I film tratti da Ian McEwan sono come gli autobus, scrive il «Times». Dieci anni senza vederne uno, poi ne arrivano tre insieme. In effetti, era da Espiazione di Joe Wright (con Keira Kightley in un abito da sera smeraldo mai più dimenticato) che le storie di Ian Macabre erano trascurate dai registi. Prima ci aveva provato Harold Pinter, il commediografo delle pause, sceneggiando Cortesie per gli ospiti: purtroppo al cinema i silenzi non hanno il valore aggiunto che il premio Nobel è convinto abbiano in teatro. E c’era stato Il giardino di cemento di Andrew Birkin, da uno dei racconti più cupi dello scrittore.
Non ci avevamo neanche fatto troppo caso, per nove anni almeno. Poi è arrivato il magnifico romanzo Nel guscio – un amletino ancora nella pancia della mamma che sa già parecchie cose sul mondo e sui tradimenti, e spiffera ogni cosa. Subito abbiamo pregato: speriamo che a nessun regista venga mai in mente di ricavarne un film, abbiamo già la serie Senti chi parla – con la voce americana di Bruce Willis e la voce italiana di Paolo Villaggio. Non serve una versione intellettuale del neonato parlante.
I registi innamorati dello scrittore hanno scelto altri titoli, più saggiamente. Lo scorso settembre sulla BBC è andato in onda The Child in Time, ovvero Bambini nel tempo. Il prossimo anno nei cinema usciranno On Chesil Beach – titolo italiano Chesil Beach, Einaudi come tutti i romanzi dello scrittore. E The Children Act, titolo italiano La ballata di Adam Henry. Nel guscio dovrebbe starsene tranquillo sullo scaffale fino al prossimo gruppo di autobus.
Per Bambini nel tempo – la tragica storia di un padre che perde di vista la figlia per un attimo al supermercato, e non la ritrova più – il regista Julian Farino ha scelto Benedict Cumberbatch e Kelly MacDonald. Lui è diventato famoso nei panni di un moderno Sherlock Holmes. Lei deve tutto a Trainspotting di Danny Boyle: trascorre una notte di sesso scatenato con Mark Renton, la mattina dopo esce di casa con la divisa scolastica, un saluto ai genitori che fanno colazione e sembrano non aver notato nulla di strano. Come genitori straziati, rendono l’idea.
«A lyrical and rapturous film», scrive «Variety» di Chesil Beach. Lo dirige Doug Biro (non abbiamo capito se lontano parente della penna a sfera, brevettata dall’inventore ungherese László Bíró). Racconta un infernale viaggio di nozze, la sposina è Saoirse Ronan, ora molto applaudita anche per il suo ruolo in Lady Bird di Greta Gerwig, reginetta del cinema indipendente USA. La sposina è imbranata, il marito peggio, siamo alla vigilia dell’annus mirabilis così immortalato nella poesia di Philip Larkin: «La vita sessuale è cominciata nel millenovecentosessantatré / (che era già piuttosto tardi per me) / tra la fine del bando a Lady Chatterley / e i Beatles con il primo trentatré». La generazione cresciuta con you porn stenterà a crederlo, ma Ian McEwan racconta un dramma vero. Accompagnato da un rimuginare difficilissimo da rendere sullo schermo.
Stanley Tucci e Emma Thompson sono gli attori di La ballata di Adam Henry, scelti dal regista Richard Eyre, negli anni 90 direttore artistico del Royal National Theater. Al cinema ha diretto Iris: la vita e soprattutto l’Alzheimer della romanziera Iris Murdoch, con Judy Dench. E Diario di uno scandalo, tratto da un romanzo di Zoe Heller, con Cate Blanchett: la torbida vicenda di un’insegnante che va a letto con un suo studente, e la perfidia di una collega-amica che la rovinerà. Ottimi allenamenti per avventurarsi nel mondo di McEwan.
Più stupore desta l’altra linea di autobus che non passava da un po’, e invece ora ne arrivano un paio. Due film tratti da romanzi di Agatha Christie, che credevamo spazzata via dalla moda dei serial killer. Vedere, per credere, su Netflix, la serie Mindhunter: ricostruisce i primi tentativi di profiling criminale, negli anni 70 (qualche episodio è diretto dallo specialista in materia David Fincher).
Mistero a Crooked House, diretto da Gilles Paquet-Brenner, è esattamente come previsto. Ricco cast multigenerazionale – da Glenn Close a Gemma Arterton, da Christina Hendrick di Mad Men a Gillian Anderson di X-Files, da Gabriel Byrne a Terence Stamp – e una lentezza sparita da decenni. Speriamo faccia meglio Kenneth Branagh, con Assassinio sull’Orient Express. Servirà parecchia fantasia, oltre alla vagonata di bravi attori: Penelope Cruz, Johnny Depp, Michelle Pfeiffer. Sappiamo già tutti – o quasi – chi è l’assassino.