È terribile il giorno della marmotta

Russian Doll e You, due nuove imperdibili serie
/ 18.02.2019
di Mariarosa Mancuso

Era il giorno della marmotta, lo scorso 2 gennaio. A Punxsutawney, Pennsylvania, il roditore ha fatto le sue previsioni del tempo: la primavera arriverà in anticipo sul calendario. Non ci azzecca sempre, la bestiola, ma è tradizione bussare alla sua tana e osservarne il comportamento (per gli anti-americani, nonché cultori delle tradizioni popolari indigene, il giorno corrisponde alla nostra Candelora, con il suo proverbio: «Per la santa Candelora se nevica o se plora dell’inverno siamo fora»).

Il film del 1993 con Bill Murray – ne esiste anche una versione italiana con Antonio Albanese – ha iniziato una nuova tradizione. Dicesi «giorno della marmotta» un giorno del tutto uguale a un altro, e poi a un altro, e a un altro ancora. Sarà capitato anche a voi (a noi capita ai festival cinematografici, quando i film non c’è bisogno di vederli perché sono fatti con lo stampino, e con lo stampino sono fatte le recensioni dei critici).

Un giorno prima del giorno della marmotta, Netflix ha lanciato Russian Doll, miniserie scritta da Natasha Lyonne, Amy Poehler e Leslye Headland (ricordiamo un suo film visto al Festival di Locarno, con il titolo Bachelorette: inaspettato antidoto al giorno della marmotta in cui stavamo precipitando). Otto episodi da mezz’ora: per il binge watching basta un pomeriggio domenicale – state attenti perché è difficile smettere. Come era difficile smettere con The End of the F***ing World, la più bella serie adolescenziale in circolazione (altro gioiello di casa Netflix, che l’ha comprato fatto, scorrettezze politiche e strepitosi attori compresi, da Channel 4).

Russian Doll sono le matrioske, bambolina dentro bambolina dentro bambolina (per i distratti lo ricorda il manifesto). Nadia – la rossa Natascha Lyonne, sembra essersi cucita il copione su misura – è alla festa per i suoi 36 anni: ospiti più o meno sballati e padrona di casa che ama cucinare, ma quando lo fa viene colta dall’ansia. Di mestiere fa la programmatrice, vive con un gatto che sappiamo essere scappato di casa, per hobby rimorchia un giovanotto e si rotola con lui tra le lenzuola. Son cose che si fanno, da Sex & the City in poi, non solo a New York.

Il gatto smarrito ricompare, sull’altro marciapiede. Nadia attraversa senza guardare e viene travolta da un’auto. Si ritrova nello stesso bagno dove l’abbiamo vista all’inizio. Tutto ricomincia, un po’ diversamente da come era accaduto prima. Di nuovo, ma un po’ diversamente da come era accaduto prima, rimane sotto una macchina. Si ritrova davanti allo specchio del bagno, tale e quale a prima: stessa musica stesso neon stessa gente che bussa per entrare. Una, due, tre, quattro, cinque volte. Non ne servono altre per immaginare come la storia prosegue. A nulla serve evitare le auto, guardare bene a destra e guardare bene a sinistra. Nadia finisce, telefonino e tutto, dentro un montacarichi. Morta. Epperò di nuovo si aggiusta i capelli rossi davanti allo stesso specchio dello stesso bagno.

Il resto è puro divertimento, e fa il paio con You, altra serie che Netflix ha rilanciato. Sulla tv americana via cavo Lifetime non ebbe molto successo. Ripresa dalla piattaforma streaming ha totalizzato 40 milioni di spettatori (per spettatore, si intende un abbonato che ha guardato almeno il 70 per cento di un episodio). Scritta da Greg Berlanti e Sera Gamble, dal bestseller di Caroline Keynes pubblicato da Mondadori, racconta un’ossessione amorosa cominciata in libreria. Ambientazione bizzarra, rispetto agli standard, e la pista libraria resterà per tutti gli episodi, senza mai scivolare nei luoghi comuni e nei proclami sulla lettura che rende migliori, e «dove c’è una biblioteca il tasso di criminalità scende» (lo disse Michela Murgia, ancora fatichiamo a riprenderci).

La bionda Guinevere curiosa tra gli scaffali, dalla lettera F alla K. Il commesso esclude William Faulkner (la ragazza non sembra voler fingere interesse per uno scrittore ostico) e pure Stephen King (la ragazza ha l’aria troppo sana e abbronzata). La bella chiede Desperate Characters di Paula Fox, scrittrice che ha avuto un suo momento di culto, non disgiunto dal fatto che risultò essere la nonna di Courtney Love. Passione al primo libro: il commesso comincia a seguirla, a spiarla, si appropria del cellulare, osserva le mosse della ragazza sui social network, cerca di strapparla alle amiche e al fidanzato in carica, un miliardario che fa l’hipster e crede nelle bibite gassate biologiche. Sul resto della trama, silenzio stampa.