Premiato al Festival di Cannes per la migliore sceneggiatura lo scorso maggio, arriva nelle sale del Ticino il 18 ottobre Lazzaro felice di Alice Rohrwacher. Il terzo film della sorella dell’attrice Alba, già premiata sulla Croisette con Le meraviglie, è una coproduzione italo-svizzera che vede coinvolte Amka Films e RSI. A precedere l’uscita è prevista un’anteprima al Cinema Lux di Massagno martedì 16 ottobre alle 20.30 con la presenza dei giovani interpreti Adriano Tardiolo e Luca Chikovani.
Una favola con protagonista il giovane Lazzaro, che negli anni 90 vive nella campagna del centro Italia, con i contadini che lavorano come mezzadri per conto di una marchesa avida, mentre il giovane si distingue per bontà d’animo e purezza di spirito. Morto per una caduta, il ragazzo si risveglia, e non potrebbe essere altrimenti, anni dopo. Giunto a Milano, Lazzaro si aggrega a un gruppo di persone che vivono accampate lungo la ferrovia. Un film inconsueto, con tanti temi e riferimenti, del quale abbiamo parlato con Adriano Tardiolo, che inizialmente aveva rifiutato il ruolo principale.
«Alice Rohrwacher e Chiara Polizzi, la responsabile del casting, stavano facendo provini nella scuola superiore di Orvieto dove frequentavo l’Istituto per amministrazione, finanza e marketing. Non ho partecipato perché non ero interessato. Poi ho incontrato Chiara nella mia aula e mi ha condotto da Alice, con la quale ho fatto un provino impacciato, non è andato bene, ero timido. La regista ha voluto che ci conoscessimo lo stesso, abbiamo parlato, voleva sapere cosa facessi nella vita. Dopo qualche giorno mi ha proposto di interpretare Lazzaro, ma ho rifiutato, ero spaventato. Mi hanno spiegato meglio di cosa si trattasse e dopo due mesi ho accettato».
Come si è avvicinato al personaggio?
Non ho letto la sceneggiatura fino al momento delle prove, ho scoperto man mano il personaggio. Mi sono ritrovato in lui, mi ha affascinato la sua bontà, il modo di porsi con le persone e di stare al mondo. Anch’io sono un ragazzo abbastanza strano, non sono un ragazzo moderno. Rispetto a miei amici non uso molto i social network. Nel modo in cui mi vesto o nel rapporto con gli adulti, mi sento diverso rispetto a miei coetanei.
Chi potrebbe essere Lazzaro, oggi?
Non so chi possa essere Lazzaro, forse sarebbe visto come un extraterrestre. È una persona inusuale, gli altri lo guardano in modo strano, per i vestiti e il comportamento, Lazzaro è un pesce fuor d’acqua, non è omologato. Gli altri contadini lo vedono come un sempliciotto, ma a un occhio più attento è un buono. Forse sarebbe un santo. Oggi molto spesso le persone non hanno fiducia in chi non conoscono.
Nel film ci sono parecchi rimandi religiosi. Lei è cattolico? Quale l’ha colpito di più?
Sì, sono cattolico. Mi ha affascinato molto il lupo, che è un rimando a San Francesco. Sono umbro e per noi è il santo per eccellenza.
Lazzaro felice ricorda, tra gli altri, alcuni film di Ermanno Olmi o Vittorio De Sica. Li conosceva già oppure Alice Rohrwacher glieli ha mostrati durante la preparazione?
Con Alice ho visto solo il suo precedente, Le meraviglie: me l’ha mostrato per spiegarmi il suo metodo di lavoro. Questi film li ho visti successivamente, anche La dolce vita con il quale avevo sentito un paragone durante un’intervista a Cannes.
Cannes è stata la prima presentazione. Come ricorda l’esperienza?
È stata un’esperienza forte, strana e difficile. Sono un po’ timido, stare sotto i riflettori è difficile per me. Ho un bel ricordo, il bilancio è positivo. L’effetto che fa vedere il film in una sala come quella è indimenticabile: tante persone, lo schermo gigante: è molto bello.
E il suo rapporto con la campagna?
I miei genitori lavorano in un’azienda agricola che produce vino, i miei nonni avevano un podere, tuttora vivo in una casa in campagna. Per questo recitare è stato naturale per alcune cose, come il rapporto con gli animali.
Ha recitato in altri film o li ha in programma?
Per ora non ho avuto proposte. Forse un’altra esperienza così la rifarei. Sono al secondo anno di economia aziendale all’Università della Tuscia a Viterbo: dopo il film sono rimasto indietro con gli esami e sto recuperando. Ho scoperto un po’ di passione per il cinema, ho iniziato a vedere film che prima non avrei guardato. Ho scoperto che mi piacciono molto Nanni Moretti, Paolo Virzì e altri italiani.