Dove e quando
Der zerbrochne Krug, regia di Barbara Frey, Zurigo, Schauspielhaus.


Quando la brocca si ruppe

La fortunata pièce di Heinrich Von Kleist, in cartellone alla Schauspielhaus di Zurigo nell’allestimento della direttrice Barbara Frey
/ 18.12.2017
di Marinella Polli

Der Zerbrochne Krug (La brocca rotta), attualmente in cartellone alla Schauspielhaus di Zurigo per la regia della padrona di casa Barbara Frey, viene considerata da generazioni l’opera perfetta di Heinrich von Kleist, nonché una delle commedie più riuscite del teatro tedesco. Una commedia esemplare strutturata con finezza, i cui dettagli e indizi si dispiegano uno dopo l’altro, culminando in un finale che tutti comunque già si aspettano; vale a dire una commedia degli errori che si districa gradualmente, ma completamente solo nella parte conclusiva, catturando però a partire da subito l’attenzione, nonostante il fatto principale sia già chiaro sin dalla prima scena, e il pubblico sia perfettamente consapevole di una verità da tutti i personaggi mascherata e taciuta.

Un unico sostanzioso atto, peraltro riarticolato in tre atti dal grande Goethe (non esattamente un ammiratore di Kleist), il primo a metterla in scena nel 1808. Una pièce che, coniugando divertimento a momenti di profonda riflessione sulla natura umana e su situazioni universali e fuori dal tempo, e andando ben oltre l’incidente della brocca rotta, indaga meschinità umana, scarsa moralità, corruzione, abuso di potere, nonché tutti i tentativi di manipolazione dei personaggi, in tutte le relative dinamiche della reciproca comunicazione. Dinamiche peraltro non sempre attendibili, ed è appunto su questa inattendibilità della comunicazione (Kleist aveva letto avidamente Kant) che Barbara Frey punta, sottolineando magistralmente come i personaggi vogliono in apparenza chiarire un fatto, la rottura di una brocca, volendo in realtà nasconderlo per nascondere le proprie colpe, e per dunque ottenere ogni cosa fuorché la giustizia.

Anche l’ambiente scenico funzionale di Muriel Gerstner (scena girevole ad angusti scomparti da cui escono e rientrano i vari personaggi ascoltati durante l’udienza) sta a simboleggiare sotterfugio, clandestinità e menzogna. La Frey si avvale però innanzitutto di un cast dalle notevoli capacità attoriali sempre in grado di resistere alla sollecitazione delle battute più esilaranti senza cadere nella caricatura.

Ottima la prestazione di Markus Scheumann nel ruolo del colpevolissimo giudice Adamo innamorato di tutte le Eve di questo mondo, fra il Falstaff scespiriano, il fauno e il Don Giovanni mancato. Gli sono pari tutti gli altri attori, da Hans Kremer nei panni di Walter, il consigliere di giustizia che, arrivando all’improvviso per un’ispezione approfondita, causa la massima agitazione, a Frederike Wagner in quelli di mamma Marta l’accusatrice del fidanzato della figlia. Fino a Lisa Katrina Meyer nella parte di Eva, sempre in bilico fra ingenuità e astuzia e in fondo la sola che potrebbe risolvere la questione, se soltanto rivelasse il nome del visitatore notturno: si noti come qui sia Adamo il seduttore di Eva, e non il contrario.

Vi è poi Inga Busch nei panni maschili di Ruprecht, il fidanzato che continua a difendersi sostenendo di non essersi introdotto in casa di Eva e di non esser dunque stato lui ad aver rotto la fatidica preziosa brocca, bensì un altro uomo visto fuggire dalla camera da letto. Inoltre Michel Tregor nel ruolo di Licht, il segretario di tribunale cui appare subito chiaro come il giudice stia cercando in tutti i modi di togliersi dagli impicci, e Graham F. Valentine in quello femminile di Brigitte, la vicina di casa che, ritrovatane la parrucca, condurrà alla scoperta della colpevolezza di Adamo, ormai non più giudice ma imputato, sia per aver rotto la brocca sia per aver messo la giustizia al servizio dei suoi personali bisogni.

Di Der zerbrochne Krug di Heinrich von Kleist, che ha riscontrato un enorme successo alla prima, sono previste repliche alla Schauspielhaus di Zurigo fino al 4 gennaio.