È interessante osservare che succede a uno spettacolo riproposto dopo qualche anno. Nel luglio del 2012 debuttava Centovalli Centoricordi, una sorta di teatro su rotaia itinerante fortemente voluto da Dimitri, che si svolgeva a tappe da Verscio a Camedo lungo parte della storica ferrovia vigezzina sulla scia di un racconto di valle fra scenette e animazioni: il tributo alle Centovalli che il popolare artista ha amato fino alla fine. Un’iniziativa di grande successo tanto da essere rilanciata l’anno successivo. Masha Dimitri, produttore e fra i protagonisti, ha deciso di ripensare il tutto fornendogli una spina dorsale più strutturata e aggiungendovi un nuovo titolo: La canzone della valle. Recita l’adagio che «squadra che vince non si cambia», sono infatti ritornati il regista Livio Andreina, la scenografa e costumista Anna Maria Glaudemans, il compositore e arrangiatore Oliviero Giovannoni ai quali si è voluto aggiungere la collaudata penna di Flavio Stroppini.
Rivive così la storia della valle, dei suoi abitanti fra l’archivio dei ricordi, storie realmente accadute, altre velate da leggenda o superstizione. Fotografie di un’epoca ormai lasciata alle spalle e di un territorio che però deve essere ancora protetto dagli assalti della speculazione. È questo il motore della narrazione che accompagna Mauro, protagonista della storia, lungo la risalita della valle con l’intento di firmare l’atto di vendita della casa della nonna, ponte col passato.
Il viaggio diventa così un magico racconto che la nuova versione ci restituisce in un colorato musical a cavallo della memoria: una canzone della valle cantata, danzata e recitata da attori professionisti e non, accompagnati in musica da una band sorprendentemente organizzata per essere pronta a ogni tappa su palcoscenici creati alle stazioncine di Verscio passando per Intragna, Corcapolo, Verdasio e Cadanza fino a Camedo.
Quello che colpisce in questa rivisitazione è l’affiatamento di tutto il gruppo, dalla bravura dei professionisti all’immedesimazione degli amatoriali coadiuvati dall’efficace regia, con l’impatto scenografico di maschere e costumi e un’animazione costante che accoglie, accompagna e saluta il pubblico sempre numeroso a ogni rappresentazione, fra turisti confederati e italofoni. Con Masha Dimitri (capotreno) e Marco Cupellari (Mauro), davvero bravi, vanno ricordati movimenti e voci di Moira Albertalli, Sarah Lerch e Clarissa Matter con accanto una folta schiera di attori amatoriali, figuranti e bambini.
Citarli tutti renderebbe giustizia a molti per un progetto che ha radunato un totale di 37 persone. Vogliamo almeno ricordare per l’investimento emotivo Paula Morisoli, deus ex-machina della narrazione e Chicca Martinoni, la saggia nonna custode della memoria. Ma ci sono piaciuti anche Marco Klurfeld (il prete), Francesca Estrada (la strega), Antonio Lisi e Elisa Iuva (gli speculatori) e Barbara Gass-Parravicini, l’aiuto-capotreno. Ultima replica il 24 agosto.