, ed è un titolo che non allude solo all’impulsività dell’innamoramento di Ambra, ma anche ad altro, che non possiamo rivelare per non rovinare le sorprese della trama. Possiamo solo aggiungere che questa è una storia romantica, ma è anche un po’ thriller (dove sono scomparsi la mamma e il fratellino?) ed è anche un po’ sul confine di altri generi che appunto non possiamo anticipare. Una storia leggera, scorrevole, con alcuni brani incisivi – in prima persona, dalla prospettiva di Ambra – sull’adolescenza e i suoi sentimenti ambivalenti nei confronti degli affetti familiari.