Dove e quando
Que le meilleur gagne!, Lausanne-Vidy, Musée Romain. Orari ma-do 11.00-18.00; lu chiuso. Fino al 2 febbraio 2020. www.lausanne-musees.ch


...e che vinca il migliore!

Al Museo di Losanna-Vidy si riflette sulla competizione, tra passato e presente
/ 26.08.2019
di Marco Horat

La competizione, piaccia o meno, è uno dei fattori più presenti nella nostra vita quotidiana, non solo nello sport o nella politica. L’importante non è partecipare ma vincere. La vita come una corsa che comincia con milioni di spermatozoi in gara tra di loro per fecondare un unico ovulo, e via via in tutte le altre manifestazioni che accompagnano l’esistenza degli esseri viventi, uomini e animali; sembra un destino scritto negli astri. Ma questo, tutto sommato, è un meccanismo razionale? Ed è un bene per il singolo e per l’umanità? E ci sono alternative? Domande alle quali cerca di rispondere una originale e articolata mostra allestita da Laurent Flutsch e dalla sua équipe al Museo romano di Vidy. Cercherò di darvene un’idea.

Il percorso inizia con Darwin, a torto ritenuto da alcuni l’assertore della legge secondo la quale il migliore, il più forte, il più furbo, prevale sul più debole e sul meno preparato; per cui è naturale che ci sia chi emerge nella società e chi soccombe, i ricchi e i poveri. In effetti Darwin ha parlato di sopravvivenza legata all’adattamento ai cambiamenti, non dimenticando l’importanza della collaborazione nel mondo umano e animale. 

Ci si immerge poi, dato che siamo in un museo archeologico, nel passato con reperti spesso rinvenuti sul nostro territorio, che fanno riferimento alla competizione nella Grecia antica (le Olimpiadi) e a Roma (gli spettacoli nelle arene) con testi, sculture, statuette e tavole messi a confronto con filmati di competizioni attuali. Si scopre che anche in passato gli sportivi più rinomati guadagnavano cifre da capogiro ed erano seguitissimi dal popolo, cosa che scrittori come Plinio il Giovane, Seneca o Tacito deploravano. Si sa che Dioclezio, celebre auriga romano, in 24 anni di carriera mise assieme un capitale pari a 15 miliardi di franchi attuali; era un portoghese come Ronaldo, che ora cerca di emularlo.

Intrigante la parte dell’esposizione coi ritratti di personaggi famosi che pongono un quesito: sono vincenti o perdenti? Federer con i suoi oltre cento titoli nei grandi tornei ATP, ma senza un oro olimpico; Michelle Obama scrittrice di successo e donna impegnata, ma sempre all’ombra del marito; Christoph Blocher, industriale e politico di grido che ha dovuto però lasciare il governo... cosa sono? 

Sicuramente dalla parte dei deboli sta invece la ragazzina indiana che li fronteggia, ritratta mentre fruga tra l’immondizia di Mumbai. Più avanti si illustra il progetto cinese detto «Credito sociale» che si propone di dare a tutti i cittadini un punteggio a seconda dei meriti/demeriti acquisiti nella vita quotidiana. Più punti più privilegi: la scuola migliore per i figli, una carta di credito, un bell’appartamento. Si perdono punti se si è pigri, se si attraversa la strada col rosso, se si frequentano luoghi malfamati, se si parla male del governo sui social e molto altro ancora. Ognuno sarà giudicato sulla base di riconoscimenti facciali effettuati da milioni di telecamere già in funzione. Una folle competizione di tutti contro tutti. Sembra uno scherzo.

Alla fine del lungo percorso espositivo che coinvolge il visitatore in prima persona, si possono trarre alcune riflessioni sul tema della competizione. Se c’è da una parte miglioramento e progresso, in definitiva la lotta è spesso finalizzata al potere, al denaro e alla gloria. Valori effimeri, tanto più che alla fine ci sarà un solo vincitore e molti perdenti: l’immagine è quella di una piramide. Se per una gara sportiva ci può stare, diventa pericoloso e irrazionale se questo principio si applica alla società, dove per risolvere gli odierni problemi legati all’ambiente e alla convivenza civile, ci sarebbe bisogno più che mai di collaborazione e solidarietà globali. Eccola l’alternativa! All’uscita della mostra vi è infatti un podio vuoto dove simbolicamente il primo, il secondo e il terzo classificato... si trovano sullo stesso piano, uno di fianco all’altro.