Dove e quando
MilanoArtWeek e Miart 2017, 27 marzo-2 aprile.
Milano Design Week e Salone del Mobile, 4-9 aprile.


Una Milano tutta da vedere

Nei prossimi giorni la capitale della Lombardia si trasformerà in luogo di pellegrinaggio artistico e di scoperte architettoniche e tecnologiche
/ 27.03.2017
di Ada Cattaneo

Per il milanese conservatore l’ultima settimana di marzo e la prima di aprile sono il momento per fuggire dalla città: vernissage e opening in ogni dove, creativi che si affollano nei locali storici alla ricerca della «Milano più autentica» e visitatori che si riversano su tram e metropolitane.

Ma per ogni appassionato d’arte contemporanea e di design quegli stessi giorni sono imperdibili: è massima la concentrazione di mostre, conferenze, aperture straordinarie di luoghi altrimenti inaccessibili e anche il 2017 non fa eccezione. Si comincia dal 31 marzo al 2 aprile con la fiera Miart, dopo soli due giorni di riposo, si prosegue con il Salone del Mobile.

Il nuovo direttore artistico di Miart, Alessandro Rabottini, ci ha raccontato cosa dobbiamo aspettarci per questa ventiduesima edizione della fiera di arte contemporanea e moderna che negli ultimi anni ha saputo, a parere unanime, distinguersi per qualità. «Sono state riconfermate le sezioni centrali – Emergent, First Step, Established Contemporary ed Established Masters – con una selezione di gallerie internazionali che si occupano di arte del XX e XXI secolo.

Nuova è la sezione “On Demand”, dedicata a tutte quelle opere che hanno una relazione diretta con il momento in cui vengono viste o comprate – da installazioni site specific ai wall painting –, che vivono della relazione con il contesto e con il collezionista, e che vengono realizzate in via definitiva solo dopo essere state acquisite. Insieme alla casa di produzione grigionese Snaporazverein è anche stato istituito un premio per l’artista più meritevole della sezione, che possa permettere una produzione futura, così da travalicare i confini temporali della fiera». Rinnovata è anche la sezione «Generations» che vede collaborare coppie di gallerie per mettere a confronto due artisti di generazioni diverse. Emerge anche da questi aspetti come una fiera d’arte sia sempre più chiamata a svolgere un approfondimento culturale, non limitandosi al ruolo di vetrina per le gallerie partecipanti.

A questo proposito Rabottini, già attivo alla GAMeC di Bergamo e in seguito al Museo MADRE di Napoli, aiuta a capire questi meccanismi: «L’anima di una fiera è la programmazione delle gallerie. Ma la presenza del curatore nelle fiere è funzionale al dialogo con gli espositori e può aiutare a veicolare i contenuti. Siccome le fiere sono sempre di più e sempre più complesse, sussiste la necessità di avere professionisti che gestiscano la contestualizzazione delle opere in dialogo con le gallerie». Le nuove partecipazioni internazionali – quest’anno sono presenti 175 gallerie – sono un chiaro segnale del consolidamento sempre maggiore di Miart e che tale formula è molto apprezzata.

Il programma per il pubblico si arricchisce anche dei Miart Talks, dibattiti fra personaggi del mondo dell’arte che ogni anno sono strutturati secondo un’unità tematica, tanto da diventare quasi un simposio. «La coincidenza che si verifica solo ogni dieci anni e che vede in programma per il 2017 Biennale di Venezia, Documenta di Kassel e Skulptur Projekte di Münster, ci ha fatto considerare che è il momento giusto per interrogarsi su cosa siano le biennali in questo momento storico, come si trasformino e dove stiano andando. Peraltro le biennali sono in parte affini alle fiere: un fenomeno globale, una strategia per molte città di posizionarsi sulla mappa internazionale dell’arte».

Se Miart si svolge negli spazi della Fiera di Milano, molte sono anche le iniziative concomitanti nel resto della città, sviluppate insieme all’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano: sono già in corso le mostre di Keith Haring e Manet a Palazzo Reale, Kandinskij al MUDEC, oltre a quella dell’artista polacco Miroslaw Balka all’Hangar Bicocca, con aperture prolungate nei giorni della fiera. Inaugurano invece le personali Adrian Paci presso la Basilica di Sant’Eustorgio e Santiago Sierra al Padiglione d’Arte Contemporanea. Da cogliere anche l’occasione dell’apertura speciale dello splendido Albergo Diurno di Porta Venezia, un centro di servizi per viaggiatori realizzato negli anni Venti da Piero Portaluppi e solitamente chiuso al pubblico.

La settimana successiva molte zone di Milano si animeranno anche per il Salone del Mobile: oltre alla grande fiera dedicata all’arredamento nell’area espositiva di Rho, che nel 2016 aveva fatto registrare circa 40’000 visitatori in pochi giorni, i quartieri particolarmente vivaci in queste giornate saranno quelli del cosiddetto «Fuori Salone», i cui spazi più interessanti sono via Tortona con il Superstudio di Brera e la zona di Via Ventura e di Lambrate. Il lavoro di designer da tutto il mondo viene presentato in spazi inconsueti e spesso destinati ad altri usi, con numerose iniziative tutte da consultare sul sito www.fuorisalone.it. Quest’anno riaprono anche alcuni dei Magazzini Raccordati: l’area di stoccaggio appena sotto i binari della Stazione Centrale, estesa per circa 40’000 mq e chiusa da decenni, diventa luogo espositivo temporaneo per installazioni site specific in attesa della riqualificazione.

A Palazzo Litta in Corso Magenta sarà invece visitabile il padiglione degli architetti Diller Scofidio + Renfro, autori tra le altre cose della «nuvola» che in occasione di Expo 02 aleggiava sulle rive del Lago di Neuchâtel. Sempre nel palazzo cinquecentesco verranno presentati i prototipi di bicicletta elettrica realizzati dagli studenti di ECAL, Royal College of Art di Londra e Design Academy Eindhoven su invito del brand svizzero Punkt. E, ancora, l’Istituto Svizzero ospiterà gli esperimenti di robotica applicata alla costruzione architettonica del gruppo Gramazio Kohler Research dell’ETH di Zurigo.