Valigia musicale
1. Bordone, vespa-animale – Le Bour-don in francese significa sia «bombo», cioè l’insetto impollinatore, sia «bordone», cioè la nota fissa d’accompagnamento di tanta musica popolare, ma non solo. Stanchi dall’invasione della musica americana, nel 1969 alcuni amici decisero di aprire a Parigi il primo folk club: Le Bourdon, un locale dove si cantava solo in francese e dove anch’io ho mosso i primi passi musicali. Dopo tre anni di vita Le Bourdon organizzò il primo festival di musica popolare a Vesdun e dopo due decenni il folk club chiuse definitivamente le porte per scopo raggiunto: oggi la musica popolare è insegnata addirittura nei conservatori. In ricordo di quella stagione metto in valigia il bombo-ghironda, che con un artificio grafico era diventato il simbolo del locale.
2. Una foto dei Lyonesse al Bataclan – Un biniou (cornamusa bretone) e una bombarde (l’oboe tradizionale) assieme a una chitarra elettrica era quel tipo di abbinamento ben poco apprezzato negli ambienti della musica popolare d’inizio anni ’70. L’idea di mescolare suoni antichi con suoni moderni invece a me piaceva molto, e per questo non rifiutai l’invito del trio bretone Glazar Skeduz per fare una tournée assieme nel 1972. Da lì la formazione si allargò definitivamente a sette musicisti e prese il nome di Lyonesse. Dopo il nostro primo concerto ufficiale nel 1973 fummo invitati dal noto club parigino Le Bataclan: il primo gruppo folk a entrare nel tempio del rock francese.
3. Un bassetto ticinese – Verso l’inizio degli anni Ottanta ero entrata in contatto con la realtà culturale del Ticino, dove allora sembrava non esistesse un’autentica tradizione di musica popolare: mi era stato detto che il violino e la cornamusa – per fare un esempio di strumentazione tipica – non erano mai esistiti nella musica popolare ticinese. Non esistono popoli senza una propria musica, e con questa convinzione volli verificare di persona: dopo qualche settimana di ricerca conobbi Oreste Zanetti di Olivone che, in quanto costruttore di violini e bassetti (strumenti ad arco tipici delle Alpi), confermava in pieno la mia tesi.
4. Disco Suonatori delle Quattro province – Nel 1994 l’etichetta discografica Silex – specializzata nella musica popolare francese – aveva deciso di aprire le sue porte ad altre musiche europee, chiedendomi di produrre un disco di musica popolare sudalpina. La scelta cadde sul duo formato da Stefano Valla e Franco Guglielmetti e alla valorizzazione del repertorio delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza). Una tradizione musicale ancora vivente che – una volta portata su disco – ottenne l’importante riconoscimento dell’Accademia Charles Cros.
5. Locandina Slow Music 2017 – Per quarant’anni ho girato il mondo per concerti, ho incontrato tanti artisti. Da cinque anni organizzo a Bellinzona il festival Slow Music, dedicato al linguaggio musicale di ogni genere. La corte del Municipio è molto suggestiva e il fatto di suonare senza (o con pochissima) amplificazione porta i musicisti a un rispetto del luogo tutto particolare, e la loro musica assume un carattere caldo quasi cameristico.