Emozioni e speranze al debutto

A Lugano si è tenuto «Testo in Scena», concorso per giovani compagnie
/ 11.12.2017
di Giorgio Thoeni

Una cinquantina di progetti teatrali hanno aderito a «TestoInScena 2017» un concorso lanciato dalla «Fondazione Claudia Lombardi per il teatro» con lo scopo di dare un sostegno per la crescita artistica di giovani compagnie e con il patrocinio di LuganoInScena, Divisione Eventi e Congressi della Città di Lugano, Teatro Foce di Lugano e ATIR Teatro Ringhiera di Milano. Sulla scorta di un entusiasmo maturato grazie a un’assidua frequentazione della drammaturgia contemporanea, l’iniziativa voluta da Claudia Lombardi si è subito rivolta a compagnie indipendenti per offrire quell’aiuto indispensabile a far decollare un sogno teatrale.

L’originalità della proposta, inedita nel nostro avaro panorama, oltre a fornire un contributo finanziario, consiste nell’affiancare un affermato professionista per accompagnare le fasi decisive dell’allestimento. Inoltre, la Fondazione organizza il debutto dello spettacolo a Lugano e a Milano con l’aggiunta di quattro ulteriori repliche entro la fine dell’anno successivo. Insomma, un accompagnamento straordinario, visti i tempi che corrono. Rivolto al Ticino e alla Lombardia, la prima edizione del concorso ha ricevuto progetti soprattutto di area lombarda. Scarso invece è stato l’interesse dei ticinesi. Difficile capirne le ragioni. Una fra tante è che di giovani teatranti professionisti sotto i trentacinque anni dalle nostre parti non ce ne sono molti. E a quei pochi non è certo mancato l’interesse ma piuttosto il tempo di organizzarsi in breve tempo per un progetto.

Ma c’è sempre una prima volta e «TestoInScena» quest’anno ha premiato il «Connettivo 24 grammi», un gruppo milanese di sei giovani attori che hanno debuttato sul palco del Foce di Lugano con La fabbrica della felicità, un testo scritto da Irene Canali e ispirato a Il mondo nuovo di Aldous Huxley. Nel suo romanzo fantascientifico più famoso lo scrittore inglese descriveva una società altamente controllata dalla scienza e dalla tecnologia: una visione decisamente premonitrice. La storia proposta dalla giovane compagnia racconta di una grande fabbrica, la Pfaizer, che fonda il suo successo sulla ricetta della felicità: il Soma, una pillola che elimina tutti i mali, vecchi e nuovi. Il suo uso viene sublimato nel «cinema degli odori», un intrattenimento in cui si consumano sentimenti subito dimenticati.

Un gioco coraggioso su un tema avveniristico e visionario: la regia collettiva e lo sguardo esperto di Mattia Fabris, tutor per l’ultimo mese di prove, hanno contribuito a offrire uno spettacolo originale, con una scenografia funzionale e, soprattutto, con sei attori convincenti, portatori di un’emozione contagiosa dove entusiasmo e bravura hanno fatto da corollario a un’iniziativa utile e preziosa.Questa sera La fabbrica della felicità si sposta al Campo Teatrale per il suo debutto a Milano (21.00). Una nuova platea e nuovi applausi per la prima importante avventura teatrale di Irene Canali, Miriam Costamagna, Andrea Lopez Nunes, Marta Salandi, Giuseppe Attanasio e Daniele Palmeri.