Gran Finale per Teodor e Cecilia

Lucerne Festival - Tutta mozartiana la conclusione della rassegna dedicata al tema del potere e posta sotto il segno della Bartoli
/ 23.09.2019
di Francesco Hoch

Con le quattro serate progettate e dirette da Teodor Currentzis, dedicate all’esecuzione di tre opere mozartiane, di Arie e brani strumentali pure di Wolfgang Amadeus Mozart, si è concluso il Festival estivo di Lucerna, ormai da anni denominato Lucerne Festival, dedicato quest’anno all’avvincente tematica del Potere.

L’articolazione attorno a un tema permette alla programmazione di trovare legami e riferimenti inaspettati e culturalmente importanti, come è in uso maggiormente nelle esposizioni d’arte visiva.

La ricerca da parte del Festival di Lucerna viene condotta inoltre da persone altamente competenti che sanno anche coinvolgere e convincere un numero importante di istituzioni o sponsor i quali aiutano finanziariamente, così da poter trovare il meglio dei musicisti che operano nel campo prescelto.

Il grande finale mozartiano di quest’anno ne è un chiaro esempio. L’incontro inedito di due tra i maggiori protagonisti della scena musicale di oggi, l’incomparabile direttore d’orchestra greco-russo, Teodor Currentzis, con lo strepitoso mezzosoprano, Cecilia Bartoli – i superlativi sono d’obbligo –, ha portato al mondo musicale un’eccellenza tale che non si può che augurare sia di lunga durata.

La scelta del compositore di Salisburgo non è stata certo casuale per poter sviluppare il tema del Potere, anzi, da questo punto di vista, Mozart è molto ricco di relazioni tra la sua vita, la sua musica e il Potere. Era un compositore molto irrequieto, sia nei confronti dei committenti della nobiltà che della Chiesa, avvicinandosi così già all’epoca beethoveniana, in cui si reclamerà maggiore indipendenza e libertà per l’attività creativa.

Il concerto che abbiamo potuto ascoltare, con Arie e brani strumentali, si articolava attorno alle varie forme di potere. Il potere terreno, politico è stato rappresentato con l’estratto dall’opera seria La clemenza di Tito, mentre, sempre per l’ambito terreno, il potere dell’amore, sono state eseguite parti delle opere, come il Don Giovanni e Così fan tutte. Mozart si espresse qui ai massimi livelli sfruttando tutta la sua irrequietezza sperimentata nella vita amorosa.

Con il Kyrie in re minore e i tre brani dalla cantata Il Davide penitente si è voluto presentare anche il potere del divino e della Chiesa in modo particolare, mentre si è scelto di eseguire la Musica funebre massonica KV 477 per ricordare il potere assoluto della morte che il compositore aveva saputo magistralmente mettere in musica nel famoso drammatico Requiem.

L’attesa per l’inedito incontro tra Teodor Currentzis e Cecilia Bartoli era veramente grande per tutti, in quanto le due personalità si erano dimostrate sempre molto spiccate. Dobbiamo subito dire che l’intesa in questo concerto è stata eccellente per la reciproca valorizzazione che ha portato a raffinatezze, morbidità, duttilità e forza musicali straordinarie.Il direttore ha lasciato il canto della Bartoli esprimersi in tutto il suo potenziale come non era mai avvenuto e la cantante ha saputo seguire tutte le idee non scontate di Currentzis.

Il tutto è stato integrato nella bellezza di un’orchestra, musicAeterna della città di Perm (con strumenti d’epoca), orchestra vivace, precisa, dai colori amalgamati e dal suo omonimo Coro , sempre più che raffinato.

Sappiamo che Currentzis aveva creato polemiche che a noi sono sempre apparse come giornalistiche, pensando in particolare a titoli come «il diabolico russo» o altro ancora.

L’anticonformismo della sua presenza scenica, ora anche più conforme alle convenzioni, non aveva mai intaccato la sua serietà e forza interpretativa.Le stesse qualità sono apparse anche nell’altro concerto che abbiamo potuto ascoltare, sempre al KKL, dove la tematica del potere dell’amore si è estesa interamente in tutta un’opera, il Così fan tutte.

L’intreccio di dichiarazioni d’amore, di giochi, di tradimenti e intrighi erano provocate dal personaggio di Despina: non poteva che essere interpretato da una Cecilia Bartoli dal grande talento teatrale che non faceva per nulla rimpiangere una versione completamente scenica.

Molto bravi tutti i cantanti , Paola Murrihy in Dorabella, Konstantin Suchkov in Gugliemo, Konstatntin Wolff in Don Alfonso e soprattutto il tenore Mingjie Lei in Ferrando e l’eccellente soprano Nadezhda Pavlova in Fiordiligi. Grande successo, molti applausi, fiori in tutti i concerti e, in particolare, la novità degli abbracci tra Cecilia Bartoli e Teodor Currentzis.