Il Pardo, nuovo come sempre

I tanti diversi cinema di oggi e quelli di ieri da scoprire, rivedere, rivalutare o che hanno ancora da dire sull’attualità.
/ 31.07.2017
di Nicola Falcinella

La missione di Locarno Festival non cambia, ma si aggiorna, nell’aspetto e negli strumenti. Una trasformazione nella continuità per celebrare al meglio il traguardo delle 70 edizioni. Confermate le sezioni consolidatesi negli anni, con la trasformazione in competitiva anche di Signs of Life dedicata a un cinema più di ricerca e «spirituale», lo spettatore non ha che l’imbarazzo della scelta, tra oltre 200 titoli: film di intrattenimento, pellicole del passato e lavori completamente da scoprire, di autori mai sentiti o esordienti. Una possibilità per muoversi nella vastità delle proposte è crearsi percorsi lasciandosi guidare dalle suggestioni e dall’ignoto.

Stasera si può già vivere la magia della Piazza Grande con ingresso gratuito con il Prefestival e la proiezione di Due soldati di Marco Tullio Giordana. Da mercoledì via alla kermesse che, nonostante la crescita di dimensioni e il tappeto rosso, resta a misura umana, luogo di incontri quanto di visioni. In Piazza Grande inaugurerà Demain et tous les autre jours di Noemie Lvovski con Mathieu Amalric. Sullo schermo all’aperto passeranno anche la commedia Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini con Lucia Mascino, Chien di Samuel Benchetrit (noto per il bel Il condominio dei cuori infranti), Atomic Blonde con Charlize Theron, il pugilistico Sparring con Mathieu Kassovitz che ritirerà l’Excellence Award, l’azione Good Time di Ben e Joshua Safdie con Robert Pattinson già in concorso a Cannes. In chiusura ci sarà l’atteso film musicale svizzero Gotthard – One Life, One Soul di Kevin Merz. Tra i 18 titoli in gara per il Pardo d’oro Asteroidi dell’esordiente italiano Germano Maccioni, Lucky con Harry Dean Stanton e David Lynch e La telenovela errante del visionario cileno Raoul Ruiz (Pardo d’oro per Tres tristes tigres) ritrovato e concluso dopo la sua morte dalla compagna Valeria Sarmiento. Tra i favoriti ci sono Mrs. Fang del cinese Wang Bing e Good Luck di Ben Russel, ancora Madame Hyde di Serge Bozon con Isabelle Huppert tra thriller e commedia, El septimo dia di Jim MacKay, Charleston del romeno Andrei Cretulescu, Gemini di Aaron Katz e Wajib della palestinese Annemarie Jacir.

Fuori concorso il cinema ticinese è rappresentato dal documentario Choisir à vingt ans Villi Hermann sui disertori francesi della guerra d’Algeria. Un film che completa una lunga ricerca su un tema ancora scomodo e che fa parte della sezione Locarno 70 insieme ad altri dieci cineasti lanciati dal festival locarnese: Hermann vinse il Pardo nel ’77 con San Gottardo. Tra questi anche l’americano Todd Haynes (Carol) che riceverà il Pardo d’onore (mentre un altro andrà a Jean-Marie Straub). La truccatrice Esmé Sciaroni riceverà invece il Premio Cinema Ticino. Saranno parecchi gli ospiti, da Adrien Brody (premiato con il Leopard Club Award) a Nastassja Kinski, oltre a registi e interpreti dei film in gara. Tutte le informazioni su www.pardo.ch.

Intervista a Carlo Chatrian

Cambia nome, apre nuove sale, rinnova l’aspetto ma mantiene il suo animo cinefilo, libero e curioso. Il 70° Locarno Festival si presenta da dopodomani al 12 agosto con un programma al solito ricco di proposte variegate. Abbiamo parlato dell’anniversario e delle proposte con il direttore artistico Carlo Chatrian.

Settant’anni sono un traguardo importante e lo celebrate con nuovi spazi e una nuova immagine.
È un’identità che si rimodella nel solco di una linea tracciata nel corso del tempo. Il PalaCinema è la conclusione di un lungo percorso, se ne parla da una ventina d’anni, ed è una coincidenza fortunata che arrivi per il 70°. Per il festival è importante e utile avere tre sale nuove per ampliare l’offerta. Il rinnovo del GranRex, che ospiterà la retrospettiva Tourneur, è un’ottima notizia che apre nuove prospettive. Una sala gestita direttamente da noi è un passo avanti e permetterà, come ho cercato di fare fin da inizio mandato, iniziative anche al di fuori dei dieci giorni di agosto.

I Pardi d’onore andranno a Jean-Marie Straub e Todd Haynes.
Straub e Haynes sono grandi cineasti e sono legati alla storia del Festival, per questo sono particolarmente felice di poterli premiare. Il primo film di Haynes, Poison, lasciò nel 1991 un’impronta forte in coloro che lo videro. Dire che oggi è uno dei più influenti è quasi scontato. Presenteremo il suo ultimo film, Wonderstruck che è stato in concorso a Cannes, purtroppo non in Piazza Grande perché non c’erano i tempi necessari per programmarlo ma con una replica al Fevi che darà modo a tutti di vederlo. Straub, con la sua compagna Danielle Huillet, ha segnato la storia di Locarno: una ventina di suoi film è stata presentati qui, Sicilia!, che riproporremo, e Antigone, addirittura in piazza. Il suo rigore e i suoi lavori fuori formato parlano molto ai giovani cineasti. L’idea del 70° è che sia un omaggio alla storia ribaltandola verso il futuro.

Se si può parlare in termini di cinema del passato, ci sono due proposte come La telenovela errante di Raoul Ruiz, girato nel ’90 che è in concorso, e Grandeur et décadence d’un petit commerce de cinéma di Jean-Luc Godard del 1986.
L’età anagrafica di un film conta poco, contano qualità, linguaggio e forza della comunicazione. Questi film sono due casi diversi. Il film di Ruiz non è mai stato finito, è un vero inedito. Sembrava perso ma è stato ritrovato e la sua compagna Valeria Sarmiento l’ha terminato. È di un’attualità assoluta, parla del Cile di Pinochet come se fosse una telenovela, ma racconta dell’oggi e della smaterializzazione in cui viviamo. Un tema presente anche nel cinese Dragonfly Eyes che è in concorso. Quello di Godard è sempre stato visto in video e in tv, ora è stato trasferito su dcp per una circuitazione in sala e avrà una nuova vita. Ha forza linguistica e di sperimentazione.

La retrospettiva è uno dei punti di forza tradizionali del Festival ed è dedicata a Jacques Tourneur, regista che ha realizzato film importanti e visti come Il bacio della pantera, ma il cui nome forse non è molto noto al grande pubblico.

Tourneur è insieme riconosciuto e da scoprire. Alcuni film, come anche Le catene della colpa o Ho camminato con uno zombi, sono molto visti. Buona parte della sua carriera è invece da scoprire: sono da vedere anche i suoi cortometraggi, molto efficaci. La sua riflessione sulla paura è molto attuale, soprattutto rispetto al diverso, che spesso è dentro di noi. È importante per me che sia un regista che ha lavorato su diversi generi, perché negli ultimi anni i cineasti indipendenti sono tornati a usare il genere. La retrospettiva da un lato serve a riscoprire, dall’altro a dialogare con il presente.

Passiamo al cinema prodotto oggi. In conferenza stampa ha sottolineato le presenze francesi e americane.
Sì, in piazza abbiamo quattro film di produzione francese, molto diversi tra loro, e ne siamo contenti. In concorso abbiamo quattro americani e questo è più inusuale, ma sono opere che ci hanno colpito per i personaggi, come Lucky, le atmosfere, penso a Gemini, la forza del racconto, è il caso di Did You Wonder Who Fired The Gun?, o per una commedia particolare come En el septimo dia, tra i messicani di New York, legati dalla passione per il calcio. È un film carico di umanità, una caratteristica che torna in diverse sezioni. Per me il cinema è l’arte che racconta l’uomo e questo aspetto è presente in modo più forte rispetto all’anno passato.

Il cinema svizzero è ben rappresentato ma non in maniera massiccia.
Cinema svizzero a Locarno significa qualità e non quantità. Non abbiamo dei numeri minimi da rispettare, cerchiamo i film giusti, quelli che ne rappresentano la varietà e lo sforzo di rinnovarsi ed essere competitivo. In apertura abbiamo un’opera forte come il documentario di Sabine Gisiger. Ci sono due film in piazza, Goliath in concorso è molto atteso. Sono felice per la presenza in Cineasti del presente di Dene wos guet geit di Cyril Schäublin, che ha seguito la nostra Filmmakers Academy.

Quale sarà la sorpresa del festival?
È un programma generoso, per pubblici diversi, con tanti ospiti: Fanny Ardant, Nastassja Kinski, Vanessa Paradis, Irrfan Khan e altri. Spero ci saranno diversi film che arriveranno in modo sorprendente, citarne uno solo farebbe torto agli altri. Sorprese ce ne saranno molte.