Trattando il romanzo di Martini con una chiave di interpretazione strettamente junghiana, il libro di Roberto Buffi propone una riflessione che non è aperta ad ogni tipo di lettore. E forse nemmeno in ambito accademico-letterario sarebbero molti gli studiosi in grado di avvicinarne con profitto il taglio ermeneutico. Il libro mette in opera infatti tutto l’armamentario terminologico/metodologico della psicologia analitica. L’anima del Ticino (Dadò, 2018) appare così più un testo indirizzato agli adepti di quel contesto dottrinario, che non un libro utile ai ticinesi per comprendere meglio il capolavoro dello scrittore valmaggese.
Detto questo, per chi possiede l’infarinatura terminologica necessaria, il volume di Buffi è sicuramente un testo utile a suscitare interessanti, profonde riflessioni. E, visto da un altro punto di vista, ci conferma quanto sia fondamentale cominciare finalmente a riflettere concretamente in termini critici sui libri fondanti della nostra cultura cantonale, quanto sia utile riprendere testi dati per acquisiti e sottoporli invece alla prova concreta dell’approfondimento e della comprensione.
È un vero peccato che si continui in modo un po’ superficiale a criticare i vecchi «libri dell’alpe» e i «tempi di marzo» senza sapere in realtà veramente di cosa parlassero, in che periodo siano stati redatti e con che intenzione fossero stati composti. Sicuramente anche in quei volumi (così come nei testi di Calgari, Roedel, Filippini, e di tanti altri) si troverebbero importanti frammenti dell’«anima del Ticino» da recuperare e considerare. Ogni esercizio di interpretazione «moderna» del passato serve a comprendere meglio la nostra realtà quotidiana e può essere altrettanto terapeutico quanto l’esercizio strettamente psicoanalitico di Buffi.
Speriamo quindi che questo esempio stimoli gli editori a proporre ai lettori del cantone, oltre alle sempre benvenute riedizioni dei classici, anche utili testi di critica, con cui poter avvicinare il nostro patrimonio culturale per comprenderne meglio il messaggio.