L’anno di Tosca

Qualche riflessione intorno all’opera di Puccini in occasione della recente apertura della Stagione 2019/2020 del Teatro alla Scala di Milano
/ 16.12.2019
di Giovanni Gavazzeni

La Tosca, il personaggio immaginato dal drammaturgo francese Victorien Sardou per la pièce da cui è tratto il capolavoro di Giacomo Puccini è una cantante famosa, scoperta, nella finzione drammaturgica, nientemeno che dal celebre compositore Domenico Cimarosa. È una donna molto religiosa, dedita con passione totale al suo lavoro. Il suo tallone d’Achille è l’estrema gelosia, che comprometterà la vita di un fuggiasco, Cesare Angelotti, nascosto dal suo amante, il pittore di simpatie liberali, Mario Cavaradossi. È capace di lottare contro il suo torturatore, il capo della polizia del Papa Re, Barone Vitellio Scarpia, fino ad ucciderlo, pur di salvare il suo amante. Quando capisce che la fucilazione di Mario non è simulata e l’omicidio è stato scoperto, si getta disperata da Castel Sant’Angelo.

Un personaggio teatrale unico per intensità e sfaccettature, il cui reperimento fu la prima preoccupazione dell’Autore. Giacomo Puccini, che, in una comunicazione al barone Angelo Eisner, suo amico e agente nella vita culturale viennese, sperando (invano) che Mahler presentasse Tosca all’Opera imperiale di Vienna, indicò: «Tosca è opera che richiede una donna molto drammatica». Puccini metteva il dito nel punto più delicato per realizzare la sua nuova opera: la scelta della protagonista. «Drammaticità» significava non solo tessitura della voce, ma capacità di entrare in quel personaggio pieno di contrasti, e così umano.

Per il battesimo assoluto al Teatro Costanzi di Roma, la città dove si svolge l’azione dell’opera, Puccini e il suo editore Giulio Ricordi scelsero il soprano romeno Hariclea Darclée (nome d’arte di Harcly Hartulary). La Darclée entrò subito nella parte della Diva. Ricordi che trattava con la Scala per il battesimo a Milano, aveva indicato la Darclèe come protagonista. Riferì a Puccini che La Darclée «ebbe la tolla di chiedere LIRE QUATTROMILA!!!! per sera!!! Questo è il bel regalo che fa a Lei, per averle fatto un onore troppo grande, col preferirla».

Sulla parte di Tosca, le grandi soprano del tempo, a partire da Emma Carelli, diventata poi altrettanto celebre come impresaria di ferro del Costanzi, si buttarono in picchiata. Erano cantanti che quando avevano esaurito le risorse vocali, facevano ricorso a lacrime, pianti, urli, a tutto un repertorio «a strappacore» che contribuì non poco a diffondere il pregiudizio che Tosca fosse un’opera di «effettacci», mentre erano solo i malvezzi dei cantanti che fraintendevano le indicazioni dell’Autore.

Perfino una voce di straordinaria bellezza, come quella di Renata Tebaldi, indulgeva in uno di quegli «effetti». Un neo se rapportato a un’interpretazione giustamente rimasta negli annali. Nella scena cruciale del secondo atto, quando, sollevato il braccio di Scarpia, Tosca sfila dal petto del cadavere il salvacondotto che significa libertà per il suo Mario, esclama il famoso E avanti a lui tremava tutta Roma! Puccini scrive quel «declamato» sulla stessa nota (un do diesis centrale). Era però uso – e anche la grande Renata aveva imparato così – di pronunciarlo «parlato», con effetto filodrammatico deplorevole. Durante le prove della sua storica rentrée alla Scala nel 1958, alla fine del regno della rivale Maria Callas (eccezionale Tosca, le cui capacità di grande attrice si sentono sia in disco che nel video con la regia di Franco Zeffirelli, quando era arrivato al tramonto del suo cammino artistico), La Tebaldi fu convinta a mutare d’avviso. Cantò come Puccini aveva scritto le ultime parole del secondo atto. L’indomani ricevette un telegramma dall’insigne critico musicale Teodoro Celli: «Grazie per avanti a lui tremava tutta Roma, sulla nota».

Anna Netrebko, La Tosca che ha aperto la stagione 2019-20 della Scala, non ha nulla da invidiare per bellezza e colore vocale alle leggendarie Tosche, fra le quali non si dovrebbe dimenticare la francese Regine Crepin. Senza dubbio il critico musicale non sarà costretto a omettere il giudizio sulla sua prova come capitato in passato a un collega che scrisse che la protagonista prima di passare a soprano pare cantasse da mezzo-soprano. «Aspettiamo a parlarne quando canterà da basso».

Nota
Per la recensione della Tosca che ha inaugurato la Stagione del Teatro alla Scala, v. Sabrina Faller