È un molteplice omaggio quello che Giovanni Luisoni racchiude nella sua ultima, recentissima pubblicazione, Il risveglio del dimenticato (Salvioni Edizioni). Innanzitutto al «suo» Mendrisiotto – per anni cercato, scovato, ritratto e definito nel sottotitolo Microcosmo in bianco e nero; alla sua gente, illustre o modesta che sia: si va da Alberto Nessi al grafico Max Huber, al gallerista Gino Macconi, passando dal compianto e oggi forse un po’ ingiustamente dimenticato Miro Carcano, assorto nel suo atelier di Riva San Vitale; dallo scultore Rolf Brem a Morbio Superiore (un’istantanea che ci ha ricordato quella celebre scatta da Henry Cartier Bresson a Saint Paul de Vence nel 1944 a Matisse) per arrivare allo spazzacamino Stocker (severamente austero e di nero vestito come nella più classica iconografia Ottocentesca), ai carneadi Daniele il cantoniere, Alfonso il falegname, Remo il postino o la sciura Mariuccia sui monti di Cabbio. Luisoni si accosta a tutte queste figure con sensibile discrezione, quasi che il suo obiettivo volesse dir loro «Sono uno di voi, né più né meno, concedetemi semplicemente di condividere un istante che la mia professione mi permette di rendere immortale».
Un altro omaggio riguarda colui che Luisoni considera il suo Maestro, Gino Pedroli: ognuno dei nove capitoli in cui è suddiviso il libro si apre con un’immagine del pioniere momò della fotografia, immediatamente seguita da ciò Luisoni ha fermato sulla pellicola («Sono troppo vecchio per entusiasmarmi del digitale») tenendo ben presente la lezione di Pedroli. Ecco dunque una natura spesso oltraggiata, i momenti di convivialità (i giochi al palio e le storiche processioni pasquali di Mendrisio), gli eventi eccezionali e/o estemporanei (l’uscita del lago a Riva S. Vitale, l’adunata dei pompieri, tutti sull’«attenti fiss!»).Giovanni Luisoni il modesto si dice «semplice testimone del mio tempo e della mia Terra».
Ma a chi sfoglierà il suo libro (o visiterà la mostra attualmente in corso alla Casa Pessina di Ligornetto fino al 29.9) non sfuggiranno le assonanze con alcuni grandi nomi della storia dell’arte: Dialogo e Increspature alla Valle della Crotta rimandano ai giochi grafici di M.C. Esher, così come l’Istituto Agrario di Mezzana o l’acquedotto in Campagnadorna potrebbero ben figurare nel portfolio di Gabriele Basilico.