Viale dei ciliegi

/ 18.12.2017
di Letizia Bolzani

Matt Haig, La bambina che salvò il Natale, Salani. Da 9 anni.

Una storia di Natale incantevole: scalda il cuore senza un briciolo di retorica, è dolce senza essere zuccherosa, è commovente e umoristica al contempo, di quell’humour molto british a cui Matt Haig ci ha abituati, nei suoi romanzi «uno più bello dell’altro» come si usa dire (e per una volta lasciatemelo dire), da Essere un gatto a quel Bambino chiamato Natale di cui questo è in un certo senso un sequel. In un certo senso, perché La bambina che salvò il Natale è un romanzo pienamente autonomo, pur contenendo alcuni piccoli riferimenti, in particolare alla vita passata di Babbo Natale, che chi ha letto l’altro potrà eventualmente cogliere. Ma tutti, anche i neofiti, verranno trascinati dalla scrittura di Matt Haig, dalla profondità toccante del suo procedere narrativo, così limpido e intelligente.

E in questo caso «tutti» si riferisce davvero a lettori di ogni età, perché il libro ha molti livelli di lettura. Se i bambini coglieranno soprattutto il pathos dell’intreccio (siamo nell’Ottocento, a Londra, e c’è una bambina spazzacamino, Amelia Wishart, che dopo molte traversie in puro stile dickensiano finisce in un tetro ospizio dei poveri, perdendo ogni speranza nella magia del Natale), gli adulti apprezzeranno alcune citazioni colte (tra i personaggi più altolocati troviamo la regina Vittoria in persona, e tra quelli dei bassifondi c’è persino la vecchietta dei piccioni, celebre icona di Mary Poppins), o l’ironia di geniali scambi di battute, come quelli tra Babbo Natale e lo stesso Charles Dickens (a cui Amelia, trasportata di forza all’ospizio, aveva affidato il suo gatto). «Quale dono più grande dell’amore di un gatto?» è la celebre e citatissima frase dickensiana che Haig qui gli fa rivolgere a Babbo Natale, il quale annuisce aggiungendo «anche l’amore di una renna non è male»; quindi Dickens, a presentazioni avvenute, gli dice: «È un enorme piacere conoscere uno quasi famoso quanto me».

Gli ambienti in cui le vicende si svolgono sono però due, da una parte c’è Londra, dall’altra c’è Elfhelm, il villaggio popolato di elfi, fate e turbolenti troll, in cui solitamente vive Babbo Natale. Anche tra gli elfi ci sono vicende da seguire, in particolare quelle relative alla famiglia del piccolo Mim, con il suo ansioso papà Trantran (Vice Sostituto Mastro per i Giocattoli che Girano O Rimbalzano) e la sua coraggiosa mamma Noosh (giornalista della Gazzetta Nevosa, inviata speciale nel quartier generale dei troll). Il motivo centrale, che collega i due ambienti, è che nel mondo un po’ di magia è necessaria, per alimentare la speranza. Che a sua volta è alimentata dalla magia. La magia è in grado di fermare il Tempo, altro grande tema del romanzo, dove al magico «qui e ora» in cui la notte di Natale ferma l’inesorabile trascorrere delle esistenze, fanno da contraltare la caducità e fragilità delle vite umane quotidiane, purtroppo non esenti dal dolore e dalla perdita. La magia non è quella delle bacchette magiche, ma è una magia alla portata di tutti (in quei giardini interiori che tutti abbiamo): «La magia si può trovare dappertutto, se sai come cercare». Un mondo senza speranza, senza senso del mistero e del sacro, può essere un mondo molto triste, sempre, non solo a Natale. Perché, come dice Babbo Natale, «il Natale non è una data, signor Dickens. È un sentimento».

Scopri gli animali nascosti. Gioca a nascondino tra gli habitat del mondo!, De Agostini. Da 2 anni.

È una proposta per lo scaffale della cosiddetta «divulgazione», non è propriamente narrativa quindi, anche se lo può diventare perché le pagine si prestano felicemente a estensioni di racconto tra bimbo e adulto lettore. Il sistema delle alette, solleva e scopri, è sempre una garanzia di interesse: chi ci sarà qui dietro? Dove si è nascosto il cinghiale? Cucù! E qui sotto?, e via inventando nuove situazioni e nuove sorprese. 

Le pagine robuste lo rendono adatto già dai due anni, ma l’interesse scientifico non si esaurirà negli anni successivi, ed è un libro che può benissimo essere proposto almeno fino ai cinque, perché offre la scoperta dei vari habitat (ghiacci, bosco, deserto, mangrovie, mare) e di animali anche meno conosciuti, allargando così i possibili discorsi a interessanti esplorazioni zoologiche e geografiche.