Quanto è strano vedere una popstar – italiana, nello specifico – fare qualcosa di intimo, riservato, fuori dagli schemi? Anche se sarebbe bello dire: non è forse (anche) questo il ruolo della popstar? La risposta reale è: molto strano.
Eppure Francesca Michielin, per presentare il secondo singolo di Feat, il suo nuovo disco, ha deciso di smettere i panni della popstar e vestire quelli di artista a 360°. Al Rocket di Milano 300 fan più una manciata di giornalisti e addetti ai lavori vari, dunque, hanno assistito a Francesca in una nuova veste, al fianco di Bruno Bellissimo, come bellissimo è stato il set Electro Vintage.
Gange feat Shiva è uscito venerdì su tutte le piattaforme digitali ed è il secondo passo della Michielin in un sentiero che la porterà a collaborare con undici artisti diversi per undici tracce del suo nuovo disco, fino alla grande festa che sarà al Carroponte la prossima estate. Nonostante il pezzo abbia diverse pecche – tutte, in realtà, imputabili all’ospite della traccia, che dimostra ancora una volta di non saper stare e probabilmente non poter giocare nel campionato dei grandi – la Michielin riesce a presentarlo in modo così originale e, come scritto in apertura, intimo, che è stata capace di cancellare tutti i difetti possibili ed evidenziabili da chi aveva avuto la fortuna di non ascoltare il pezzo prima dell’esibizione live.
Vedere la Michielin al Rocket è stata la possibilità di vederla sotto un’altra veste: in outfit total white davanti a una drum machine, l’abbiamo vista ballare, cantare in inglese, realizzare un medley in barba a Tiziano Ferro e alla sua SIAE dal palco dell’Ariston.
Nonostante il bridge del pezzo veda l’artista negarsi la gioia di una «nuova scossa» per le delusioni passate, il nuovo percorso intrapreso, a dir la verità già dallo scorso album, pare finalmente aver rotto l’indissolubile legame che sembra intrappolare chiunque faccia musica a un certo livello in Italia, per dare – in una frase che mai come prima d’ora è realtà piuttosto che un cliché – un occhio all’estero e portarlo dolcemente per mano qui, nella terra dei Sanremo (già citato, vero?).
Così per tre settimane, Francesca vestirà panni diversi, mutando forma in continuazione per dimostrare la propria capacità di adattamento a diversi contesti e presentare il suo futuro, fatto di collaborazioni, esperimenti e qualcosa che scopriremo, appunto, solo nel futuro.Per adesso i due featuring sono stati due toccate nel mondo del rap, uno strumentale uno (ahimé) vocale, ma sicuramente il domani farà sì che Francesca allarghi il proprio orizzonte più che mai.