Sedici sono le artiste che espongono nella Galleria Spazio Arte Valori di Giubiasco: Chiara Banfi, Simona Bellini, Eliana Bernasconi, Elena Bisignani, Dona De Carli, Katia Cattaneo, Céline Coduri, Bruna Ferrazzini, Naime Fonti, Giulia Fonti, Anna Godenzi, Miriam Meyer, Bryn Migliore, Adriana Milio, IvanaTaglioni, Isabella Waller. Con le artiste espongono bambini e adolescenti delle scuole elementari e medie, liceali e anziani. Si tratta di un lavoro corale sul tema della donna e dei suoi diritti, di una inedita e gioiosa opera collettiva dove intelligenza creativa e piacere del gioco si innestano su una forte istanza sociale che ne è il filo ispiratore: la data di chiusura della mostra infatti non è scelta a caso ma coincide con l’inizio della giornata dello sciopero delle donne che si svolge in tutta la Svizzera, e partecipa del fermento di una sempre nuova identità della donna che oggi vediamo manifestarsi ovunque.
Altre scuole si stanno muovendo con varie attività per sottolineare questa manifestazione: «Vogliamo far riflettere e dimostrare quanto lottare in comune sia importante», dice Adriana Milio, docente a alle Scuole Medie di Barbengo che ha presieduto alla nascita di questo progetto artistico collettivo nel quale ha coinvolto non solo i suoi allievi, ma persone di ogni età, «perché una riflessione portata avanti a 360° da bambini, adolescenti, liceali, anziani, persone di ogni età che usano lo stesso strumento permette di comunicare con l’arte e in modo del tutto spontaneo una visione globale e sociale». Come si diceva, oltre alle artiste hanno lavorato allo stesso obiettivo bambini delle elementari di Stabio e Barbengo, delle medie di Barbengo, Mendrisio, Gravesano, della Scuola americana di Montagnola e del CSIA di Lugano.
«Le artiste Simona Bellini e Elena Bisignani», continua ancora Adriana, «hanno aderito con entusiasmo a questa mia idea, mi hanno sostenuta sin dall’inizio e insieme abbiamo lavorato alla sua realizzazione, ogni partecipante ha avuto un piccolo telo dove il tema era rappresentare con libertà di tecnica l’idea primaria che per ognuno rappresenta la donna, tutti i partecipanti hanno quindi utilizzato un piccolo spazio identico, 36 cm x 36, e al termine i 340 “telini” (questo il numero dei partecipanti) sono stati ricuciti e saldati insieme». Con un’operazione, questo è importante da cogliere, insieme reale e simbolica, sono andati a comporre un’unica grande tela-manifesto.
Ma la passione sociale unita al pragmatismo di Adriana Milio non si è fermata qui: «A Barbengo, sempre ricollegandomi allo sciopero, nel corso di una “settimana della donna” ho chiesto agli allievi di scrivere delle riflessioni sulla donna sopra dei petali colorati, le ho raccolte, per la maggior parte erano anonime, quasi avessero timore di esprimersi, e le ho fatte illustrare da ragazzi di altre classi. Ne è scaturito un libretto: “Donna, riflessioni dei ragazzi di oggi” che contiene i disegni di alcune Classi della Scuola media di Barbengo». «Il viaggio del grande telo dove voci diverse formano un coro», ci spiega ancora Adriana, «non si fermerà qui, continueremo a proporlo in altri luoghi espositivi, rivolgendoci a persone di ogni età. Questa iniziativa che senza intermediari parla attraverso l’arte ha fatto breccia nelle scuole; è un progetto collettivo carico di un forte desiderio di inclusione, un messaggio sociale che rompe gioiosamente la logica individualistica e solitaria che spesso accompagna chi espone. Le immagini di questo grande telo fatto di piccole parti tutte diverse parlano un unico linguaggio, quello di chi è ha compreso che difendere i diritti della donna significa difendere i diritti di tutti.