Dove e quando

Markus Graf. Ristorante Galleria Arté al Lago del Grand Hotel Villa Castagnola, Lugano-Cassarate.
Fino al 25 novembre 2017.
Tel. 091 9734800.
www.villacastagnola.com/galleria_arte


L'energia del metallo

Al Ristorante Galleria Arté di Lugano le opere di Markus Graf
/ 30.10.2017
di Alessia Brughera

«Tutti noi architetti, scultori, pittori dobbiamo rivolgerci al mestiere. L’arte non è una professione, non v’è differenza essenziale tra l’artista e l’artigiano. In rari momenti l’ispirazione e la grazia dal cielo, che sfuggono al controllo della volontà, possono far sì che il lavoro possa sbocciare nell’arte, ma la perfezione nel mestiere è sostanziale per ogni artista. Essa è una fonte di immaginazione creativa», così scriveva Walter Gropius nel manifesto programmatico del Bauhaus.

Ci sono artisti per cui ancora oggi, nell’era ipertecnologica, la dimensione artigianale è qualcosa di irrinunciabile. Markus Graf, nato a Winterthur nel 1962, è uno di questi. Ama definirsi fabbro, Graf, prima ancora che artista, proprio perché la sua è una pratica fondata sull’utilizzo di strumenti capaci di preservare l’impronta umana. L’incudine e gli utensili che lui stesso realizza, quelli che l’uomo forgia da centinaia e centinaia di anni, legano il suo operato alla tradizione, al mestiere vero e proprio inteso come attività manuale appresa con tenacia e quotidianamente migliorata con l’esercizio.

La scuola della bottega, la conoscenza dei materiali e la perizia di metodo sono per Graf il fondamento su cui costruire il proprio mondo espressivo e i mezzi necessari alla ricerca di un intimo linguaggio che possa rispecchiare la propria originale visione delle cose.

I riverberi, i fumi e gli odori d’officina, la gestualità paziente e accurata sono entrati a configurare l’immaginario elementare ma potente dell’artista svizzero in cui convivono la forza dell’aver saputo custodire e sviluppare un’abilità artigiana dalle radici profonde e la sensibilità nel servirsi di quella tecnica per traslare nel metallo un pensiero attuale.

Il dialogo tra l’idea che prende vita e il gesto sapiente che la concretizza è frutto di una creatività che sa trasferirsi con naturalezza dall’intuizione alla mano, sospinta dalla volontà di esplorare la relazione tra materia e spazio. L’essenzialità formale delle sculture di Graf nasce proprio dal bisogno di andare direttamente alla fonte di questo rapporto, come se la semplicità dei volumi possa racchiuderlo al meglio.

Le opere di Graf raccolte nella mostra allestita al Ristorante Galleria Arté del Grand Hotel Villa Castagnola, a Lugano Cassarate, testimoniano uno stile elementare in cui si ritrovano, per morfologia e ispirazione, riferimenti a scultori che come lui hanno optato per un approccio solido e lineare alla lavorazione del materiale. Allo stesso tempo, però, quella che documentano è anche una traiettoria autonoma, che bada poco alle tendenze e alle parole d’ordine e che sa rielaborare gli stimoli ricevuti per approdare a una sintesi personale.

Graf mira alla riduzione delle forme, spogliate di ogni orpello, per giungere a un’austerità compositiva prodotta da superfici e masse geometriche primarie e dal semplice incontro di piani, eppure i suoi metalli flessi con estrema precisione appaiono dinamici, pieni di energia. Spesso non hanno fronte o lati e non prevedono alcun punto di vista privilegiato, realizzati come sono per interagire e fondersi con lo spazio circostante.

I lavori di Graf partono da strutture piene, solitamente squadrate, per poi essere piegati in volumi curvi e attraversati da tagli e fenditure che conferiscono loro una tensione interna. Evidente è la volontà di rottura con la forma chiusa in se stessa a favore di una scultura che sa accogliere il movimento nella stabilità della materia. Sono minimi gli interventi che l’artista applica ai suoi acciai, poche e calibrate azioni che sanno creare libere torsioni dei corpi come superamento della stasi e nette aperture come varchi fisici e mentali.

Le opere esposte a Lugano sono tutte di medio e piccolo formato, anche se Graf lavora spesso con le grandi dimensioni, come documentano le sue sculture all’aperto presenti in diverse località della Germania e della Svizzera.

Tra i pezzi luganesi troviamo lo slanciato Lose Verbindung animato dall’intersecarsi di più piani, alcuni esemplari della serie Faro in cui l’elegante verticalità viene acuita dall’alternarsi di pieni e vuoti, le fluide Barca che paiono fendere lo spazio, gli articolati e armoniosi Mäander, i fieri Portal percorsi da fessure e pertugi che sembrano un invito a penetrare la materia, fino ad arrivare ai vivaci Gezeiten, ai sinuosi e avvolgenti profili delle sculture intitolate Welle e alle lucide rotondità dei Drehscheibe.

L’universo creativo di Graf si avvale così di un gamma formale semplice con cui però riesce ad approdare a una molteplicità di soluzioni originali, coniugando rigore e libertà con la forza di chi crede nei valori tradizionali della tecnica.