Trarre ispirazione dalla storia artistica del passato è prassi piuttosto comune nella contemporaneità. Selezionare, decontestualizzare e ricollocare motivi e visioni dei grandi maestri permette all’artista di oggi di instaurare un profondo legame con il fruitore delle sue opere partendo da un orizzonte culturale condiviso. Le immagini prelevate dal cospicuo patrimonio creativo dell’uomo e rivisitate in chiave inedita instaurano una connessione tra contesto nuovo e riferimento antico, in una sorta di azzeramento dei confini temporali che trascende l’idea di una storia dell’arte lineare e progressiva: «La possibilità di volgersi indietro», come sottolinea il critico Renato Barilli, «permette all’artista di ricominciare il viaggio, di compiere un altro giro riattraversando le tappe più conosciute», e così facendo di mostrare come vi sia un’inscindibile linea di congiunzione tra le diverse epoche.
Tra coloro che hanno fatto della reinterpretazione dei modelli forniti dalla storia una delle caratteristiche principali del proprio linguaggio c’è Manolo Valdés, pittore e scultore valenciano attivo già dagli anni Sessanta e oggi, quasi ottuagenario, una delle figure più apprezzate nel panorama artistico internazionale.
Per Valdés rielaborare dettagli dei dipinti di artisti antichi e moderni significa sfruttare l’eccezionalità del passato per portare l’attenzione sul presente, lasciarsi suggestionare dalla nobile tradizione per riuscire a sondare la realtà del proprio tempo. Nelle sue opere l’immagine conosce una nuova vita, uno spostamento di significato che la spinge dentro al momento attuale investendola di valori inediti.
Sebbene l’artista sia affascinato da maestri, movimenti, stili e periodi differenti, si può distinguere una precisa traiettoria nel suo peregrinare alla ricerca di stimoli; un percorso che passa, in primis, dall’arte spagnola, quella dei grandi pittori del Siglo de Oro, Ribera, Zurbarán, Velázquez, così come quella di Goya, di Picasso e di alcuni degli esponenti della corrente informale, tra cui Antonio Saura, Manolo Millares e Antoni Tàpies. A questi si accostano poi i giganti francesi, Matisse su tutti, e gli americani dell’Action Painting e della Pop Art, dunque Pollock, Lichtenstein e Rauschenberg.
Reinventare i capolavori dei maestri dell’arte non è però impresa facile. Valdés la chiama sfida. Perché se da una parte l’attenzione dell’osservatore viene subito catturata dal piacere che scaturisce dal riconoscimento della fonte che ha ispirato l’opera, dall’altra il confronto con l’originale può reggere solo se il nuovo manufatto è in grado di trasmettere un proprio messaggio che supera la mera citazione.
La sperimentazione a cui Valdés sottopone i soggetti classici è frutto di un approccio vivace e visionario. È in questo che il linguaggio dell’artista trova la sua peculiarità: Valdés ha come solido punto di partenza i modelli del passato ma è capace di attualizzarli in maniera totale nel senso e nel valore estetico.
A testimonianza di questa attitudine che lo ha reso celebre sono gli oltre cinquanta lavori esposti nelle sale del Museo Casa Rusca di Locarno, in quella che è la prima mostra svizzera dedicata al maestro spagnolo. Tra dipinti e sculture il percorso raccoglie opere realizzate dalla metà degli anni Ottanta, quando per Valdés si è da poco concluso un capitolo importante della sua carriera, quello come esponente del gruppo Equipo Crónica, fino alla più recente produzione. Una serie di creazioni, questa, che si discosta in maniera evidente dagli esiti del periodo precedente, fortemente critici nei confronti della politica del regime franchista, e che allo stesso tempo rimane però a loro affine proprio nel costante dialogo con la storia dell’arte, con quei capolavori contemplati dall’artista centinaia di volte al Museo del Prado e nei più grandi musei newyorchesi, e rimasti scolpiti nella sua mente come pietre miliari da cui è impossibile prescindere.
Dalle opere presenti a Locarno emerge anche l’altro aspetto che contraddistingue la ricerca di Valdés, ovvero lo studio della materia, la continua sperimentazione di modalità espressive nuove attraverso l’impiego di elementi inconsueti che potenziano la fisionomia tattile del risultato finale. La sua pittura si fa «sporca», corposa, imperfetta, con tele abitate da sostanze grezze e solide, spesso depositate sulla superficie sotto forma di accumulo. La sua scultura si fa inesausta indagine sulle potenzialità di materiali quali legno, alluminio, bronzo e resine, forte della libertà di procedere per addizione e di lasciare ben visibili i difetti della lavorazione.
È così che su tele di juta lacere Valdés raffigura il San Filippo ispirato a un dipinto di Ribera e il Cristo crocifisso desunto da un quadro di Zurbarán, per conferire loro una maggiore drammaticità; nelle opere Retrato con rostro amarillo y azul, del 1999, e Dorothy sobre fondo gris, del 2010, effigia volti femminili combinando brandelli di tessuto grezzo cuciti grossolanamente tra loro e impasti sfilacciati di colore, a rendere volumetrici questi ritratti; ancora, nei lavori che chiamano in causa Matisse «como pretexto», unisce il pigmento a pezzi di legno e frammenti di specchio, creando una sorta di collage che fa dell’opera un oggetto pluridimensionale.
Sul fronte scultoreo, nelle esuberanti teste di donna (belle, in mostra, Ivy, datata 2013, e Mariposas, del 2015), la semplicità dei lineamenti del viso, desunta ancora da Matisse, fa da contraltare alla sofisticatezza dei copricapi, utilizzati come espediente per giocose sperimentazioni; nella lignea Reina Margherita e nella serie delle bronzee Reinas Marianas, poi, pur traendo ispirazione dalla tradizione, l’artista mostra tutta la contemporaneità del suo lavoro mettendo in evidenza buchi, giunture, crepe e scalfitture, pecche della materia che riconsegnano un’immagine più vicina all’uomo.
L’arte di Valdés prende vita dal confronto diretto con un’idea di bellezza che ha conquistato la dimensione assoluta ma da questa si discosta nel farsi incarnazione del tempo presente, affidando quella stessa bellezza al turbine contemporaneo dell’imperfezione.