Strenne storiche per la Svizzera italiana

Volumi usciti nell’ultimo anno che trattano vicende passate del nostro territorio
/ 04.12.2017
di Alessandro Zanoli

La recente pubblicazione del libro di Gerry Mottis, Terra bruciata. Le streghe, il boia e il diavolo (Gabriele Capelli Editore, 2017) si inserisce in un genere editoriale che non sembra soffrire di crisi e che rifornisce a getto continuo gli appassionati. Abbiamo pensato quindi di proporre qui alcuni titoli del filone storico locale, che potrebbero rendersi utili, magari anche solo come segnalazione prenatalizia per un regalo.

Che gli avvenimenti storici possano essere trasposti in forma romanzesca Mottis lo sa bene. Lo dimostrava anche il suo precedente libro Fratelli neri. Storia dei primi internati africani nella Svizzera italiana (Dadò, 2015). Qui però l’impegno si fa molto più corposo, per dare luogo ad un volume di quasi 450 pagine. Il romanzo si concentra sulla figura di Kasper Abadeus, un boia che diventa protagonista di un noir mesolcinese di grande respiro e ambizione. Scandito da opportune citazioni del Malleus maleficarum, libro guida degli inquisitori della Controriforma, il romanzo di Mottis sembra volerci far paura ad ogni inizio di capitolo. Il suo collegamento alla storia della Mesolcina, per quanto elaborato come una fiction, finisce però per richiamarci sempre alla realtà degli eventi di allora. I documenti storici in appendice al libro ci forniscono persino la materia da cui il lettore può ricostruire la drammatizzazione compiuta da Mottis. Terra bruciata, al di là di tutto, è un bell’esempio di come non sia necessario andare lontano per trovare scenari degni di racconti fantasy (dimensione letteraria a cui la stessa copertina sembra volerci indirizzare): il tema dei processi alle streghe e agli stregoni fornisce elementi narrativi e raccapriccianti più che sufficienti.

Giorgio Tognola è un altro letterato e ricercatore che da tempo si immerge nel mare magnum costituito dai materiali degli archivi del Grigioni italiano (in particolare dall’Archivio A Marca, ma anche dall’Archivio regionale della Calanca) per portare a galla frammenti significativi della storia di quella parte della Svizzera italiana. Lo ha fatto in passato con Pur di magnar la suppa (Edizioni Ulivo, 2015), ed è tornato di recente con Tracce d’inchiostro. Scritti di donne e uomini che percorsero la Mesolcina e la Calanca tra i X e il XXI secolo (s.e., 2017) e in precedenza con Villa de Calancha. Storie di gente e luoghi di Santa Maria (Torriani, Bellinzona, 2016). Tracce d’inchiostro recupera i testi di 90 autori sull’arco di undici secoli: sono le testimonianze di scrittori, viaggiatori, eruditi che hanno attraversato Mesolcina e Calanca, lasciando nei loro scritti, appunto, una traccia di quel passaggio. Una lunga lista che inizia con Liutprando da Cremona nel 941 e termina con un testo del 2013 di Franco Binda, conosciuto esperto ticinese di archeologia preistorica. Tra gli altri 88 estensori, troviamo poi nomi noti e meno noti, tra cui spiccano per noi italofoni quelli di Luigi Lavizzari, Ugo Foscolo, Antonio Fogazzaro, Sabatino Lopez, Diego Valeri, Piero Chiara, ma anche quelli di Samuel Butler, Robert Walser e di molti altri. Una escursione sul territorio di quelle sempre affascinanti perché incentrata sul punto di vista esterno, sul «come ci vedono»: un esercizio importante per valutare meglio il valore della terra in cui viviamo e che a noi sfugge sempre un po’.

Più circostanziato e topograficamente circoscritto Villa de Calancha, volume dedicato da Tognola, appunto, alla Val Calanca. Il suo scopo è offrirci il ritratto vivo e curioso (pur nella precisione scientifica di una descrizione socio-etnografica) di una comunità di ristrette dimensioni ma non priva di una sua dinamicità interna e di una personalità. Tognola contribuisce con la sua abilità di sceneggiatore (gliela attribuisce nell’introduzione Marco Marcacci) a rendere interessanti e vivi i dettagli antropologici, che toccano vari aspetti della vita sociale, tra cui Chiesa, scuola, emigrazione, coltivazioni e allevamenti. Una parte interessante e drammatica è quella legata ai processi per stregoneria che si sono svolti in Calanca nell’epoca della Controriforma (e qui torniamo nell’ambito tematico del romanzo di Mottis). Il testo si conclude poi con un’appendice toponomastica agile e curiosa, a cui fanno da compendio un elenco dei nomi di famiglie e un album fotografico, entrambi di sicuro interesse per gli abitanti del luogo.

Un volume altrettanto documentato e stimolante per la ricchezza di punti di vista sulla storia regionale è, infine, Un viaggio in immagini sul Monte Generoso di Kurt Baumgartner (Dadò, 2017). Occupandosi di questa importante porzione del Sottoceneri, il libro la osserva sotto numerosi aspetti (storici, paesaggistici, turistici), senza trascurare naturalmente le particolarità che da tempo sappiamo al centro dell’interesse dello stesso redattore, cioè quelle filateliche e postali. Un libro che offre una quantità enorme di spunti e curiosità, illustrato con grande cura e attenzione.