Viale dei ciliegi

/ 07.10.2019
di Letizia Bolzani

Davide Calì-Ronan Badel, Alla ricerca di Lola, Jaca Book. Da 9 anni. 

È uscito un nuovo libro nella collana Ponte delle Arti, di Jaca Book, costituita da albi illustrati che raccontano storie ispirate, di volta in volta, ai quadri di un grande pittore. Questa recente proposta è però un po’ diversa dalle precedenti, sia per il formato, più piccolo di quello tradizionale da albo illustrato, sia per il target di riferimento, costituito da ragazzini più grandi, dai nove anni circa. In effetti il pittore che ispira la storia di questo libro è il maestro della solitudine nell’America urbana, il grande narratore di quella muta, assorta e forse sgomenta malinconia di uomini e donne seduti alle tavole calde, dentro gli hotel, al cinema, negli uffici, in tutti quegli ambienti della «vita moderna» degli anni Trenta e Quaranta: Edward Hopper (1882-1967). Ambienti ed emozioni, quelli da lui evocati, in grado di parlare di più agli adolescenti, o preadolescenti, che ai bambini.

E anche la storia che Davide Calì, ben coadiuvato dalle illustrazioni e dall’apporto grafico di Ronan Badel, imbastisce attorno a 12 quadri di Hopper ha una sua complessità, perché è una sorta di giallo esistenziale (l’accostamento di Hopper a Raymond Chandler è stato fatto da molti), in cui un giovane detective per caso, coinvolto nell’indagine mentre sta sostituendo per qualche ora il vero detective, suo amico, si mette sulle tracce di una certa Lola Pearl, nome d’arte di una donna che faceva la cantante. Dov’è finita Lola Pearl? E qual è il suo vero nome? Quesiti che terranno vigile l’attenzione del lettore, oltre a condurlo ad ammirare gli splendidi quadri di Hopper, nonché ad offrirgli, si spera (anche grazie all’appendice esplicativa finale), l’occasione per approfondire la conoscenza del grande artista americano.

Anna Lavatelli, Gaston e la ricetta perfetta, Giunti. Da 11 anni. 

È stato ripubblicato nella collana Tascabili Ragazzi, sempre da Giunti, e colgo l’occasione per segnalarlo a chi se lo fosse perso. Era uscito nel 2012 ed è un romanzo molto bello, un romanzo «di formazione», sul coraggio di coltivare le proprie passioni (il proprio desiderio, come direbbe Lacan), che tuttavia, dato il ritmo incalzante e l’abile costruzione narrativa, potremmo anche definire un romanzo d’avventura. Ambientato in Perù, paese che l’autrice conosce molto bene, ci porta in Amazzonia, sul grande fiume, i villaggi, le foreste. La passione che Gaston ha il coraggio e l’intraprendenza di coltivare è quella per la cucina, un’arte appresa dal frate dell’orfanotrofio in cui è cresciuto, ma da cui fuggirà, per mettersi alla ricerca dei suoi genitori, nella speranza che siano ancora vivi. Per un equivoco, Gaston viene rapito da una masnada di pirati, e sarà costretto a cucinare per loro. Ma, si sa, il buon cibo riscalda i cuori e in certi casi può persino cambiare il corso del destino...

Perù, pietanze, pirati: queste, come dice la stessa autrice, sono le parole cardine del romanzo, le cui pagine, come il cibo, riscaldano il cuore. Non si può non appassionarsi alla storia del giovane Gaston e di tutti i comprimari (gli stessi pirati, ma anche ad esempio il capitano della nave, un’intraprendente ragazza, un poliziotto, un frate), così ben caratterizzati, che animano la vicenda. 

Un’opera riuscitissima di una grande scrittrice per ragazzi. Un vero romanzo di crescita e di avventura, di cui nella letteratura per ragazzi contemporanea c’è davvero bisogno.