Dove e quando
Daumier: attualità e varietà. Museo Civico Villa dei Cedri, Bellinzona. Fino al 7 gennaio 2018. Orari: da me a ve 14.00-18.00; sa, do e festivi 10.00-18.00; lu e ma chiuso. www.villacedri.ch

Honoré Daumier, Lanterna magica!!!, 1869 Litografia, Attualità, pl. 257 (© Kunsthaus Zürich, Grafische Sammlung)


L’arte umana di Honoré Daumier

A Bellinzona il Museo Civico Villa dei Cedri rende omaggio al maestro francese
/ 04.12.2017
di Alessia Brughera

Per Parigi i decenni centrali dell’Ottocento sono un momento storico particolarmente movimentato sia sul piano politico sia su quello sociale: le rivendicazioni nazionaliste, la crescita di una classe borghese desiderosa di riscatto e di un ceto popolare ammaliato dalle promesse della seconda rivoluzione industriale innescano grandi cambiamenti portando con sé contraddizioni e squilibri.

Critico sagace del rapido sviluppo che proietta la Ville Lumière nella modernità è Honoré Daumier, nato a Marsiglia nel 1808 e giunto con la famiglia a Parigi nel 1816 per assecondare le velleità di drammaturgo del padre vetraio.

Proprio i temi cruciali che segnano la società parigina del suo tempo diventano il soggetto delle opere dell’artista, animate da un piglio insieme polemico e ironico, obiettivo e partecipe. Ed è soprattutto attraverso la caricatura giornalistica, più ancora che con la pittura e la scultura, che Daumier riesce a restituire un ritratto puntuale e dissacrante della metamorfosi della città, esortato da un profondo senso della giustizia che lo porta a farsi paladino degli umili e fustigatore dei corrotti e degli impostori.

Da quando incomincia a collaborare con il giornale umoristico «La Caricature», fondato nel 1830 da Charles Philipon, Daumier si impone all’attenzione del pubblico per le sue vignette dai toni accesi della denuncia politica. L’artista, infatti, non si esime dal beffeggiare anche le figure più potenti del paese: nel 1831 la caricatura del re Luigi Filippo I nelle vesti di Gargantua, l’ingordo gigante nato dalla fantasia di Rabelais, effigiato nell’atto di divorare con avidità le risorse del popolo, gli costa una multa salata e sei mesi di carcere per lesa maestà.

Quando poi, a causa dei provvedimenti emanati dal governo nel 1835, che sottopongono a pesanti censure le riviste satiriche, Daumier si vede costretto ad abbandonare i temi politici, non viene meno la sua impareggiabile abilità nel prendere di mira con sottile sarcasmo le incoerenze della società.

La notorietà dei suoi lavori deve molto non solo alla scelta di un mezzo popolare come la stampa ma anche a una tecnica, la litografia, che permette ampia diffusione e accessibilità da parte di tutti. Daumier si serve di questo procedimento artistico per sperimentare in senso espressivo la deformazione caricaturale e per dar vita a una galleria di personaggi esilaranti, talvolta grotteschi ma mai volgari, perché la sua critica si concentra soprattutto sull’uomo come essere sociale.

È una commedia umana quella che va in scena nelle opere di Daumier: le falsità dei potenti, i vizi del ceto medio, le avversità dei disagiati. C’è satira graffiante e aspra, ma c’è anche una profonda riflessione sulle questioni più delicate come i conflitti tra notabili ed emarginati, la libertà di stampa, il potere giudiziario e le condizioni di vita precarie dei poveri.

La mostra dal titolo Daumier: attualità e varietà che il Museo Civico Villa dei Cedri a Bellinzona dedica all’artista francese documenta la sua capacità di tradurre in immagini la complessa realtà del tempo attraverso uno stile colto e popolare, toccandone tutti gli aspetti con rispettosa schiettezza. Ecco allora che nelle oltre cento litografie e silografie esposte, il nucleo più corposo della rassegna, così come nelle sculture, una trentina in tutto, e nei disegni ci appare l’intero universo figurativo di Daumier, dispiegato nelle sale secondo un ordine tematico.

Tra le stampe più significative degli esordi dell’artista troviamo la celebre Rue Transnonain, il 15 aprile 1834, realizzata da Daumier a seguito della sanguinosa repressione della sommossa dei tessitori incominciata a Lione e proseguita poi a Parigi, dove l’esercito massacra a colpi di baionetta dodici civili innocenti. Nell’opera l’artista non sceglie di rappresentare la vicenda nel momento di massima tensione bensì si focalizza sul corpo esanime di una vittima anonima mettendola al centro di una scena che lascia immaginare chiaramente tutta l’infamia dell’accaduto.

Nei lavori che hanno per tema la vita quotidiana dei parigini tra sventure e momenti di svago è di particolare interesse la serie di litografie intitolata Inquilini e proprietari, in cui Daumier volge la sua attenzione al problema degli alloggi precari. Con garbata ironia l’artista delinea istantanee che hanno per protagonista lo sfortunato cittadino costretto a dormire nei gabinetti pubblici, dentro a un barile o abbarbicato su di un albero, in attesa di una sistemazione più dignitosa.

Altro punto debole della società bersagliato da Daumier è l’inquinato apparato legislativo, fatto di avvocati boriosi e giudici spietati: nella litografia Sì, vogliamo spogliare dei suoi beni questo povero orfanello..., appartenente alla serie Gli uomini della giustizia pubblicata sul giornale «Le Charivari» (con cui l’artista collabora regolarmente dal 1835), un avvocato fin troppo infervorato fa la sua arringa davanti a tre giudici placidamente addormentati.

Nella mostra di Bellinzona sono esposte anche alcune stampe risalenti al 1850-1860, periodo in cui la censura di Napoleone III proibisce di trattare temi legati alla politica francese, costringendo così Daumier a rivolgersi a quella estera. Soggetto principale di queste opere è la difficile formazione dell’Europa, come testimoniato ad esempio dalla bella tavola dal titolo Inizio di un nuovo anno.

Nemmeno l’arte stessa si sottrae al tratto beffardo e bonario di Daumier, che esegue numerose stampe in cui si sofferma sulla bigotta giuria del Salon e sull’ignoranza del pubblico: in Davanti al quadro del signor Manet, denuncia tutta l’ipocrisia e la grossolanità della borghesia ritraendo una coppia di visitatori ottusamente attonita dinnanzi all’Olympia di Edgar Manet, dipinto considerato scandaloso per la modernità con cui viene raffigurata la donna nuda.

Con opere sospese tra ironia, critica e sentimento, Daumier restituisce brani di un’attualità complicata e multiforme, riuscendo a caricare la quotidianità di un valore universale che travalica il suo tempo per diventare vivido specchio di ogni epoca.