L’asso nella manica di Kate Bush

La geniale quanto imprevedibile Kate Bush dona infine a tutti i suoi fan l’ultimo, prezioso tassello dell’opera antologica che attendevano da tempo
/ 25.03.2019
di Benedicta Froelich

Anche al di fuori di quella che è definibile come la vera «stagione dorata» del cantautorato femminile, a cavallo tra gli anni 60 e 70, si può dire che il mondo anglosassone abbia continuato a offrire diverse figure di riferimento in grado di «mostrare la strada» alle interpreti di ogni età e genere musicale – dando vita a una lunga scia di imitatrici, le quali, a molti anni di distanza, ancora guardano alle loro eroine come a veri e propri guru.

La 60enne britannica Kate Bush fa senz’altro parte di questa ristretta categoria, grazie ai molti capolavori incisi nell’arco di una carriera contraddistinta da un’originalità e libertà creativa spesso sfociate nella genialità; l’ex ragazzina prodigio che, ad appena sedici anni, venne scoperta da Dave Gilmour dei Pink Floyd per poi debuttare con l’eccelso tormentone Wuthering Heights (1978), è oggi un’attempata signora, la cui voce non ha minimamente risentito del trascorrere degli anni e della lunga pausa creativa seguita alla nascita dell’unico figlio Bertie. Tanto che, come dimostrato dal travolgente successo dei favolosi concerti del 2014 (primo ritorno sul palco di Kate Bush dal lontano 1979), il suo posto nel cuore del pubblico mondiale è tuttora saldo.

Forse anche grazie a questa recente conferma, a fine 2018 la Bush ha voluto intraprendere un progetto di stampo puramente autocelebrativo: la retrospettiva antologica e integrale del suo intero catalogo, realizzata secondo le possibilità offerte dalla moderna tecnologia digitale. E oggi, ai due corposi cofanetti che compongono l’antologia (intitolati semplicemente Remastered Part I e Part II), si aggiunge l’ultimo, e forse più prezioso, tassello del puzzle.

Kate ha infatti deciso di pubblicare come opera a sé stante tre dei dischi che compongono il secondo box set – il quale, oltre a comprendere la produzione più recente dell’artista (a partire da Aerial, grande ritorno del 2005), offre anche un’ampia collezione di tracce definibili come «rarità»; esattamente il materiale che viene oggi ripubblicato in questo The Other Sides, acquistabile separatamente e così destinato a soddisfare le aspettative di ogni fan desideroso di concentrarsi su quello che è, in fondo, il vero punto d’interesse dell’intera ristampa antologica della Bush.

Stiamo infatti parlando delle cosiddette «miscellanee», ovvero le B-sides e tracce speciali che, realizzate nel corso degli anni in occasione di particolari progetti, non erano mai state incluse negli album pubblicati a nome di Kate – e che oggi, in questo mini cofanetto di quattro CD, vengono infine raccolte in un’unica sede, unitamente ai cosiddetti 12’’ mixes, ovvero i missaggi originali dei singoli d’epoca.

L’ascoltatore può quindi finalmente godere appieno di perle misconosciute; laddove il primo disco offre versioni alternative di alcuni brani del suo periodo di maggior successo, i successivi tre costituiscono il vero «piatto forte» dell’operazione, in quanto raccolgono tutte le rarità incise dalla Bush nelle più disparate occasioni. Si spazia infatti dai brani inseriti in colonne sonore cinematografiche (come la ballatona Lyra, composta per il film per ragazzi La bussola d’oro, o Be Kind to My Mistakes, tratto da Castaway, di Nic Roeg), nonché gli oscuri «lati B» tanto cari ai completisti (l’irresistibile Ran Tan Waltz e le strenne natalizie December Will Be Magic Again e Home for Christmas).

Senza dimenticare l’attesissimo regalo di Kate ai suoi fan più accaniti, ovvero il favoleggiato Humming, demo inedito degli esordi. È interessante notare come la tracklist di quest’ultimo disco accosti brani davvero molto diversi tra loro: dalle uniche, magistrali incursioni di Kate nel folk irlandese (i traditional Man Na Heireann e My Lagan Love) fino a omaggi inaspettati come gli ispirati rimaneggiamenti di due cavalli di battaglia di Elton John (i celeberrimi Rocket Man e Candle in the Wind), o di classici assoluti quali Sexual Healing di Marvin Gaye e The Man I Love, firmato da George e Ira Gershwin.

E se tutti questi elementi non bastassero a fare di The Other Sides una gemma imperdibile per qualsiasi estimatore della Bush, si può sempre sottolineare che ogni traccia del box set ha beneficiato del medesimo processo di attenta rimasterizzazione dei nastri originali eseguito dall’abilissimo James Guthrie sull’intero catalogo della cantante; un dettaglio in grado di impreziosire ulteriormente la pubblicazione di quello che, apparentemente, sembrerebbe poco più di uno «spin-off» minore dell’opera antologica dell’artista – e che si rivela invece essere, per i fan, il dono forse più ambito e atteso che una simile retrospettiva potesse offrire loro.