Il LAC è la sede residenziale della Compagnia Finzi Pasca. La storia di questi ultimi anni ci ha raccontato un percorso ricco di sorprese e di incognite. Ma ora possiamo tirare un respiro di sollievo: la prestigiosa macchina teatrale ticinese ha una patria. Almeno sulla carta per i prossimi tre anni e, ovviamente, sul palcoscenico della grande sala luganese per le sue produzioni.
Un po’ meno rassicurante è ciò che riguarda la disponibilità di uno spazio vero e proprio dove poter provare liberamente senza vincoli di sorta, senza dimenticare un ufficio di rappresentanza. A quest’ultimo aspetto suppliscono le stanze situate all’ultimo piano di uno stabile in Viale Cassarate dove troviamo soprattutto il motore organizzativo della rinomata compagnia.
È là dove incontriamo Maria Bonzanigo, compositrice e coreografa, spina dorsale delle magiche atmosfere musicali che da sempre accompagnano le creazioni di Daniele Finizi Pasca e co-fondatrice della compagnia. Ci conosciamo dagli anni 80 quando, con Daniele e con l’allora giovane gruppo del Teatro Sunil, collaborava nel realizzare quelle poetiche teatrali così particolari, quelle che in embrione avrebbero contribuito a conquistare una nomea e una popolarità oggi riconosciuta in gran parte del mondo.
Dopo il grande successo registrato a Montréal con Avudo, creato per celebrare i 375 anni della città di Montréal (249’000 spettatori in 4 mesi invece dei 180’000 previsti), in ottobre la Compagnia torna sul palco del LAC con Per te (11-14) e con un’unica replica di Icaro (15) che riprende dopo oltre due anni. Con Bianco su Bianco (marzo 2018) questi spettacoli fanno parte della «trilogia della fragilità» e sono parte del cartellone di LuganoInScena. «Sono spettacoli che prendono spunto dalla malattia e la fragilità è quella che vivono le persone nei suoi confronti», ci spiega Maria. «Ma a ben vedere nelle nostre creazioni la nozione di “fragilità” c’è sempre stata, anche nei primissimi lavori, quando i protagonisti delle storie affrontavano cose più grandi di loro in una dimensione eroica e clownesca allo stesso tempo».
A Lugano in occasione degli spettacoli della Compagnia ci saranno anche altre iniziative. Come la mostra delle «scatole d’arte» di Marco Meier, in parallelo con Per te. «Marco era con noi già agli inizi del Teatro Sunil, nel 1985-86. Aveva realizzato il primo manifesto di Icaro e partecipato alla prima versione di Rituale. Poi ha continuato per la sua strada come grafico. Recentemente ci siamo riavvicinati durante la malattia di Julie Hamelin. E mentre veniva allestito Per te, ha realizzato una serie di scatole bellissime al cui interno c’è tutto un mondo con una frase legata allo stato della malattia di Julie. Una di queste è stata fatta apposta e la si vede in scena all’inizio dello spettacolo, un avvio del giardino interiore in cui è ambientato. Ci è sembrato giusto esporre quelle scatole accanto allo spettacolo».
La mostra sarà visibile dal 3 al 14 ottobre. Ma ci saranno anche libri e CD. Verrà infatti fatta un’edizione del testo di Per te (a cura di Claudia Lafranchi) e un album con le musiche dello spettacolo. Il dialogo tra la composizione musicale e la creazione teatrale per Maria porta a una crescita continua: «Lavorare in équipe è sempre stimolante, è una sfida continua. Quando scrivo le musiche per uno spettacolo devo prima di tutto entusiasmare chi realizzerà il progetto. È una dimensione bella e concreta. Richiede tantissimo perché è il tuo pubblico più esigente. Ovviamente conoscendo bene la poetica di Daniele ma anche i meccanismi pensati da Hugo (Gargiulo, scenografo e marito, ndr), so come toccare certe corde sensibili. Ovviamente mi aiuta anche il mestiere. Il tutto è un gran motore che ti porta fuori da te stesso, fuori dalle tue ossessioni, non solo musicali. Uno dei miei più grandi stimoli è Paul Glass, il mio maestro. Attualmente sta ultimando un’opera su Leonardo da Vinci con testi di Alberto Nessi che ho potuto ascoltare e che è meravigliosa. Glass mi ha insegnato ad abbandonare l’identità musicale. Scrivere per il teatro vuol dire comporre in maniera fruibile e immediata. Ciò non significa fare tutto in modo semplice. Può esserci un linguaggio compositivo articolato. Io cerco sempre la giusta misura senza rinunciare alla mia personalità».
Rispetto ai primi anni, il successo in qualche modo ha alterato lo spirito che ha contraddistinto la Compagnia? «Sento che siamo ancora più fragili di prima. Più si coinvolge gente e più aumentano le responsabilità. Certo, l’esperienza ci dà gli strumenti per affrontare situazioni più complesse, ma la fragilità aumenta perché con questa grande macchina, dovendo essere così oliata, se qualcosa non funziona ha delle ripercussioni maggiori. In definitiva, però, non abbiamo perso lo spirito, anzi, siamo un gruppo che lavora molto sui dettagli e ci consultiamo continuamente».
Dopo Lugano Per te (PT) e La verità (LV) partiranno per una tournée europea che, in alternanza, li porterà in ottobre a Ginevra (LV 18-19), Piacenza (23.10) e Udine (PT 26-28). A novembre a Madrid (LV 1-11), Bergamo (PT 16-19) e in Puglia. E a dicembre a Pamplona (LV 9), Bilbao (LV 13-17) e in Provenza (20-22).