Dove e quando
Festa della musica, Mendrisio, 21-22 giugno 2019. www.festadellamusica.ch


Tante musiche e una sola Festa per viverle

Gabriele Merlo ci introduce all’edizione di quest’anno della Festa della musica di Mendrisio
/ 17.06.2019
di Zeno Gabaglio

In Ticino si è specialisti a nascere vecchi, con attitudini e mentalità spesso più antiche rispetto a quelle di chi ci ha messo al mondo. Intendiamoci: non che la novità e la giovinezza a qualunque costo siano valori fondamentali, ma necessario sarebbe almeno darci la possibilità di frequentare idee e gusti non adagiati sulle consuetudini del tempo che fu. Prendendo atto che il mondo cambia e con esso l’uomo, anche se può non farci tanto piacere.

Una fatale consapevolezza, questa, che dovrebbe coinvolgere in primis le iniziative culturali, reiterando la conseguente e fatidica domanda sul proprio senso, sulla propria collocazione spazio-temporale, sui propri contenuti. Ma questo – va da sé – capita assai di rado.

In ambito musicale un’eccezione recente e virtuosa è quella costituita dalla Festa della musica di Mendrisio. Manifestazione nata sei anni fa – adottando un modello in auge sin dagli anni Settanta in ambito francofono – e che nel breve volgere di un lustro ha saputo coinvolgere un numero sempre crescente di spettatori mantenendo saldi i principi caratterizzanti la propria formula: libero accesso, grande varietà di generi concomitanti, ricerca di contenuti sempre nuovi e originali.

«L’idea è venuta a un gruppo di amici che, per motivi di studio, aveva vissuto diverso tempo in Romandia» racconta Gabriele Merlo, responsabile programmazione, membro di comitato e cofondatore della Festa. «Una volta rientrati nel Mendrisiotto si era pensato di riproporre quel modello che avevamo visto funzionare bene a Losanna, Ginevra, Friborgo o Neuchâtel». Un’idea che da subito ha funzionato, restituendo l’ampiezza del concetto di «musica» in più spazi e con generi musicali diversi – dalla classica al folk, alla popular music – che coinvolgono interessanti realtà del territorio, e non solo. «All’inizio avevamo dei palchi attivi soprattutto di giorno mentre la parte serale si svolgeva negli esercizi pubblici di Mendrisio. Adesso la Festa è diventata quasi un festival, con una fitta programmazione serale su palchi ad hoc nelle vie del Borgo, con una media di 7-8000 persone che raggiungono Mendrisio per ascoltare i concerti, tutti offerti gratuitamente».

Se la gratuità degli eventi musicali è spesso diseducativa – e sul lungo termine anche deleteria – il caso della Festa della musica è forse l’unica eccezione tollerabile, in un senso educativo, perché con proposte molto diverse e concomitanti si offre davvero un’apertura universale sulla molteplicità di valori incarnati dall’espressione musicale. Come a dire: se questa non ti piace, gira l’angolo e vedrai che la prossima ti piacerà – c’è una musica per ognuno di noi.

Un approccio emancipato e vario che regala agli organizzatori una rara libertà nelle scelte artistiche, e quindi sorprendenti scoperte anche per il pubblico. «Quando abbiamo cominciato eravamo probabilmente i primi e gli unici, in Ticino, a dare così tanto spazio alla musica del resto della Svizzera. La formula dell’iscrizione ci ha inoltre spontaneamente portato a conoscere tante nuove proposte di grande valore, a noi vicine ma non solo. L’intero comitato – formato da undici persone, tutte attive su base volontaria – è inoltre composto da assidui frequentatori di concerti, per cui è l’esperienza di ciascuno a regalarci stimoli nuovi e continui».

Per concludere, la domanda che a un organizzatore non si dovrebbe mai fare: quali le highlight della Festa 2019? «Comincerei dalla novità: l’anteprima serale del 21 giugno a LaFilanda con la sorprendente elettronica del beatmaker ticinese Lazy Marf ma pure la travolgente performer bernese-australiana Jessiquoi. Sabato non mi perderò le Velvet Two Stripes (pura energia rock’n’roll), lo spettacolo multicolore de I musicanti di Brahma e l’intensa voce di Animor».