Camilla Pessi e Simone Fassari (in arte Compagnia Baccalà) sono degni eredi di un’arte antica, semplice, efficace, soprattutto quando dimostra di avere tutta la serietà, la dedizione e l’onestà necessarie: doti indispensabili. Solo se ci viene raccontata così quest’arte potrà continuare a trovare spazio e difendere la sua tradizione, una lezione che non vogliamo vedere soffocare sotto il peso delle mode e della superficialità liquida.
L’unico vero nemico è infatti costituito dall’ignoranza o da sciocche presunzioni sulla figura del clown nella sua dimensione teatrale. Un timore che era stato espresso molto chiaramente nel corso della conferenza stampa di presentazione di Oh oh, lo spettacolo coprodotto dal Teatro Sociale il cui palcoscenico ha tenuto recentemente a battesimo il suo debutto davanti a un pubblico delle grandi occasioni riscuotendo un grande e meritato successo.
Dopo aver condiviso in platea il divertimento e le emozioni di quella prima assoluta, va ora detto che ciò a cui abbiamo assistito ha avuto il merito di essere un risultato eccezionale, dove forme e contenuti sono il frutto di un affiatamento unico che solo una preparazione accurata e rigorosa permette di esprimere. A ciò hanno certamente contribuito Valerio Fassari e Louis Spagna, registi che hanno avuto il difficile compito di rigenerare una coppia reduce da Pss Pss, uno spettacolo che ha replicato 800 volte in oltre 50 paesi nei cinque continenti. Un lavoro che ha conquistato riconoscimenti prestigiosi come il Premio svizzero della scena nel 2016.
Insomma, non dev’essere stata un’impresa facile restituire una sorta di «verginità» teatrale a due artisti che la critica ha definito come gli eredi di Dimitri. E a ben vedere lo sono. In loro vive infatti la secolare maestria del circo, con il clown bianco e l’Augusto, ma anche quella dei suoi acrobati accanto alla memoria di figure care al mondo di Fellini e specchio delle maschere di Keaton, di Chaplin.
Certi confronti non incutono soggezione: Camilla e Simone sono straordinari nel rendere affascinanti e sorprendenti situazioni classiche, ricucite per una nuova e sorprendente vita. I due clown ci prendono per mano sin dal primo istante. La loro ingenuità, i loro occhi sgranati sul mondo, i dispetti e le ripicche diventano sale e pepe del loro amore. Ci accompagnano in un sogno fantastico dove convivono eleganti acrobazie, dramma e comicità, indimenticabili mimiche facciali e magistrali silenzi. Una bravura di cui andar fieri, ancora una volta trionfale ambasciatrice d’arte.