Fra i libri

SERGIO ROMANO, L’epidemia sovranista, Longanesi 2019
/ 09.12.2019
di Paolo A.Dossena

Nata dalle macerie delle due guerre mondiali, l’Ue rifugge dal sovranismo, ma nel 2004 ingloba a est Stati usciti dall’implosione dell’impero sovietico. Si tratta di Stati che non hanno paura della sovranità, ma che l’hanno appena riconquistata e non vogliono perderla.

Altrove, la Gran Bretagna approva lo stile populista di Boris Johnson, e nel 2016 decide di abbandonare l’Ue. I vari movimenti sovranisti hanno un tratto comune: l’eurofobia.

Dall’altra parte dell’Oceano, un altro paese anglosassone, gli Stati Uniti, scelgono Donald Trump, un uomo «affamato di notorietà, disinvolto e occasionalmente piuttosto scostumato», come presidente. Anche Trump ha vinto le elezioni grazie a «quelle regioni che si consideravano impoverite dalla globalizzazione», e grazie «alle rabbie e frustrazioni in una combinazione di nazionalismo, razzismo».

Cos’è, dunque, il sovranismo? Secondo Sergio Romano, è un fenomeno fomentato dalle nuove tecnologie e dalla critica alla finanza. Lanciato da questi fenomeni, il sovranismo può avere tratti in comune col nazionalismo, ma ne è certamente distinto. Infatti, il nazionalismo è un mito infarcito di saghe e leggende idealiste dalle quali si desumono nemici storici esterni. Invece, i nemici del sovranismo sono interni: questa è una nuova lotta di classe di ceti impoveriti, postideologici e arrabbiati contro le vecchie corporazioni. Inoltre, nonostante questi tratti comuni, il sovranismo si presenta con caratteristiche peculiari a seconda di dove si manifesta geograficamente.

Nel 2008, continua Sergio Romano, il grande crack, provocato dalla spregiudicatezza delle banche americane, si associa in Europa a una gigantesca ondata migratoria musulmana. E la gente non è pronta: «Dopo i numerosi attentati terroristici provocati in buona parte dalla politica degli Stati Uniti in Medio Oriente», quella musulmana «è una fede che molti europei e americani» identificano ormai col terrorismo. Certo l’Islam si sta militarizzando, ma i tribuni della plebe si impadroniscono di una bizzarra teoria pseudo-politologica («l’islamo-fascismo») e conquistano voti.

Quali conclusioni si possono trarre? Le teorie complottiste non ci portano lontano: da sempre, la finanza non ha patria e ignora i confini. Allo stesso modo, la globalizzazione non è il risultato di un progetto governativo: è un fatto storico cui hanno concorso molteplici fattori.

Il libro si conclude con una difesa dell’Ue e con un appello a riformarla, trasformandola in un fenomeno a due velocità: il nocciolo duro fondatore dovrebbe esserne l’originario nucleo compatto, i paesi dell’Est un anello esterno. Un libro indispensabile per capire cosa è il sovranismo e come per superarlo.