Bibliografia
Sandra Petrignani, La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg. Neri Pozza 2018, 459 pagine.


Storia di una corsara

Sandra Petrignani offre un ritratto a tutto tondo di Natalia Ginzburg
/ 18.06.2018
di Pietro Montorfani

Non è davvero mancato il coraggio a Sandra Petrignani, autrice nota per la sua scrittura ibrida, tra romanzo e saggio, e per i numerosi ritratti al femminile, tra cui una potente biografia della Duras intitolata semplicemente Marguerite. Perché ci voleva coraggio nel mettere mano al «ritratto» (ma il libro è qualcosa di più) di una delle scrittrici più autobiografiche del Novecento italiano, aderente in tutto al proprio lessico famigliare, devota alla più piccola cronaca del quotidiano.

Scrivere di (su) Natalia Ginzburg, con l’ambizione di percorrerne l’intera parabola biografica, è quasi come voler raccontare la vita di un Proust o di Amiel: che cosa si può desiderare di aggiungere a quanto hanno detto loro, magistralmente, di loro stessi? Invece si può, si deve, raccontare la vita di questi scrittori, perché non è dall’abbondanza dei materiali che nasce una buona biografia, bensì dal suo punto di vista. È una questione di sguardo, prima ancora che di date e di dati.

Servivano insomma le lenti colorate di un caleidoscopio, filtri attraverso i quali ripercorrere una vita comunque eccezionale: dapprima la triste vicenda di Leone Ginzburg, il marito di Natalia ucciso dai nazisti nel carcere romano di Regina Coeli; poi i gloriosi anni della casa editrice Einaudi, di cui con Pavese e Calvino fu uno dei principali protagonisti, severissima nel censire le opere di narrativa italiana; infine l’ultima stagione, a fianco del secondo marito Gabriele Baldini e della figlia disabile, nel bel mezzo di una temperie politica e sociale che aveva mutato profondamente l’Italia che conosceva.

La Ginzburg, nata Levi a Palermo e cresciuta nella Torino antifascista di Piero Gobetti, poi lungamente a Roma e Firenze, ha attraversato tutto questo e Sandra Petrignani ce lo racconta con dovizia di particolari ma sempre con una ragione forte, uno sguardo fermo, un angolo di osservazione dichiarato e (se possibile) tendenzialmente oggettivo.

Nel turbine biografico di Natalia entrano ed escono personaggi memorabili della letteratura e della politica (da Pavese a Elsa Morante, da Olivetti a Garboli), al punto che il libro potrebbe essere consigliato non solo per il ritratto della protagonista, ma per l’affresco di un’intera stagione della cultura italiana e della storia drammatica del Novecento. Dalle leggi razziali al terrorismo degli anni Settanta, sorvolando sulle pur drammatiche vicende personali, attraverso la specola privilegiata e affascinante di una casa editrice che è stata senza alcun dubbio uno dei luoghi più alti di cultura civile e letteraria, c’era del resto materia sufficiente a riempire un buon libro per le nuove generazioni. 

Anche per questa ragione, la Petrignani contrae molti debiti nei confronti di chi prima di lei si è chinato con passione sulle medesime vicende, ma non manca comunque mai di aggiungere qualcosa di suo, sia essa un’intervista inedita a un testimone oculare, oppure la visita ai luoghi in cui si svolsero i fatti, o ancora un montaggio intelligente di passi dei libri di Natalia, la cui opera mostra di conoscere nel dettaglio. Chiuso questo mezzo migliaio di pagine, resta viva la voglia di tornare a leggere quelle della Ginzburg, consapevoli del fatto che potrebbero risultarci in parte nuove. Davvero il migliore servizio che le si potesse fare.