Una scena sempre ricca di sorprese

Quattro appuntamenti sui palcoscenici ticinesi, testimonianze di grande vitalità e creatività
/ 14.05.2018
di Giorgio Thoeni

Recentemente e nel giro di pochi giorni abbiamo fatto tappa teatrale su quattro proposte che meritano di essere ricordate. A partire dall’annuale appuntamento organizzato da LAC edu con l’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) schierata sul palco luganese di fronte a centinaia di allievi delle scuole elementari di tutto il Cantone: una vicace ma ordinata invasione di bambini richiamati dalla grande musica che, per l’occasione, accompagnava pagine scelte dal Peer Gynt di Edvard Grieg eseguite sotto la direzione di Philipe Béran e accompagnate dalle coreografie degli studenti dell’Accademia di Verscio con danze, acrobazie, ritmi e canto ideati e diretti da Andrea Herdeg, Natalia Ivanova e Oliviero Giovannoni: una festosa presenza teatrale che ha trascinato l’entusiasmo dei mini spettatori in una giostra di scene tessute con materna complicità da Carla Norghauer. L’evento era parte di un progetto di mediazione culturale che una volta giunto al suo termine avrà coinvolto quasi diecimila bambini.

Il nostro territorio, poi, è stato teatro della 13esima edizione della Festa danzante in Ticino. La manifestazione coordinata da Tiziana Conte con Pier Giorgio De Pinto ha visto una bella partecipazione di pubblico e il coinvolgimento di spazi pubblici come musei e teatri. Lanciata a Zurigo nel 2006, l’iniziativa oggi tocca una trentina fra città e comuni con l’obiettivo di celebrare la danza in tutte le sue forme ma anche chiamando sul palco artisti di caratura elevata. Come Tamara Bacci che lo scorso anno l’Ufficio federale della cultura ha premiato come Danzatrice Eccezionale e che la festa danzante ha voluto sul palco del Teatro Foce di Lugano. Valeva la pena di esserci. Non solo per ammirare la sua straordinaria bravura e presenza scenica ma anche per onorare una carriera straordinaria che la ginevrina Bacci ha voluto sottolineare con il suo assolo Sull’ultimo movimento, il compendio di un percorso artistico che ripercorre le sue tracce scenografiche: dal balletto classico (Giselle) al neoclassico di Béjart (Sacre du printemps), dagli opus di Gilles Jobin alla compagnia Linga fino alla lunga collaborazione con la belga Cindy Van Acker. Tamara inventa una sorta di documentario coreografico minimalista, dove il gesto assume una dimensione totale nello spazio e nei volumi fra luci e suoni continuati. Una performance misurata, intensa e molto applaudita.

Parliamo ancora di Verscio dove siamo tornati per assistere a La coeurdonnière, il rientro solista di Masha Dimitri. Un ritorno dunque dopo più di quindici anni in cui la sua carriera teatrale ha alternato circo, regie, «Famiglia Dimitri», direzione teatrale e organizzazione del festival degli artisti di strada di Ascona. Per La coeurdonnière Masha abbandona l’equilibrismo e si affida alla regia di Yves Dagenais, con musiche di Oliviero Giovannoni, scenografia di Urs Mösch e Roberta Campana e costumi di Anna Manz. Masha non ha bisogno di particolari artifici per conquistare l’attenzione del pubblico. Gesti, espressioni del viso, sguardi e movimenti del corpo fanno già parte del suo DNA. Eppure lo spettacolo non sembra riuscire ancora a spiccare il volo. Siamo nell’atelier di un’artigiana che opera riparazioni di cuori: gliene capitano di ogni tipo. Clownerie distribuita lungo una serie di numeri, è un’antologia che pensiamo richieda un’ulteriore revisione registica a favore di una sostanza poetica maggiore e tempi teatrali più snelli.

Il nostro ultimo sguardo si è rivolto a Rhin, un progetto di Flavio Stroppini che abbiamo visto – ma soprattutto ascoltato – in chiusura di Chiasso Letteraria. Narratore, poeta, regista e sceneggiatore, Stroppini si è da tempo conquistata una certa fiducia sul piano narrativo. Spicca soprattutto la sua vena di viaggiatore, di reporter alla scoperta di realtà anche fra le più insolite e da cui far nascere poesia. Come nel caso di Rhin, un cargo della marina mercantile svizzera di cui, per sbaglio dieci anni fa, Flavio riceve le planimetrie. Fogli rimasti sul suo tavolo per anni finché il Nostro non decide di ricostruire la storia della nave. Parte così per conoscere i porti che ha toccato: dai cantieri navali di Danzica al porto di Tunisi, da Istanbul alla Thailandia, dai Paesi baschi all’Irlanda… fino alle spiagge di Alang, in India, il più grande cantiere al mondo di smantellamento di navi. Stroppini registra suoni, prende appunti, la scrittura prende forma e la narrazione assume la dimensione di uno straordinario viaggio fra suoni, musica e parole per 14 appunti sonorizzati e un brano musicale. Il tutto ora è inciso su vinile ma diventerà un romanzo. Il racconto di quel viaggio affascinante in prosa evocativa ci è stato offerto in anteprima dal palco del Teatro di Chiasso con la lettura di Matteo Carassini, le musiche originali di Andrea Manzoni e le tracce dei suoni amministrate dall’autore. La produzione è di Monica De Benedictis e tutto il progetto sarà disponibile in streaming gratuito sul sito di nucleomeccanico.com.