Imprescindibile: la borsa, o borsetta, o clutch, cestino, tracolla, zainetto. Questo oggetto del desiderio ha alcune caratteristiche, anche queste imprescindibili. La borsa è un buco nero, anche se piccola divora ciò che contiene. Essa ha una volontà propria, si accanisce non contro un inutile pieghevole o un fazzoletto con cui si è tolto il rimmel (una donna ha sempre un motivo per commuoversi, si sopporti l’eufemismo). L’accanimento è, in ordine, contro le chiavi della macchina, quando un maleducato chiede di toglierla dalla doppia fila, ma allora a cosa servono le quattro lampadine che richiamano il Natale? Seguono il portafoglio, non l’hanno preso i ladri, se l’è divorato la borsa. Ma guardiamo invece al lato positivo. Non possono capire, i maschi, l’effetto dell’acquisto di una borsa, somiglia ad altre cento che hai pressato nell’armadio, ma la serotonina si impenna, il mondo sbiadisce, siete solo voi due, o la borsa o la vita. È stato sempre così? Abbiano delle prove.
Il museo Hendrikye, che si trova a Amsterdam, è suddiviso per epoche storiche, dal tardo Medioevo fino al giorno d’oggi. La collezione mostra borse di innumerevoli forme, funzioni, materiali e decorazioni: è formata da più di quattromila borse, borse a tracolla, sacche, valigie e accessori. Non andate, suscita emozioni e desideri che potrebbero trasformarsi in gravi malattie: shopping compulsivo, depressione per la perdita di un’occasione che mai si ripeterà, rancore del partner che stupidamente ricorda le borse stipate nell’armadio. Però però. Abbiamo un modello. La regina Elisabetta ha una borsetta sempre nera, che porta con sé anche in casa, un’arma di difesa (vabbè ne ha duecento, ma tutte simili o uguali). Hanno scritto libri sul contenuto, notiamo innanzitutto la comodità di una borsa che non va scelta, uno dei drammi dell’essere donna. Che cosa contiene quell’accessorio di cui potrebbe fare a meno con un gesto?
Ogni donna ha i suoi segreti, più o meno di stato, che custodisce gelosamente.
Sul contenuto si è a lungo fantasticato, come nel caso di Mary Poppins (gioielli? codici nucleari?). Elisabetta II mette in borsa due paia di occhiali, una stilografica, qualche mentina e il rossetto, foto di famiglia, un temperino, parole crociate per ingannare il tempo e crocchette per i cagnolini.
Si tratta insomma della sporta di una nonna. Eppure a renderla unica è l’uso che ne fa la regina: quella borsa lancia messaggi in codice, a seconda della posizione comunica allo staff reale stati d’animo e desideri da esaudire. Se per esempio la borsa di turno viene appoggiata sulla tavola durante una cena significa che la regina desidera alzarsi entro cinque minuti. Se la posa a terra si sta annoiando. Quando la sposta da un braccio all’altro mentre parla con qualcuno non vede l’ora di andarsene. A noi nessuno chiederà segnali, ma comprare una borsa colorata rimane una adorabile panacea.