Insieme per sempre

«Immer und ewig», il nuovo, toccante film di Fanny Bräuning
/ 29.04.2019
di Nicola Mazzi

Meritato vincitore dell’undicesimo Premio di Soletta, il secondo documentario di Fanny Bräuning (già premiata con lo stesso premio nel 2009 per No More Smoke Signals) è un viaggio: nel tempo, nello spazio e alla scoperta dei propri genitori. La madre, Annette, è paralizzata dal collo ai piedi da ormai vent’anni e il padre, Niggi, l’accudisce e la porta in giro con un furgone per l’Europa. Vuole mostrarle le bellezze del mondo, poiché «l’unica cosa che mi resta sono gli occhi», dice a un certo punto Annette.

Fanny accompagna i suoi genitori e li filma nella quotidianità di una vacanza al mare. E noi spettatori saliamo insieme a loro sul van e scopriamo una storia meravigliosa. Attraverso le foto in bianco e nero che ritraggono la coppia giovane e felice, inserite nel filmato a colori della stessa coppia anziana, ma altrettanto innamorata, entriamo in confidenza con i due protagonisti.

Come ha affermato la giuria di Soletta nella motivazione al premio: «il film ci interroga in modo diretto e così ci domandiamo se l’amore totale di questi due esseri umani può servirci da modello. Le risposte possono essere differenti in quanto la pellicola ci apre a tutte le alternative». Infatti, in più di un’occasione, la figlia sollecita il padre sulle ragioni che lo hanno spinto a restare al fianco della moglie invece di metterla in un istituto. «Per me era inimmaginabile» le risponde, in modo chiaro e netto come se non ci fosse altra possibilità. Una decisione che lo costringe anche ad abbandonare il lavoro. Una scelta drastica, radicale e che non ci lascia via di scampo: l’avremmo fatta anche noi?

Ci sono momenti davvero toccanti in Immer und ewig. Legati a piccoli gesti come una carezza, un bacio, un massaggio alle mani e al viso, oppure un sorriso di Annette per le attenzioni ricevute. E ci sono momenti in cui ci si dimentica della disabilità. Succede quando, per esempio, Annette sceglie i vestiti da portare in vacanza e si lamenta del fatto che Niggi reclama sempre sulla quantità, proprio come succede in ogni coppia. E anche i capelli devono essere pettinati per bene, non arruffati come invece fa Niggi. Lei non perde la sua femminilità e resta una donna in tutto e per tutto.

Immer un ewig è un bellissimo viaggio al mare (la fotografia vale la proiezione in sala) e nella storia personale dei genitori di Fanny. Ma, soprattutto, ci sollecita e ci costringe a scavare all’interno di noi stessi per trovare la risposta alla domanda precedente. E ce ne è solo una possibile. Quella che Niggi ha trovato in Annette.