Dove e quando
Félix Fénéon. Les temps nouveaux. A cura di Isabelle Cahn e Philippe Peltier. Musée de l’Orangerie, Parigi. Fino al 27 gennaio. Catalogo coédition des Musées d’Orsay et de l’Orangerie, du Musée quai Branly e della Réunion des musées nationaux Grand Palais, euro 39.90. www.musee-orangerie.fr


Un critico sottile e acuto

Félix Fénéon al Musée de l’Orangerie di Parigi
/ 06.01.2020
di Gianluigi Bellei

Se non avete mai visto I funerali dell’anarchico Galli di Carlo Carrà dovete andare subito a Parigi. Di solito si trova al Museum of Modern Art di New York e viene spostato raramente. Fino al 27 gennaio lo potete ammirare all’Orangerie di Parigi, all’interno di una strepitosa esposizione dedicata a Félix Fénéon, editore, giornalista, traduttore, gallerista, critico, collezionista, anarchico. Un dipinto, questo, che ha fatto la storia del Futurismo e che supera certamente analoghe tele di Boccioni.

Prima di parlare della mostra e di Félix Fénéon occupiamoci del quadro. A Milano nel 1904 durante uno sciopero viene ucciso l’anarchico Galli. Carrà partecipa ai suoi funerali e scrive: «Vedevo innanzi a me la bara tutta coperta di garofani rossi ondeggiare minacciosamente sulle spalle dei portatori; vedevo i cavalli imbizzarrirsi, i bastoni e le lance urtarsi, si che a me pareva che la salma avesse a cadere da un momento all’altro a terra e i cavalli la calpestassero». Dopo i funerali Carrà esegue un disegno dal quale trarrà il dipinto. Nel Manifesto tecnico della pittura futurista del 1910 fece scrivere, proprio per questo accadimento, la famosa frase: «Noi metteremo lo spettatore al centro del quadro». I funerali dell’anarchico Galli sono un capolavoro di movimento, figure, con enormi ventagli di colori a creare delle forze centrifughe che ondeggiano fra bandiere nere, il drappo rosso, i cavalli e il sole che irrompe prepotente nella scena.

È proprio Fénéon che si fa garante a Parigi dei futuristi, in qualità di direttore artistico della galleria Bernheim-Jeune, per organizzare una mostra che si tiene dal 5 al 24 febbraio 1912. Cinque gli artisti: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini e Giacomo Balla. Luigi Russolo espone La rivolta, Umberto Boccioni La risata, ambedue del 1911, e Carrà appunto I funerali dell’anarchico Galli. Tutti all’Orangerie, oggi. Vengono presentati da Fénéon come i più progressisti d’Europa.

Félix Fénéon (1861-1944) nasce a Torino. Frequenta l’École normale di Cluny e poi il liceo Lamartine a Mâcon. Dopo il servizio militare entra per concorso al Ministero della guerra e va a lavorare a Parigi. Nel 1884 al Salon du groupe des Artiste indépendants incontra Georges Seurat. Dall’anno successivo partecipa ai celebri martedì a casa di Stéphane Mallarmé.

È il periodo della repressione anarchica. Nel 1892 tre attentati sconquassano Parigi. Il 30 marzo viene arrestato Ravachol. Nello stesso momento la polizia apre un fascicolo su Fénéon. Il 10 luglio Ravachol è ghigliottinato. Il 9 dicembre 1893 Auguste Vaillant lancia una bomba nella Camera dei deputati. Il 5 febbraio 1894 viene giustiziato. Entrambi diventano martiri. Il 12 febbraio Émile Henry lancia un’altra bomba contro il caffè Terminus alla Gare Saint-Lazare. Provoca un morto e numerosi feriti. Henry viene arrestato. Matha, suo compagno, consegna tutto il materiale per confezionare le bombe a Fénéon, loro amico. Il 4 aprile c’è un altro attentato al ristorante Foyot di fronte al Senato. Un morto. Venti giorni dopo Matha viene arrestato e un commissario pensa di aver trovato la prova della complicità con Fénéon. Il 25 aprile una perquisizione al Ministero della guerra permette di rinvenire una vasta corrispondenza con artisti e anarchici e soprattutto dei detonatori e dei flaconi di mercurio. Fénéon viene arrestato. Su «Le soir» Mallarmé e Verlaine prendono le sue difese. Il 21 maggio Henry è condannato a morte. Un mese più tardi il presidente della repubblica francese Sadi Carnot viene assassinato da Sante Caserio che sarà ghigliottinato il 16 agosto. Nel frattempo è arrestato anche il pittore Maximilian Luce.

Il processo a Fénéon inizia il 5 agosto. È chiamato il «Processo dei Trenta», con il quale il governo francese tenta di reprimere l’anarchismo «colpendone gli esponenti più carismatici». Fra gli accusati, oltre a Fénéon, ci sono Sébastien Faure, Jean Grave, Charles Chatel, il pittore Ivan Aguéli, Léon Ortiz… L’8 agosto Mallarmé e Charles Henry testimoniano a favore di Fénéon dicendo che è il critico più sottile e acuto che esista. Il 12 agosto tutti gli accusati vengono assolti.

Fénéon ha sostenuto sempre i suoi amici puntinisti, soprattutto Seurat, «quasi un Puvis de Chavannes in abiti moderni», e Signac, «con la sua frenesia luminosa», oltre a Cross e Luce. Ed è stato proprio Signac a dedicargli un ritratto con un fiore in mano, il solito pizzetto demoniaco e lo sfondo rutilante.

Fénéon è stato pure un collezionista di arti primitive che lui ha definito «arti lontane». Nella sua casa, accanto a dipinti di artisti contemporanei, possiamo trovare quindi opere provenienti dall’Oceania e dall’Africa. Più di 400 pezzi di grande qualità fra i quali dominava la statuaria africana con le maschere gouro, baoulé, kota, mabea. Alcune di queste sono state esposte dal 27 maggio al 6 ottobre al Musée du quai Branly – Jacques Chirac e una parte è oggi all’Orangerie accanto a capolavori come Au temps d’Harmonie di Signac, Les Poseuses e Un Dimanche à la Grande Jatte di Seurat, la scandalosa Femme assoupie o Félix Fénéon à la Revue Blanche ambedue di Bonnard.

Ed è proprio alla «Revue Blanche» che Fénéon, in qualità di redattore capo, difendeva gli artisti innovatori come Toulouse-Lautrec, Bonnard, Vuillard, Gauguin, Mallarmé, Verlaine, Debussy, Proust, Gide, Wilde, Apollinaire e pubblica Dostoevskij e Stendhal. Dal 1920 al 1924 quale direttore delle edizioni La Sirène pubblicava Cendrars, Cocteau, Joyce, Stevenson. Dopo il 1903 scriveva su «Le Figaro»e poi su «Le Matin». È famoso per gli scritti brevi e folgoranti. Apollinaire diceva che era uno scrittore «mai troppo prodigo della propria prosa e laconico nell’esternazione».

Ottimo allestimento, buone le luci, catalogo con anche l’indice dei nomi. Dal 22 marzo al 25 luglio 2020 una sintesi delle due esposizioni parigine sarà presentata al Museum of Modern Art di New York dal quale provengono parecchie opere.