ChiassoLetteraria è ormai diventato un appuntamento fisso nell’agenda culturale ticinese: il pubblico potrà seguire conferenze, letture pubbliche, proiezioni di film e documentari, cene con gli autori. Saranno presenti, tra gli altri, ospiti come lo psicanalista Massimo Recalcati, gli scrittori Donatella Di Pietrantonio, vincitrice del Premio Campiello 2017 con L’arminuta, e Tom Drury. Il romanzo di quest’ultimo, intitolato La fine dei vandalismi, primo della trilogia di Grouse County, è stato pubblicato a puntate sul «New Yorker», ricevendo elogi quasi unanimi. Molto spazio è dedicato alla letteratura svizzera e gli autori ticinesi saranno rappresentati da Alberto Nessi.
Alla sua tredicesima edizione, il festival del Mendrisiotto porta oggi con sé anche un denso panorama di eventi collaterali, costruiti insieme ai soggetti culturali presenti nel territorio, che hanno compreso il potenziale di questa manifestazione, arricchendone l’offerta: biblioteche, cinema, teatri e ristoranti si trasformano per ospitare scrittori e lettori. Ad esempio, Spazio Lampo, luogo di co-working, ospitato in quello che già era uno storico negozio cittadino dedicato alla fotografia, partecipa con un’iniziativa. È Aline d’Auria, co-fondatrice dello spazio, a raccontare dell’evento da lei curato e della programmazione culturale annuale che, sin dall’apertura nel 2015, costituisce il «Progetto Vetrina»: le vetrate su Via Livio, area inutilizzata da chi lavora qui, vengono destinate all’intervento di artisti visivi. Di volta in volta un autore diverso è chiamato a ripensare il volto di Spazio Lampo, caratterizzatosi ormai a tutti gli effetti quale luogo «off», complementare alle sedi ufficiali dei diversi festival che si svolgono a Chiasso nel corso dell’anno, dalla Biennale dell’Immagine a Festate, dal Festival Jazz a ChiassoLetteraria.
In quest’ultimo caso, la collaborazione è iniziata nel 2016. La scelta è quella di chiamare un artista a lavorare in relazione con il tema dell’edizione in corso. Aline d’Auria spiega: «Quando invitiamo un artista, si tratta per noi dell’occasione di dare una nuova identità, seppure temporanea, al nostro Spazio. Non siamo una galleria con una linea d’azione definitiva; vogliamo sperimentare e anche la collaborazione con i festival che si tengono in città ci permette di attrarre e conoscere pubblici differenti».
Laurent Kropf, artista svizzero nato a Losanna nel 1982 e residente a Bordeaux, è l’ospite per quest’edizione. Aline d’Auria rimase affascinata dal suo lavoro dopo avere visto l’opera Primary Structures (dal titolo della mostra seminale per la Minimal Art, tenutasi al Jewish Museum di New York nel 1966), presentata per la prima volta al Pavillon Suisse di Le Corbusier alla Cité Universitarie di Parigi. L’intervento parigino, in bilico fra riferimenti al minimalismo degli anni Sessanta e alle idee dell’architetto di La Chaux-de-Fonds, esemplificava bene la sua continua ricerca di una connessione con il patrimonio culturale del luogo in cui si trova ad operare. Il suo lavoro è così intessuto da continue citazioni che sta all’osservatore scoprire.
A dimostrare il riferimento a ChiassoLetteraria è il titolo della mostra. «Il mio romanzo inedito» è costituito da vari «capitoli» ed è incentrato sul tema del viaggio. Quest’ultimo concetto è ispirato proprio al tema dell’edizione 2018 del festival, il tabù. Se infatti si considera che la cittadina ticinese è oggi più che mai crocevia di traiettorie diverse, è interessante osservare come la problematica venga di rado tematizzata. Le rotte dei migranti sono le prime a venire alla mente, ma non da meno sono il passaggio delle merci, la loro permanenza al punto franco e il forte impatto della ferrovia. Così l’artista, come gli compete per natura, si assume il compito di portare ai nostri occhi temi scomodi, complessi e difficili da affrontare tramite una riflessione razionale.
Ancora Aline d’Auria racconta: «Quando, un anno fa, ho deciso di invitare Laurent Kropf a Chiasso, lui ha accettato con entusiasmo e subito è venuto per visitare la città, dalla quale è rimasto molto impressionato. Ne è scaturita una riflessione sul tema del viaggio richiamata a vari livelli nella mostra: si tratta del suo viaggio in auto dalla Francia per arrivare in Ticino, ma anche di quello che determina oggi il volto della città, la sua ambivalenza fra persone che di qui vorrebbero solo transitare e merci che invece sono ferme». Ritornando all’attenzione di Kropf per il genius loci e per l’identità storico-artistica del luogo, il Punto franco ha costituito motivo di grande interesse. Così, l’artista ha scelto di ripercorrere le vicende del suo progettista, l’ingegnere bernese Robert Maillart che si distinse per l’uso che seppe fare del cemento armato per edifici e ponti, prima che questo materiale cominciasse ad avere un uso sistematico».
Il lavoro di Laurent Kropf a Chiasso si determinerà quindi come una serie di installazioni presso lo Spazio Lampo. Si tratterà dei capitoli del suo «romanzo inedito». Come spiega l’artista, si può pensare a questo intervento come a un grande armadio e alle opere che lo costituiscono come a cassetti, all’interno dei quali ogni visitatore potrà trovare immagini, riferimenti e storie che fanno parte della narrazione.
L’inaugurazione della mostra avrà luogo giovedì 3 maggio alle ore 18. Il momento di apertura costituirà il momento principale dell’evento, anche grazie alla presenza di due musicisti di rilievo: Paolo Spaccamonti, chitarrista e compositore di Torino, e Jochen Arbeit, membro del gruppo berlinese degli Einstürzende Neubauten, che sin dagli anni Novanta ha influenzato in maniera determinante lo sviluppo della musica sperimentale. Responsabile della programmazione musicale è Francesco Giudici, co-fondatore di Spazio Lampo, che lavora affinché il tutto non si riduca a un semplice concerto durante il vernissage. Ai musicisti viene chiesto di entrare in un vero e proprio dialogo con le opere visive ospitate. L’improvvisazione musicale che il pubblico potrà seguire nella serata del 3 maggio sarà quindi in risposta all’opera di Laurent Kropf e ciò avverrà anche in considerazione del fatto che i due autori invitati producono sistematicamente la loro musica in relazione a ciò che li circonda, in particolare alle architetture urbane. Forse avverrà lo stesso anche a Chiasso, considerato il fascino post-industriale della città, il suo potenziale e lo sforzo oggi in atto per determinarne una nuova identità.