Si può cercare di prenderli dal lato emotivo ma è difficile: i due «maestri» del jazz ticinesi sono abbastanza sicuri e tranquilli. Suonare a Estival per loro è un po’ come andare a bere il caffè al Pedrini? «Abbiamo un’ottima formazione, rodata in vari concerti; abbiamo ottimi pezzi con ottimi arrangiamenti; suoniamo su un palco che conosciamo benissimo; abbiamo dei solisti eccezionali. Quindi siamo davvero tranquilli» dice Guido Parini, batterista e direttore amministrativo della Scuola di Musica moderna di Lugano.
«Se pensassimo di andare a suonare come a bere il caffè al Pedrini saremmo un po’ incoscienti» aggiunge Giorgio Meuwli, direttore musicale della SMUM. «Un po’ di preoccupazione c’è sempre, ma ci stiamo preparando bene e l’orchestra è solida. La presenza di Bobby Watson e di Ambrosetti sono un’occasione fenomenale, oltretutto».
Per chi frequenta Estival dalle sue origini, del resto, Parini e Meuwly sono veramente due vecchie conoscenze. Quelli che con Walter Schmocker suonarono le prime note del festival luganese (Parini canticchia ancora il tema, mimando con le mani il tocco di bacchetta sui piatti della batteria: «Era un pezzo di Elvin Jones, ricordo come fosse ieri» ci confida) e che poi su quel palco ci sono tornati in varie occasioni e con varie formazioni. «Abbiamo suonato anche con la nostra Big Band, qualche anno fa, ma mai con la formazione attuale» precisa Meuwly.
Sul palco di Estival 2019, infatti, la Big band SMUM arriva quest’anno in una versione di gran lusso, con ospiti d’eccezione, come il sassofonista Bobby Watson, appunto, e con la famiglia del jazz ticinese per eccellenza: quella di Franco Ambrosetti. E ci arriva soprattutto dopo aver pubblicato un bellissimo album (25 Silver Session) che commemora i 25 anni di attività della Scuola di musica moderna di Lugano.
Proprio 25 anni fa, infatti, iniziava l’avventura della prima scuola di jazz ticinese. Loro due, insieme all’indimenticabile Duca Marrer, ne erano stati gli ideatori. Oggi, dopo anni di insegnamento, con varie decine di allievi passati per le aule della scuola luganese, (alcuni dei quali sono diventati a loro volta insegnanti) vi sentite tranquilli, «arrivati»? «Diciamo che ogni anno le preoccupazioni si rinnovano un po’» spiega Parini «perché la scuola deve riuscire a mantenere il suo profilo di qualità e anche un numero di studenti che ne garantisca il funzionamento. Però tutto sommato mi sembra che le statistiche confermino la nostra solidità».
«Ricordo ancora quando siamo andati a discutere con Franco Ambrosetti per illustrargli il nostro progetto» racconta Meuwly. «Eravamo nel suo ufficio con un documento elaborato da Guido, Duca e da me. Noi tre eravamo già insegnanti ognuno per conto suo, e avevamo pensato di riunire le forze per proporre agli allievi un corso completo. E con l’aiuto di Franco abbiamo trovato un accordo con il Comune di Lugano».
La SMUM, con le sue due sedi in Ticino, è oggi l’unica scuola ticinese in grado di proporre anche una formazione pre-professionale. Anzi, dallo scorso anno, i suoi allievi possono addirittura essere inclusi nel programma di formazione per talenti sportivi ed artistici, cosa che permette di affiancare la pratica musicale ad una formazione scolastica normale. «La formazione “pre-college” è sicuramente molto impegnativa» ci spiega Giorgio Meuwli. «È una sorta di collo di bottiglia nel cursus scolastico, perché sono effettivamente pochi quelli che scelgono di frequentarlo».
«D’altro canto» precisa Giorgio Parini «è importante rassicurare i genitori dei ragazzi che desiderano prendere questa direzione di studio. Sul mercato del lavoro odierno, chi sceglie di concludere un corso di studi musicali a livello professionale ha delle ottime possibilità di trovare un impiego subito dopo il diploma. In altre parole, la carriera del musicista professionista ha sicuramente prospettive positive».
Sono elementi che confortano i direttori della SMUM, perché mostrano la validità del loro progetto e della loro impostazione. Ma ora è il momento di concentrarsi su Estival. «Porteremo alcuni arrangiamenti di miei pezzi, tra cui uno nuovo che si intitola Future Memory» anticipa Giorgio Meuwly. «Ci saranno poi alcuni brani dei nostri ospiti: ne abbiamo previsti cinque di Franco Ambrosetti e uno di Bobby Watson. Gli arrangiamenti saranno curati come sempre dal nostro Gabriele Comeglio. Infine, per chiudere in bellezza, abbiamo un bis dedicato a Flavio Ambrosetti». Un ricordo di un vero padre fondatore del nostro jazz e, in un certo senso, anche della SMUM.