Bibliografia
Lorenza Noseda, Gente di frontiera, Varese, Macchione Editore, 2019.


Dietro le apparenze

Il lavoro di indagine interiore nei racconti di Lorenza Noseda
/ 17.02.2020
di Eliana Bernasconi

Se il desiderio e il piacere di scrivere è sempre più avvertito da molte persone, l’approdo all’autentica scrittura letteraria, a quel prodotto di un lavoro per la creazione di un universo dove il lettore si può riconoscere, è certo un lungo percorso che non ha mai termine. Abbiamo chiesto come ci si arriva a Lorenza Noseda, che con Gente di Frontiera ha vinto la decima edizione del Premio Chiara per una raccolta di racconti inediti. Con l’Associazione «Amici di Piero Chiara» il premio tiene viva la memoria dello scrittore, della cultura e dei luoghi di Varese e del Canton Ticino, spazi amati da Chiara e celebrati nelle sue opere.

Scrivere, ci ha risposto Lorenza Noseda, è un esercizio di precisione, è immaginare dell’altro dietro le cose manifeste, ed è anche, aggiungiamo noi, restituire e condensare in una narrazione di grande leggerezza e attraente lettura come lei ha fatto, l’esperienza della complessità delle cose. Le hanno ulteriormente aperto una porta per la comprensione del mondo e il desiderio di rappresentarlo la serie di incontri che ha potuto avere con personalità della cultura umanistica, scientifica e politica del nostro tempo, con registi e sociologi, curando una serie di lezioni e serate per gli Amici dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, dove ha potuto avvicinare personaggi pure noti e di grande fama, percependo come essi celassero anche difficoltà, esperienze dolorose, sconfitte personali.

Il genere letterario del racconto, preferito da Chiara di cui il Premio tiene viva la memoria, ha leggi interne ben precise, occorre condensare in uno spazio ristretto il tempo lungo della narrazione che si addice al romanzo, dare vita credibile a personaggi collocati in un ben definito ambiente geopolitico, sociale, psicologico. Operazione riuscita perfettamente a Lorenza Noseda, che in questo libro sa osservare e restituirci con totale realismo e visione minimalista l’area sociale quotidiana della media borghesia, tra Svizzera italiana e oltre Gottardo, tra sale d’aspetto di un ospedale e aule di un istituto scolastico, tra disuguaglianze sociali e vicende nascoste all’interno della famiglia, tra frontiere, mondi della legge e degli affari, tra carriere universitarie, banche, fiduciarie.

I protagonisti dei racconti abitano questo sistema, sono mondi del lavoro dove ruoli e percorsi sono tracciati. Li vediamo confrontarsi con l’irrompere di una grande quantità di denaro che stordisce, con la competitività della scalata al potere o la presenza di patrimoni immobiliari da gestire, tra rassicuranti ambienti domestici e violenze nascoste, tra etica borghese e avidità di possesso.

Sono questi avvenimenti che Lorenza Noseda osserva e ci restituisce con rara potenza di osservazione oggettiva, non priva a volte di discreta ma graffiante ironia, ed è uno sguardo quasi clinico e privo di coinvolgimento emotivo quello con il quale improvvisamente avvicina i suoi personaggi svelandoci il mondo interno delle loro reazioni. Attraverso dettagli insignificanti, in bilico tra passato e presente, può succedere che al centro di un racconto un evento riaffiori prepotente nella quotidianità, un accadimento casuale lo riproponga alla memoria carico di significato, un torto causato o subito si affermi nel qui e ora del protagonista, chiedendo riparazione.

Emerge allora l’esiguo ed estremo spazio di libertà che il personaggio vuole salvare nell’imprevedibilità dell’esistere e nel procedere degli avvenimenti, si evidenzia una parte inseparabilmente connessa all’ambiente che l’ha provocata, ma che appartiene comunque a lui solo, e il prenderne consapevolezza può dare pace o felicità. I racconti di Lorenza Noseda segnalano la possibilità di un riscatto possibile nella storia di chiunque, pongono in luce gli aspetti nascosti nelle apparenze della vita.