Un bambino di nove anni, in occasione della recita natalizia alle elementari, scrive il suo primo testo teatrale che inizia con Maria che dice «brr…che freddo». Bisogna partire da qui per capire Giovanni Netzer: inventore, promotore, organizzatore, regista, fondatore e direttore di Origen, il festival di teatro, e non solo, che da una quindicina d’anni ha stravolto il panorama culturale dei Grigioni.
Netzer nasce a Savognin 51 anni fa. Studia a Monaco, teologia dapprima e poi storia dell’arte e teatro. Il giovane ha talento ma, invece di scegliere una carriera in città, torna in valle e mette in piedi il suo progetto. Il punto di partenza è il castello di Riom, un monumento che risale al 1227, fatto costruire dai baroni von Wangen dell’Alto Adige, ma che negli ultimi tempi è rimasto abbandonato. Giovanni lo vede, fin da quando è piccolo, dalla finestra della sua camera e da regista teatrale immagina di trasformare il castello in una sala spettacoli. E così è: fa costruire una struttura mobile in legno all’interno, palcoscenico e platea, e nel 2006 inaugura uno dei teatri più originali delle Alpi.
Il rapporto di Netzer con il territorio non è casuale, è uno dei capisaldi della sua opera. Il regista sostiene infatti che il luogo influenzi il lavoro creativo e che anche il clima e il paesaggio permettano di sviluppare linguaggi diversi e nuovi. Origen – termine romancio – parte dal locale e dal passato, per proiettarsi nel globale e nel futuro. Il mondo è un palcoscenico, dice Shakespeare, e Origen si definisce un teatro del mondo.
Giovanni è affascinato dai racconti biblici fin da bambino e pensa di diventare prete. La formazione in teologia gli offre un bagaglio utilissimo nelle sue opere teatrali, intessute di riferimenti alla Bibbia, alla liturgia, ai miti, ai rituali, alla storia antica e alle migrazioni.
Nel corso degli anni, il direttore di Origen ha messo in scena opere teatrali e liriche e balletti con protagonisti impegnativi: Sansone e Dalila, la Regina di Saba che incontra Re Salomone sul passo del Giulia, il Mito di Babilonia, Noè confrontato con il diluvio universale, Carlomagno, l’Apocalisse e l’Esodo. Come si può facilmente intuire, opere di non facilissima divulgazione. Un registro alto e di grande qualità, ma sempre apprezzato dal pubblico, che nel corso degli anni ha manifestato una fiducia crescente nei confronti del festival culturale.
Se i temi sono piuttosto originali, ciò che può sembrare addirittura provocatoria è la scelta dei luoghi. Il castello di Riom è ancora un punto di riferimento, ma nel corso degli anni Origen si è messo in cammino. Sono stati allestiti spettacoli sulla diga di Marmorera, di fronte al lago artificiale, dove anche d’estate non mancano le sere fredde e ventose; quale posto avrebbe potuto essere più indicato per narrare la storia di Noè? E ancora: alla stazione di Zurigo, nella piazza di Riom, in Engadina, sul passo del Giulia. Infine gli spettacoli minori, come la Commedia, una pièce multilingue che ogni anno viene recitata da un gruppo di allievi della scuola Dimitri di Verscio, in quasi tutti i villaggi della regione, nelle piazze o nelle palestre delle scuole.
Il sogno di Giovanni Netzer, a proposito di luoghi da scoprire, si è avverato lo scorso anno, quando a fine luglio è stata inaugurata la torre rossa sul passo del Giulia. Il consigliere federale Alain Berset, presente all’inaugurazione, non ha esitato a definirlo un progetto «verrückt». Un progetto pazzo! Forse. Ma coraggioso, tipico dell’intraprendenza dell’artista. La torre ottagonale, alta trenta metri, può ospitare circa duecento spettatori. Costa tre milioni di franchi ed è un progetto effimero, durerà solo quattro anni. «Se giudicassimo sempre tutto con il metro dei franchi e dei centesimi non arriveremmo da nessuna parte» ha detto Walter Bieler, l’ingegnere che ha curato la costruzione. La torre del Giulia, che merita di essere vista e visitata, fa riferimento alla torre di Babele.
«Quello della torre di Babele – dice Giovanni Netzer – è uno dei miti più potenti del mondo occidentale. La metafora della costruzione incompiuta racconta il fallimento della progettualità umana. Origen si cimenta nella costruzione della torre, dando al mito una presenza nella contemporaneità. Si innalza al cielo, ma non lo potrà mai toccare. Essa è un segnale per quei progetti che l’umanità ha davanti a sé e che non devono assolutamente fallire: il cambiamento climatico, la convivenza di diverse culture, la pace mondiale». Anche qui, come negli altri luoghi scelti da Origen, è garantita la relazione tra teatro e territorio, tra cultura e natura. Lo spettacolo inaugurale è l’opera trilingue Apocalisse di Gion Antoni Derungs, dedicato alla decadenza della città di Babilonia e alla fine del mondo.
Non è facile, anzi, è impossibile descrivere in un articolo la miriade di attività inventate e proposte da Giovanni Netzer in questi anni. Assieme alle grandi produzioni che abbiamo citato, ci sono innumerevoli piccoli gioielli che hanno arricchito la cultura della valle. Canti gregoriani nella chiesa di Mistail ad Alvaschein, uno degli edifici sacri più antichi della Svizzera; musica da camera nella stalla di Riom, canti popolari in romancio nella Villa Carisch sempre a Riom, danze e balletti. Ed è impressionante come in ogni progetto, in ogni spettacolo, anche in quello più semplice, ci sia la ricerca della perfezione.
Il suo direttore è poliedrico e pirotecnico nelle sue creazioni, nella sua ricerca che non si arresta. Quest’anno la Nova Fundaziun Origen ha ricevuto il premio Wakker, il riconoscimento che Heimatschutz dedica di solito, dal 1972, a un comune che si è distinto per uno sviluppo urbanistico di qualità. Origen riceve il premio per quanto sta facendo a Riom, un villaggio del Surses, la vallata del fiume Giulia, che scende dall’omonimo passo (Julier) e che collega Bivio a Tiefencastel. Heimatschutz sottolinea che la fondazione Origen e il suo festival culturale aprono nuove prospettive al patrimonio costruito e, quindi, alla popolazione del villaggio.
Riom è al centro delle attenzioni di Origen da sempre. Prima con il castello, fatto rinascere come teatro, poi la Fondazione ha acquistato Villa Carisch, un’elegante dimora costruita nel 1867 da Lurintg Carisch, cittadino di Riom, che fece fortuna in Francia. La villa è stata la casa di vacanza delle suore di Menzingen dal 1935 al 2011, quando l’ha acquisita la Fondazione. Ora è il cuore di Origen: nella Clavadeira, la stalla fienile, si tengono spettacoli e incontri, nella villa è nato un Café che richiama la tradizione dei pasticceri grigionesi. Ma non basta. La Fondazione, in questi ultimi due anni, si è data da fare per recuperare spazi che erano abbandonati o poco utilizzati. Il ristorante Taratsch, la scuola, la vecchia casa comunale, una casa patrizia disabitata e trasformata in albergo estivo.
«L’impegno di Origen a Riom – ha dichiarato Netzer in occasione del premio ricevuto da Heimatschutz – va visto come un messaggio politico e sociale. Dopotutto stiamo parlando dello sviluppo della regione. Limitarsi a pensare a come conservare l’aspetto romantico dei villaggi senza fornire alcuna garanzia economica non funziona. In realtà, non sono nemmeno sicuro che la cultura possa essere una soluzione a lungo termine. Sono tuttavia certo che questi paesini hanno bisogno di nuova linfa vitale, che l’agricoltura non è più in grado di fornire. Si costruisce fuori dagli abitati, mentre le case e le stalle in paese vengono abbandonate».
Cultura deriva dal latino coltivare, quindi il passaggio dal mondo agricolo a un’animazione culturale ha qualcosa di naturale. Ancora una volta, Giovanni Netzer esplora nuovi spazi, occupa il vuoto con proposte culturali diversificate, dal teatro alla cucina, che contribuiscono alla rinascita di un villaggio alpino.