King Salmo e l'energia dei live

I concerti del cantante sardo sono frequentatissimi
/ 08.07.2019
di Tommaso Naccari

Mentre Ligabue piange e si sfoga ammettendo con gran coraggio il flop del suo tour, c’è un artista che continua a macinare numeri incredibili – che qualcuno più anziano ma anche più sul pezzo di me definirebbe da capogiro. Quel qualcuno è Salmo. Mentre in queste ore esce il Machete Mixtape 4, che è l’ennesima conferma dello strapotere sardo sulla scena, in barba a chi pensa di poter accentrare tutto a Milano, la SIAE ha pubblicato i 10 concerti con più affluenza nel primo semestre del 2019 e ben tre su 10, poco meno del 33,3%, sono proprio di Salmo.

I live di Salmo sono – in queste ore – uno degli argomenti più discussi d’Italia visto che senza essere un mediocre come lui, il rapper sardo ha imitato Dave Grohl, lesionandosi un crociato e un osso durante un live e proseguendo seduto. Questo, poi, non lo fermerà certo nelle prossime date, tutte confermate.

Gli unici a tener testa al nostro Salmo sono i Negramaro o i Florence and The Machine, rispettivamente tre e due volte in questa speciale top ten – che si completa con Calcutta e i Twenty One Pilots. Salmo è però al primo, al quinto e al decimo posto, mentre i Negramaro occupano ottava e nona posizione, con una piccola risalita alla sesta, intervallati dai Florence.

In questi ultimi anni continua a dirsi che il rap sia il genere per eccellenza, ed effettivamente è così. La forza di Salmo però è quella di convincere «grandi e piccini», come se fosse uno di quei puzzle o giochi di società con scritto «da 0 a 99 anni». Il fatto che i più lo abbiano conosciuto mentre rappava sull’elettronica non è un caso.

E infatti, nulla meglio di Salmo può spiegare il suo successo: «Sono passati 10 anni da quando è nata la Machete. Nel 2010 facevamo le rime sulla musica elettronica in maniera molto istintiva, non eravamo supportati da tutti i vecchi rapper della scena, ma almeno eravamo originali e potevamo distinguerci dal resto! Quando siamo arrivati a Milano bastava guardarci in faccia per capire che avevamo fame e la nostra musica era violenta! Le cricche nei bar ci chiamavano terroni, sardignoli, pecore, zulù. Un giorno mi hanno chiesto se arrivava internet in Sardegna. A noi non fregava un cazzo di quello che dicevano in giro, volevamo fare la storia e così è stato. I Machete Mixtape sono diventati con il tempo una consacrazione per gli artisti emergenti. Abbiamo visto passare mode, rapper meteore, arrivisti, figli di papà, approfittatori e infami. Negli ultimi anni ci siamo allontanati dalla famiglia, ma queste cose possono capitare. È bastato riunirci e fare musica insieme per risentire quella magia che ci ha spinti fino a qui! Sono passati 10 anni e la Machete ancora in piedi. Più forte di prima! Tra 5 giorni esce il quarto capitolo e non vediamo l’ora di martellarvi il cranio!».

E martellare il cranio gli riesce benissimo live.