L’avevamo certamente amata per quella sua descrizione di Élisa, protagonista ne La donna di Gilles di un amore totale, dimentico di sé, capace di annullarsi proprio (né più né meno) in virtù dello stesso amore. Allora era la tragica storia di un ménage à trois semplice quanto violento e profondo, poiché vedeva coinvolti, in un carosello di emozioni e disperazione, appunto Élisa e suo marito Gilles, che si innamora perdutamente dell’affascinante cognata – sorella della moglie. Invece di giurare vendetta ai due traditori, invece di lottare per preservare il proprio ruolo di prima donna all’interno del cuore del marito così da salvaguardare un amore che è anche ragione di vita, la povera Élisa arriva non solo ad annullarsi, ma diventa la confidente e complice del marito in un gioco macabro e destinato a lasciarsi appresso unicamente un’irreversibile scia di dolore. Ora la belga Madeleine Bourdouxhe (1906-1996), amica di Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, ma non per questo amante della ribalta, o alla ricerca di un’appartenenza letteraria o politica (l’unica «concessione» che fece, ma che concessione!, fu l’attivismo antinazista) grazie ad Adelphi torna in libreria con nuovo romanzo.
Marie aspetta Marie, scritto all’inizio degli Anni Quaranta del Novecento, non confronta più il lettore con una categorizzazione femminile che in qualche modo risponde ad aspettative soprattutto maschili e, diciamolo, permeate di una visione del ruolo femminile molto limitata e limitante come in fondo l’hanno a lungo pretesa società e chiesa, ma gli permette di respirare a pieni polmoni il più gratificante ed equo degli afflati, quello della libertà.
Marie ama il marito Jean, di un amore tenero e disinteressato, contraddistinto da una devozione senza secondi fini, che la rende diversa da tutte le amiche e le coetanee, perennemente alla ricerca o in attesa dell’uomo giusto. Ma sarà proprio lei, quella Marie appagata, contraccambiata da una vita serena nell’amatissima (e così ben descritta) Parigi, a perdere la testa inaspettatamente per il giovane e nervoso corpo di uno sconosciuto, intravvisto per caso su una spiaggia durante le vacanze con il marito in Costa Azzurra. Non sarà un amore distruttivo, forse non sarà nemmeno un amore, quanto più la fotografia di un momento di dolce levità, di possibilità infinite, di coraggio insperato. Stati d’animo che porteranno una Marie sempre più leggera a cercare attivamente quel corpo nuovo ma pur sempre anonimo; gli ostacoli tra la protagonista e il fremito sensuale che gli incontri clandestini (pochi, densi) le procurano spariranno come neve al sole, poiché anche la più piccola chance di evasione, di redenzione, di piacere o di riscatto – ci ricorda l’autrice – è unicamente nelle mani di ogni donna.
Nel libro il paesaggio, così magistralmente raccontato, corre dunque a braccetto con le emozioni e gli stati d’animo. E Marie dopo ogni pagina diventa più Marie, come suggerisce il titolo, in un percorso di presa di coscienza che riguarda e tocca ogni donna, a patto che sia sincera con sé stessa fino in fondo.