Tatiana Crivelli Speciale

Iniziato lo scorso 19 marzo, il calendario degli appuntamenti si concluderà con la Festa di Giubileo il 6 dicembre:

▪ Dal 6 al 10 maggio: settimana delle porte aperte. Un invito a seguire di persona le lezioni impartite dai docenti del RoSe
▪ 7 maggio: conferenza del Prof. Dr. emerito Luzius Keller sul tema L’insegnamento ieri, oggi e domani
▪ 13 e 14 giugno: Dies Romanicus Turicensis: giornata del Romanisches Seminar sul tema Corpus / Corpora tra materialità e astrazione
▪ Dal 18 giugno: la letteratura come dialogo tra le generazioni. Letture per residenti in case per anziani
▪ Dal 19 agosto: corso accelerato di francese per richiedenti l’asilo
▪ 30 agosto – 1 settembre: nell’ambito di Scientifica 2019 il Prof Dr. Eduardo Jorge de Oliveira terrà la conferenza Science Fiction – Science Facts
▪ 19-20 settembre: ricerca e festa al RoSe. I dottorandi presentano le loro ricerche in forma scenica
▪ 23 ottobre: Notte del racconto in biblioteca▪ 14 novembre: il giorno del futuro; workshop L’immaginario medievale
▪ 6 dicembre: Festa del Giubileo con proiezioni notturne, spettacoli e momenti ufficiali

(www.rose.uzh.ch)


Un piccolo mondo romanzo

Il Romanisches Seminar festeggia i 125 anni di esistenza con un nutrito programma di manifestazioni – Ne abbiamo parlato con la sua direttrice, la professoressa Tatiana Crivelli
/ 06.05.2019
di Alessandro Zanoli

Un istituto ad alto tasso di interculturalità: il Romanisches Seminar dell’Università di Zurigo può sicuramente segnare un primato. Le sue studentesse e studenti sono confrontati con compagni di corso che approfondiscono la conoscenza di ben cinque lingue romanze, senza contare l’ormai inevitabile presenza in ambito accademico dell’inglese, lingua franca tra gli studiosi di tutto il mondo e, naturalmente, il tedesco che è la lingua ufficiale dell’Ateneo.

E come si lavora in un ambiente linguisticamente così vario e sfaccettato? Le assistenti, a cui poniamo la domanda, sorridono confermando che non è un grave problema, ma occorre di volta in volta capire qual è la lingua in cui intavolare le varie conversazioni. Il francese e l’italiano, in un modo o nell’altro lo parlano più o meno tutti. E se molti sanno lo spagnolo, non così tanti praticano il portoghese o il rumeno... per non parlare del romancio.

La docente di letteratura italiana Tatiana Crivelli (nella foto a lato), che è la Direttrice del Romanisches Seminar, invece, ci spiega che proprio questa «biodiversità» linguistica è una carta importante da giocare, soprattutto sul piano didattico. «Come Romanisches Seminar abbiamo ottenuto uno dei tre finanziamenti per progetti innovativi digitali messi a disposizione dal rettorato dell’Università. Stiamo elaborando degli strumenti didattici e metodi di insegnamento nuovi e moderni, che possano essere utilizzati dagli studenti di tutte le sezioni linguistiche. Si tratta ad esempio di video appositamente sottotitolati, che trattano quegli aspetti della ricerca letteraria che sono comuni per le varie lingue. In questo modo ottimizziamo le nostre risorse e permettiamo agli studenti di familiarizzarsi anche con le altre lingue romanze, condividendo così un patrimonio di competenze linguistiche».

Tatiana Crivelli, di origine ticinese, è da due anni a capo del RoSe, una carica che dura un quadriennio e che le conferisce il ruolo di coordinatore delle attività ma anche un’importante responsabilità nella gestione di tutta l’attività progettuale del Seminario. Le Università oggi, lungi dal rappresentare istituzioni garantite e privilegiate, devono combattere anno dopo anno e reperire fondi e finanziamenti per i loro progetti, su un mercato dell’insegnamento in costante evoluzione e caratterizzato da una forte concorrenza. «Oggi le giovani ricercatrici e i ricercatori devono inserire nel loro curriculum, oltre alle necessarie doti di competenza nella loro materia, anche la dimostrazione delle loro capacità di fund-raising indipendente, mostrandosi in grado di reperire un sostegno economico al proprio lavoro» ci spiega la Prof. Crivelli.

Eh sì, le cose con il passare degli anni evolvono. Qualcuno ricorderà che, un tempo, i vecchi ordinamenti prevedevano per la formazione universitaria la classica suddivisione in facoltà di Phil. I (quelle a indirizzo umanistico) e Phil. II (quelle scientifiche). Oggi tale visione è superata. «Dopo la riforma di Bologna, il nostro seminario fa parte della Philosophische Fakultät, una delle sette facoltà che compongono l’Università. Per ciò che riguarda la riforma di Bologna, stiamo già vivendone la terza versione, che prenderà avvio tra breve e che comporterà ad esempio la riduzione delle materie di studio a due (in luogo delle tradizionali tre), una Major e una Minor, entrambe naturalmente incluse nella nuova suddivisione dei curricula in Bachelor (laurea triennale) e Master (laurea specialistica)».

La struttura degli studi è dunque in continua evoluzione e la scelta di proporre curricula modulati a seconda dei più svariati interessi degli studenti è uno dei modi per mantenere attrattiva l’offerta didattica. «Posso dire di essere piuttosto soddisfatta. All’interno del Romanisches Seminar il settore dell’italianistica mantiene negli anni un numero regolare di iscritti. Esiste quindi un numero costante di persone che vuole continuare a studiare l’italiano, e questo non vale per tutte le altre lingue». In un periodo in cui a livello nazionale l’italiano sembra perdere di attenzione nei programmi scolastici, questa solidità è sicuramente una buona notizia.

Il 2019 segna per il Romanisches Seminar, tra l’altro, il raggiungimento di un traguardo molto importante. Si festeggiano infatti i 125 anni dalla sua fondazione. Questo compleanno più che secolare viene festeggiato con una nutrita serie di manifestazioni. «Abbiamo voluto estendere le celebrazioni lungo tutto l’anno, invece che concentrarle in poche giornate. Il calendario che abbiamo approntato comprende appuntamenti più specificamente accademici e momenti invece più conviviali. Oltre a ciò, abbiamo voluto inserire delle iniziative a sfondo concretamente sociale, proponendo ad esempio dei momenti di lettura in una casa per anziani che ospita lavoratori delle comunità italiana e spagnola, oppure corsi di francese gratuiti per i richiedenti l’asilo».

Da ricordare alcune iniziative che saranno fruibili anche da un pubblico più ampio: in particolare la settimana delle porte aperte, prevista dal 6 al 10 maggio, e la serata dedicata ai giovani ricercatori, che presenteranno i loro lavori di dottorato in forma teatrale e con performances il 19 e 20 settembre prossimi. A tutto ciò si affianca un’iniziativa editoriale più tradizionale, una pubblicazione miscellanea sulla storia del Seminario.

Il programma completo della manifestazione è pubblicato sul nuovo sito web del Rose, che ospita anche contributi filmati relativi allo studio dell’italianistica utilizzando il web come canale principale di diffusione. È all’insegna del dinamismo e della multiculturalità, quindi che si festeggia a Zurigo più di un secolo di un intenso lavoro. Un impegno che ha visto anche moltissimi studenti ticinesi muovere qui i loro primi passi accademici ed acquisire solidi strumenti per affrontare con successo la loro professione.