Dimmi come lo sventoli, ti dirò chi sei

Cosa mi metto? Il ventaglio vive un (gradito) comeback
/ 16.09.2019
di Maria Bettetini

Fino a qualche anno fa, si vedeva solo nei film d’epoca o in mano alle signore «d’epoca», come nonne e zie fasciate da camicie di seta con colletto e fiocchetto, portatrici sane di caldo. Oggi invece, anche in nome della sostenibilità ecologica, il ventaglio spunta dalle borsette delle giovani, delle medie, delle signore e signorine di ogni età. Costituito dal pavese e da una base rigida, cambia di continente in continente, pur avendo lo stesso scopo: quando si suda, permette di ricambiare più rapidamente l’aria satura di umidità in prossimità della pelle, quindi facilita la dissipazione di calore per evaporazione, dando come risultato una confortevole sensazione di freschezza.

Si tratta insomma di un ventilatore portatile e del tutto innocuo per chi lo usa e per l’ambiente. Il pavese è di carta in Asia, ricamato o decorato da pizzo in Europa. Recentemente ho trovato ventagli della nonna e della mamma, molto grandi, in pizzo nero: non ho ancora osato utilizzarli (poi il pizzo, non essendo di poliestere ma di seta, ha qualche slabbratura), mentre volentieri porto con me un orrore in plastica, decorato dalla stampa delle eccellenze milanesi, Duomo, Castello, Teatro alla Scala, è un utile regalo, funziona e nella sua pacchianeria non mi verrà chiesto in prestito, quindi rubato, da nessuno.

Qualcosa di più prezioso è stato invece ritrovato nella tomba di Tuthankhamon, un ventaglio dal lungo manico composto da piume e palmette. Anche i cinesi usavano ventagli rigidi in bambù, mentre solo secoli dopo i giapponesi, forse studiando le ali dei pipistrelli, inventarono il pratico ventaglio pieghevole.

Introdotto in Francia da Caterina De’ Medici, diventò l’oggetto favorito di Elisabetta I d’Inghilterra. Non era troppo di difficile manifattura, dal momento che si diffuse per tutta Europa: prodotto essenzialmente in Francia, Inghilterra, Paesi Bassi e Italia, divenne all’inizio un oggetto aristocratico ed artistico. Successivamente il suo uso si estese a tutti gli strati sociali, da una parte divenne sempre più elaborato, destinato a essere esibito in grandi feste oppure appeso alle pareti come oggetto decorativo, dall’altra divenne più standardizzato, leggero e resistente per l’uso estivo quotidiano.

Per secoli il ventaglio venne utilizzato sia da donne che da uomini, che portavano piccoli modelli nelle tasche.

Dall’Ottocento, quando le donne cercavano disperatamente dei mezzi di espressione, fino ai primi decenni del Novecento, si è creata poi una sorta di lingua del ventaglio, da cui estrapoliamo alcuni esempi: sostenere il ventaglio con la mano destra di fronte al viso significa seguimi; muoverlo con la mano sinistra: ci osservano; cambiarlo alla mano destra: ma come osi?; lasciarlo scivolare sulle guance: ti voglio bene; sventagliarsi lentamente: sono sposata; sventagliarsi rapidamente: sono fidanzata. Sms in versione rococò.